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giovedì 30 aprile 2009

Uno studioso del comportamento umano



di Alfredo Sgarlato.

Uno studioso del comportamento umano, che cerca abitualmente la motivazione di ogni condotta, comprese le più insensate, è portato a chiedersi se non ci sia una motivazione inconscia nella scelta di campo che prima o poi tutti nella vita affrontiamo, ossia l’idea politica in cui più o meno ci riconosciamo. Si potrebbero dare molte spiegazioni razionali, ma alla fine dei conti tutte ci appaiono insufficienti. Si può pensare che le scelte derivino da un condizionamento culturale: ma quanti ragazzi che come me amavano i Beatles e i Rolling Stones poi votavano MSI…. Si può pensare ad un atteggiamento di adeguamento oppure di rivolta alle idee dei padri, ma allora cosa determina il primo invece che la seconda? E, poiché le idee sono relativamente giovani, chi le ha inventate a cosa reagiva? Allo stesso modo si potrebbe dire che l’ imitazione o la rivolta siano intraprese rispetto alle idee dominanti, ma in una democrazia in cui, checchè se ne dica, sono ammesse tutte cosa determinerebbe la scelta? Forse un evento particolare, ma basterebbe a decidere il corso di una vita intera? Credete davvero che Fini sia diventato fascista perché dei dimostranti gli impedirono di andare a vedere “Berretti verdi”? Il caso, si potrebbe pensare, ma cent’anni di psicoanalisi ci hanno insegnato che nel comportamento umano il caso non esiste. Allora viene in mente che Schopenauer, Nietzsche, Jung, Chatwin hanno detto che il filosofo è solo un nevrotico che cerca di adattare il mondo al proprio disagio (Chatwin è l’unico che ammetteva che la regola vale anche per lui e non solo per i precedenti…) e allora perché non pensare lo stesso della politica. Ovviamente parlo di idee e non di partiti, che spesso subordinano i propri valori alle mediazioni inevitabili del dovere governare. E non dimentichiamo che spesso le persone hanno un modo di vivere o di votare opposto rispetto alla concezione del mondo che professano a parole, molte volte anche in buona fede.

MA COS’E LA DESTRA, COS’E LA SINISTRA…Così cantava il grande Gaber a proposito dei tic che si legano alle scelte ideologiche. Non si può iniziare un discorso sulle determinanti dell’ideologia senza prima definirne i caratteri. Esiste una definizione univoca di Destra e Sinistra? Il problema è dibattuto e recentemente ne ha fatto un’agile ricognizione il bestseller omonimo di Norberto Bobbio, forse il maggior politologo del secolo scorso. Ma la conclusione a cui arriva non mi convince. La tesi di Bobbio è che il collante delle idee di sinistra sia il concetto di uguaglianza, a cui la destra si oppone. L’autore passa in rassegna una serie di altre ipotesi, trovando che in tutte l’elemento decisivo sia il rapporto con l’uguaglianza. Ma allora sorge la domanda da un milione di dollari: se la destra difende la differenza, perché ha sempre perseguitato (sterminato…) i diversi? E se la sinistra insegue l’uguaglianza, perché i suoi militanti sono inguaribilmente affetti da un complesso di superiorità? Si potrebbe dare una versione più sofisticata, come fanno Elisabetta Galeotti o Marco Revelli (citati da Bobbio) dicendo che la sinistra vuole la giustizia sociale ovvero le pari opportunità, mentre la destra crede nella competizione (i liberisti) o nella gerarchia (tradizionalisti e fascisti). Ma leggendo bene i classici del liberismo si nota che per gli autori, con molta ingenuità, la competizione porterebbe all’uguaglianza, e quanto alla gerarchia, sarebbe fondata su basi davvero balzane: secondo quali criteri quella che ci ha dato Freud, Einstein, Woody Allen, Bob Dylan, sarebbe la “razza inferiore”? Ma mi faccia il piacere! direbbe il Maestro…oppure si potrebbe citare quel rapper che diceva ad un razzista: sai suonare la chitarra come Jimi Hendrix? Sai giocare a basket come Michael Jordan? Quindi questa interpretazione non ci soddisfa. Se poniamo come fondamento delle ideologie un complesso o una costellazione psichica chiediamoci allora la motivazione che sta alla base di questa dicotomia. Perché la destra vuole un mondo gerarchico? Se lo chiediamo al famigerato uomo della strada invece che ad un filosofo che sa spaccare il capello in quattro, questi ci risponderà: perché è sempre stato così . Al che il compagno ribatterà: anche se è sempre stato così è sbagliato e si deve cambiare. Per cui ritengo da un punto di vista del carattere le dicotomie emancipazione – difesa della tradizione/fedeltà ( vedi Cofrancesco), stabilità -mutamento (Revelli), libertà di scelta –appartenenza identitaria (Veneziani) illuminismo-irrazionalismo ( i seguaci di Nietzsche come Zolla) siano molto più rivelatrici che il troppo labile binomio uguaglianza –diversità Oppure si può introdurre una variante filosofica: la destra propone valori “negativi”, cioè ci dice cosa non vuole, e la sinistra “positivi”, cioè cosa vuole. Ma le proposte sono poi nel campo tradizione-progresso.

