Creativity Papers blog
Rivista di scrittura creativa, notizie e approfondimento

Ultimi articoli

giovedì 15 gennaio 2009

Delirium Trigger


di Andy Sin.

Che i rubinetti russi non fossero esattamente come quelli dei rinomati Fratelli Frattini lo si era capito da tempo. Ma lo Zar Putin non vuole sentire ragioni: il gas russo è un po' come il gioco dei pacchi “Affari Tuoi”. Certo in Italia non ne siamo preoccupati, dato che abbiamo riserve che arrivano fino a inizio Marzo. Eppure, trovo davvero esilarante che nessuno si sia ancora chiesto come fa la nostra classe dirigente ad essere così ottimista. Le ragioni vanno cercate nell'infinita fiducia che il Popolo delle Semi-Libertà ripone nella provata scorta di gas butano contenuto nell'intestino di Giuliano Ferrara, che pare sia molto conteso nel mercato di riparazione di questo inverno. Altro che Beckham al Milan!


Mentre noi continuiamo a guardarci le scarpe, il mondo va avanti. Financo una vecchia reclam ci spronava con un lungimirante “Il metano ti da una mano”. Ma evidentemente l'Italiano medio crede che la mano in questione fosse l'ennesima riprova che la politica energetica italiana è finalizzata all'onanismo. I grandi discorsi sulle fonti rinnovabili si sono presto tramutati in sproloqui sull'utilizzo del nucleare tanto caro ai nostri vicini d'oltralpe, che dopo essersi magnati la nostra compagnia di bandiera ai saldi di fine stagione, mirano a monopolizzare il mercato energetico nel belpaese. In fondo è la solita commedia: le lobby fanno marchette, i massimalisti strillano, ed il popolino sta alla finestra a guardare come finisce la corrida.


La crisi economica è quindi allo stesso tempo causa ed effetto della grande confusione su come il paese in cui viviamo intende gestire le risorse energetiche del futuro. Non c'è piano logistico in Europa che possa metterci al riparo, perchè ogni stato è trincerato dietro i biechi interessi campanilistici. E se le mie parole vi sembrano il delirio di un pessimista, aspettatevi di peggio dall'abbronzato Obama, che di sicuro non farà sconti a nessuno quando si tratterà di mettere al riparo i grandi Stati Uniti d'America.


Ciò che più è strabiliante, è la capacità di manipolazione della realtà che abbiamo noi italiani nel vedere poco importanti le questioni legate all'energia: già nel '63, dopo la tragedia del Vajont, ci illudevamo di poter contenere il fabbisogno energetico solo con carbone ed idroelettrico. Ed è attraverso l'ipocrisia dei sussidiari alle elementari che siamo stati abituati a credere che l'Italia è “un paese povero di risorse ma ricco di energie”. Qualcuno potrebbe ribattere che, in un certo senso, anche Sandro Bondi o Massimo D'Alema sono combustibili alternativi, se bruciati nella maniera più corretta. Ma in realtà siamo sempre alla ricerca di scuse, come l'olio di colza o le ricerche finanziate dal CIP6 (che in realtà sovvenziona tutti i grandi petrolieri). Chiedersi se è giusto domandare all'industria come reagire è vietato, pena l'accusa di “comunismo” o di “fascismo”, a seconda del punto di vista. Divide et impera, recitava un famoso proverbio latino. Ed è così che i grandi la pensano. Quel che non vi è stato detto è che per i signori delle energie il dogma si richiama ad un detto meno conosciuto: dal novarese“mort mi, mort tuti” (morto io, morti tutti). Ecco come siamo abituati a pensare. Tirare a campare è diventato il vezzo di un'Italia allo sbando, che non si pone più domande e non propone più idee.


Questo processo di involuzione civile è alla base di tutto ciò che accade qui, presi ognuno dai propri problemi, incapaci di guardare oltre il nostro naso. Se solo buttassimo lo sguardo oltre i confini, scopriremmo un mondo che si sta muovendo verso la capitalizzazione delle energie, riutilizzandole in rete. Un mondo che tenta di sviluppare prodotti che consumino meno risorse, lasciando spazio al consumo primario.


Dopotutto, io sono solo un provocatore, e l'unico mio scopo è spronarvi. Ad altri lascio il compito di illustrare ciò che la scienza e la tecnica sta portando alla luce. A voi l'impegno di informarvi, unica fatica di un mondo che, con strabismo surreale, non vuole accorgersi dei cambiamenti che si impongono allo stile di vita che ci attende per sopravvivere in un pianeta così affollato.

Nessun commento:

Posta un commento