Ora immaginiamo due ritratti. Sopravvalutazione del pensiero e svalutazione della realtà; ribellismo fine a se stesso e fascinazione per i soggetti trasgressivi; ridimensionamento dei genitori ed innamoramento per la banda dei coetanei; abbigliamento trasandato; ricorso a droghe leggere e sesso libero. Non è il ritratto di un perfetto sessantottino? No, è un normale adolescente.

Egocentrismo, ossia: incapacità di valutare le cose da un punto di visto che non sia il proprio. Dare sempre agli altri la colpa dei propri errori. Eccessivo attaccamento ai propri oggetti ma desiderio di quelli degli altri. Paura degli estranei. Incapacità di adeguarsi ai cambiamenti. Giudizio morale basato sugli effetti e non sulle intenzioni. Figura paterna divinizzata. Questa è la descrizione di un bambino come appare dagli studi sull’argomento, e che qualsiasi mamma può confermare. Sento già una domanda maligna: ma questo bambino si chiama per caso Silvio?

Quindi secondo lei dottore chi è un eterno adolescente è attratto dalle idee di sinistra e chi rimane bambino da quelle di destra? È un ipotesi, e varrebbe la pena di lavorarci sopra. (e le persone mature? Perché, credete che ne esistano davvero?)

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giovedì 9 aprile 2009

La rimozione della morte




Un aspetto preoccupante della società contemporanea è il processo di rimozione della morte. Nella società contemporanea, in cui l’uomo si sentiva parte della natura e viveva secondo i suoi ritmi, la morte era totalmente accettata e addirittura in molte società, come nell’antico Giappone, gli anziani si allontanavano spontaneamente dalla città per recarsi a morire in luoghi sacri. La società attuale sembra dominata dal mito dell’eterna giovinezza, e questo pare nascondere dentro di sé il terrore della morte. I minimi segni di invecchiamento sono nascosti col fitness e la chirurgia estetica, anche con risultati spesso grotteschi. Mentre pare crollato ogni tabù rispetto alla sessualità, al buon gusto, alle funzioni corporee (quante pubblicità dedicate all’argomento!) e non ci si preoccupa di mostrare in TV delitti o stragi d’ogni tipo, la mortenaturale appare un intoppo da superare, e le malattie mortali non sono mai chiamate per nome, come succedeva un tempo per il diavolo. Forme ossessive di accanimento terapeutico vengono mascherate da amore per la vita. Dietro a questi comportamenti appare un vero delirio di onnipotenza, in cui l’uomo, ormai signore del cosmo, prima o poi supererà questo ultimo dettaglio che la lega alla natura. Corollario di questo delirio di onnipotenza è il totale rifiuto dell’errore umano. È vero, in molti campi, per esempio in chirurgia, è ovvio pensare che l’errore umano non debba esistere. Però l’essere umano in quanto tale è limitato e fallibile, e può perciò sbagliare. Che un operazione possa fallire, che possa capitare un incidente va messo in conto, specie se gli esecutori sono costretti a turni di lavoro massacranti, in nome del risparmio sul personale. Ma anche questo è un tabù che non si può pronunciare, e chi sbaglia deve essere crocifisso e messo alla gogna. Un ennesimo comportamento che caratterizza questa fase storica ed è preoccupante perché indice di regresso è la continua ricerca di capri espiatori. Molti studiosi, per esempio Renè Girard, fanno iniziare la società moderna con l’avvento di Cristo che, col suo sacrificio, fa cessare la pratica del capro espiatorio, cioè separa la violenza dal Sacro. La ricerca del capro espiatorio non è in realtà mai morta del tutto ed è stata anzi molto usata dall’ideologia nelle sue forme più spregevoli (razzismo, antisemitismo), ma da un po’ di tempo a questa parte è pratica frequente. Si può pensare che sia una conseguenza del fortissimo scadimento di livello della politica, ma è comunemente accettata, e questa è la componente veramente pericolosa del fenomeno. Sono gli aspetti paradossali da una società in crisi, la coesistenza di aspetti che superano la modernità e di altri terribilmente arcaici, ma che uniti tra loro portano l’imbarbarimento cui assistiamo quotidianamente.

mercoledì 11 marzo 2009

La violenza e il gruppo


di Alfredo Sgarlato.

La costruzione di gruppi è un comportamento tipico della razza umana, che essendo costituzionalmente debole ha bisogno di riunirsi per raggiungere i propri scopi. Le motivazioni che portano al formarsi di un gruppo, come ha notato il grande psicoanalista Wilfred Bion, sono sostanzialmente tre: il perseguire un risultato comune (per ex. gruppi di lavoro), l’adorazione di uno stesso idolo (dalle religioni ai fans club) e la difesa da un nemico. Le prime due spesso non sono sufficienti a superare le differenze individuali che possono portare contrasti, per cui il gruppo per sopravvivere diventa paranoico, di conseguenza o individua dei nemici interni da espellere o si trasforma in un gruppo del terzo tipo, come avviene nel caso degli ultras, che da adoratori di una squadra diventano nemici di un’altra, e tutti nemici della polizia.




Inoltre il gruppo veicola l’aggressività, per cui se è formato da persone con tendenze distruttive, non è in grado di attenuarle ma anzi le aumenta. L’aggressività è in parte connaturata alla specie umana, ma è in gran parte derivante da frustrazioni provate a livello individuale e sociale, specialmente nell’infanzia e nell’adolescenza, fase in cui l’esplosione delle pulsioni, legata all’incapacità dell’ Io di controllarle adeguatamente, comporta un aumento dell’energia psichica.

Il gruppo funge poi da catalizzatore per caratteri disturbati, sostituendosi alle figure di riferimento, genitori, insegnanti, autorità, che sono svalutate nella loro funzione di guida. Il gruppo funziona così da Super-Io (coscienza morale) collettivo. Negli adolescenti, il processo di formazione dell’identità comporta inevitabilmente un distacco dalla famiglia e l’identificazione con i coetanei. È comprensibile come associazioni come i fan club dei musicisti o gli ultras risultino particolarmente attraenti per le loro caratteristiche di organizzazione e pseudotrasgressione.

Nel caso degli ultras calcistici lo sbocco verso la violenza è incrementato poi dalla strumentalizzazione da parte di movimenti politici estremisti, quasi sempre neofascisti (in serie A solo il Livorno fa eccezione), stigmatizzati solo a parole ma in realtà ampiamente tollerati dall’opinione pubblica (e protetti dalle alte sfere).

Non credo che la società contemporanea sia più violenta che in passato; se lo è dipende dal nuovo aumento della povertà e dal fatto che in passato i comportamenti violenti potevano essere incanalati istituzionalmente nella guerra e nella persecuzione delle minoranze sgradite. Con questo non intendo dire che si stava meglio quando si stava peggio, mi limito a constatare come la strada del progresso sia ancora molto lunga.


giovedì 15 gennaio 2009

Le mutazioni del corpo


di Alfredo Sgarlato.

Uno dei fenomeni sociali più forti degli ultimi anni è il moltiplicarsi del ricorrere a pratiche che intervengono sul corpo, provocando forme di mutazione: dapprima l’esplosione di tatuaggi e piercing, fino a vere e proprie alterazioni come l’impianto di pseudocorna o escrescenze sulla fronte o nelle braccia, pratica già iniziata dai body artists come Stelarc e Orlan, inventata da un movimento come i Modern Primitives, nato negli USA negli anni '70, teoricamente eversivo nei confronti della società capitalista ma fondamentalmente reazionario, a cui possiamo aggiungere il boom della chirurgia estetica o lo sdoganamento di pratiche sessuali finora tenute nascoste come sadomasochismo e bondage (il legare il partner). All’ opposto però possiamo anche notare fenomeni come il sesso in rete, in cui il corpo è totalmente assente. Come interpretare questi comportamenti? Finché si tratta di casi isolati o rari possiamo pensare, nelle forme più estreme come il body artist Stelarc che si fa trapiantare un terzo braccio, a casi di schizofrenia latente, dove il corpo è vissuto come estraneo al Sé; di normale ribellismo giovanile per i piercing, unica distinzione rimasta tra l’universo dei giovani autentici e dei giovanilistici adulti e anziani di oggi, fino all’imposizione di mode e modelli e alla pura speculazione commerciale. Ma volendo valutare il fenomeno nel suo complesso, data la sua vastità, occorre trovare un’ altra angolazione. I due secoli precedenti al nostro sono stati caratterizzati da un forte spirito rivoluzionario, nel pensiero, nelle arti, nella politica, che ha avuto il suo culmine negli anni ’60. Da circa vent’anni invece domina un forte senso di restaurazione. In politica la “maggioranza silenziosa”, che si rispecchia nei partiti di destra populista, sembra avere vinto. Nell’ arte impera il giudizio “è stato già detto tutto”. I commentatori politici deprecano il “pensiero unico”( ma qual è? Ad ascoltarli alla fine se ne contano 5/6.....) da cui non si scappa. La nuova frontiera diventa perciò il corpo. Il corpo è il campo di battaglia dove si combatte per conquistare un’identità. Un’ umanità non più capace di pensare proietta sul corpo, come in una malattia psicosomatica avviene col disagio psichico, la propria necessità di uscire dagli schemi. Il cambiamento del proprio corpo diventa l’unica rivoluzione possibile, anche se in realtà è di reazione si tratta, poiché i nuovi mutanti aderiscono a modelli conformisti, e il cambiamento è solo superficiale, persino autistico. Da un punto di vista psicologico, possiamo parlare di una società isterica, che ha perso il piacere del pensiero, come direbbe lo psicoanalista Masud Khan ed erotizza la pelle, il contenitore e mette in mostra un falso Sé, come ci potrebbe spiegare Didier Anzieu, altro grande della psicoanalisi; o afflitta da una patologia narcisistica, priva di introspezione, che incapace di esprimere una visione del mondo ricorre all’ azione (acting out). L' analfabetismo emotivo, caratteristico di epoca che è educata solamente dalle immagini veloci di televisione e videogiochi, comporta di non saper leggere dentro sè, e di dover provare dolore fisico per provare ancora qualcosa. che un operazione, una malattia, siano dolorose non è un deterrente, ma una necessità, affinché vi si possa dare un significato.Una società malata, incapace di creare cultura, ma solo di vuoti gesti estetizzanti, come appunto attaccare il proprio corpo o al massimo tingere l' acqua di una fontana. Ci sono ancora altri fenomeni da notare. La perdita del senso del tempo storico: abbandonati i miti della tradizione e del progresso un' umanità che vive in un eterno presente scolpisce il tempo sul corpo, creando un prima e un dopo con una cicatrice, come l' abbattimento di una statua o un attentato segnano un prima e un dopo nella politica. La perdita del senso del Sacro: in una società materialista, dove il materialismo è però figlio del capitalismo avanzato, il corpo non è più tempio dell' anima o immagine di una divinità, ma un prodotto, e come tale va presentato come bello e manipolato se insoddisfacente, pratica che non è mai realmente egosintonica, ma basata su modelli imposti dall' alto. Soprattutto negli adolescenti, se in passato cercare di cambiare il corpo con tatuaggi e piercing era esibire una diversità, oggi con questi e con la chirurgia estetica il messaggio è vogliamo essere uguali, come le ragazze asiatiche che vogliono somigliare alle dive di MTV. Ricordate lo “scritto corsaro” di Pasolini sui capelli lunghi? Ecco, quello era il primo passo.      

domenica 4 gennaio 2009

Mostri della Sardegna


di Anna Orrù.



Il mio intento è quello di raccogliere, raccontare e farvi conoscere per quanto possibile i cosidetti “contus de forredda”.Racconti fatti dai nostri Nonni attorno al focolare o, in estate, seduti per strada. Dopo aver mandato a dormire o a giocare i nostri genitori, si raccontavano storie spaventose, relative a “su carr’è sa motti”(trad: il carro della morte), ad apparizioni di spettri, a tesori nascosti, storie che lentamente, ma inesorabilmente, purtroppo scompaiono.

Queste storie, legate a doppio filo alla tradizione e al folklore della nostra terra, hanno, per chi le sa ascoltare, la capacità di regalare una visione, seppur fugace, di un intero universo che ormai l'uomo è sempre meno in grado di cogliere preso com'è dal vivere quotidiano.

Sarà che sono stata un po’ fifona da bambina … ma queste storielle mi fanno ancora un certo effetto…


GENTILES

Sono i più antichi abitatori dell'isola, di statura gigantesca e forza sovraumana, hanno in genere un bell'aspetto, in alcune PARISTORIAS (leggende) si dice che avessero un occhio solo. Alcune grotte dell'interno, secondo qualche pastore, conservano i segni del loro passaggio. A loro si deve la costruzione dei monumenti funerari megalitici. In alcune leggende si racconta che ricevettero da EUSUPRIMUSONNENDI l'incarico di pastori della terra, per prepararla alla presenza dell'uomo. Uomo che in antichità ha avuto rapporti con queste figure leggendarie, e che da loro ha imparato a costruire le case di pietra, i NURAGHES. I GENTILES si muovevano cavalcando fascine di legna. Oggi il loro compito di pascolare la terra non è venuto meno, ma non si fanno più vedere dall'uomo con il quale non hanno più alcun rapporto. I numerosi incendi, la siccità, sono i segni del loro costante allontanamento. Secondo un pastore di NURAXI NIEDDU (in provincia di Oristano) nascondono tra i pochi alberi fitti rimasti in BARBAGIA. 

ARREYULTA

Altissima e grossissima, s'Arreyulta appare tra il 31 Luglio ed il 1° Agosto, ed è conosciuta solo a Bessude Si tratta di una donna dalle proporzioni gigantesche, che trascina pesanti catene ed abita in una grotta poco fuori il paese. (Zia Thiadora, 99 anni, racconta di averla seguita, non vista, fino alle falde del monte PELAU) Il suo compito è di castigare le ragazze che non hanno filato almeno otto matasse di lana, tagliando loro mani e piedi. Chi s'imbatte in lei nei crocevia conoscerà la data della sua morte, e questo lo farà impazzire.

KADDOS BIRDES (cavalli verdi)

Sono cavalli dal manto verde famosi per la loro bellezza. Difficili da incontrare, i cavallini verdi, sono dotati di poteri magici Le paristorias dicono che Il re di Monteleone e quello di Bisarcio ne possedevano uno. Il possesso di questi cavallini fu causa di guerre e della scomparsa di alcune città antiche (BARACE, e SANT'ANTIOCO di BISARCIO). Bisogna anche dire che avvicinare il cavallino verde è difficile, nessuno l'ha mai cavalcato. Appare all'improvviso così come all'improvviso scompare. Può essere che nella terra a forma di sandalo uno o due esemplari circolino ancora, un po come la foca monaca, un tempo amica e alleata dei Giganti, della quale restano un paio di esemplari. Una leggenda dice che quando ETEDLLA BILDE (è questo il nome di uno di loro) si farà cavalcare il giorno del re pastore verrà.


IL MALIGNO

Alcuni nomi:
AREMIGU - BALENTE - BEKKU - BESTIA - DIAULU - DZAMPADIADDU - FORASDENOSU - FORASDOMINE - INGANNADORE - LUSBE' - KODICELLA - KOAS DE FOGU- LUTTSIFERRU - MASKINGANNA - PUDIDU-PUTTSA - TENTADORI
Molti di questi spiriti maligni sono giunti dal mare, portati dal sapere dei MAZIABREBUS.
Questi spiriti malvagi si incontrano la maggior parte in queste notti: di San Giacomo, di San Giovanni Battista, del Sabato Santo.
Luoghi dove preferibilmente si manifestano:nei crocevia, nei luoghi sacri abbandonati, nei cimiteri, tra le piante di fico.
Luoghi da evitare la notte dove si possono incontrare: davanti agli specchi, le acque dei pozzi, le sorgenti, i ruscelli, alcuni nuraghi e alcune grotte si dice siano custoditi da loro. 
L'incontro con uno spirito malvagio è assai temuto, perché tali esseri procurano spavento, cercano di sfruttare l'ingenuità con l'inganno, e scombinano la vita di chi incontrano In particolare l'incontro con 
S'AREMIGU può provocare la demenza in chi lo vede e disperdere il bestiame dei pastori come un vento impetuoso.

Nota: Prendetemi pure per pazza, ma a casa mia di fronte alle scale per salire alla zona notte, c’è uno specchio… ovviamente quando rientro la notte tengo lo sguardo basso o guardo altrove… e magari se velocizzo il passo è meglio!!

MOMOTTI

Nessuno mai l'ha visto, quasi tutti l'hanno sentito camminare vicino al proprio letto. Si aggira vestito di un grande mantello color notte che ricopre il suo corpo. Nella mano sinistra tiene una grande sacca dentro la quale sistema le sue prede…i BAMBINI disobbedienti. Il suo nome è antico, più degli antichi romani e certamente nasconde lontane leggende dei SARDOPELLITI.
Altri nomi: 
Bobbotti-Babborku-Bobboi-Mammone.

Nota: Ommioddio…ok ok sono una fifona..ma questo mi ha accompagnato durante tutta l’infanzia… “non andare là che c’è Momotti” (in italiano sarebbe l’uomo nero) oppure “se non fai la brava viene Momotti!”..Fatto sta che non l’ho ancora incontrato (e non ci tengo)..ma nonostante i miei 26 anni ho una schifosissima paura del buio…E chiedetemi se ho visto Boogie Man al cinema!!!


AMMUTADORE

È un essere che agisce collegato con il sonno della sua preda. Si capisce che si è introdotto nel sonno perché provoca una sensazione di angoscia, soffocamento e oppressione nel malcapitato. Essendo un incubo è estremamente difficile cacciarlo via.
È il terrore dei pastori che dormono in aperta campagna, poiché li attacca alle spalle, mentre sono indifesi nel sonno, soffocandoli con i suoi artigli.
Non è facile cacciarlo via, ci sono alcune formule segrete che conoscono alcune vecchine. 
Altri nomi con cui viene chiamato questo incubo: 
AMMUNTADORE- AMMUTTAROI- MUNTADORI- MUTAROLLA

Prendere nota: Non dormire mai in aperta campagna…


SU PUNDACCIU

Il suo nome deriva da PONDUS - PENDERE
Si tratta di un folletto burlone che ha l'abitudine di divertirsi sedendo sulla pancia dei dormienti. Nel sonno la sensazione è quella di avere fatto indigestione.
Veste di velluto blu ed in testa ha una berretta rossa (qualche volta ne ha più di una, si arriva perfino a sette berrette - vedi il Baottu de Setti Berrittas di Bosa).
Ogni Pundacciu custodisce un tesoro, se si riesce a levargli la berretta prima che fugga è costretto a svelare dove si trova. Ad Ittiereddu un anziano ci ha raccontato di un Pundacciu che ancora oggi vaga alla ricerca del suo tesoro che ha dovuto regalare ad una bambina furba.


MASKINGANNA

Significato del nome: Maestro degli inganni.
A volte è una voce che chiama i dormienti i quali si svegliano terrorizzati in un bagno di sudore. Altre volte si comporta da spirito burlone, apparendo sotto forma di bambino piangente, o di oggetto che appare e scompare. Le sue azioni non hanno un senso logico, tutto ciò che fa, nasce dal desiderio di divertirsi nel compiere azioni che fanno spaventare le persone.
Per cacciarlo via basta fare un segno della croce e gridare: "NOSTRA SIGNORA MIA" oppure, urinare la propria mano e gettarsi alle spalle il liquido.

Prendere appunti: 1) Sopprimere mia sorellina che parla nel sonno ogni volta che rientro la notte…


SA SURBìLE

La strega vampiro.
Si tratta di persone viventi che perlopiù conducono una vita normale, ma che sono irresistibilmente attratte dal sangue di bambino, e per soddisfare il loro desiderio sfruttano il potere di trasformarsi in mosca e di volare. L'aspetto esteriore spesso non permette di identificarle con certezza, tuttavia, alcune fonti, descrivono alcune caratteristiche che possono svelare una SURBILE: La Bruttezza è già di per se fonte di sospetto; poi il portamento trasandato, i capelli spettinati, le unghie lunghe, ed il corpo peloso. Un segno di riconoscimento nascosto tuttavia può svelarle; la coda. In qualche caso di Acciaio, di ferro, o a Forma di falce. Il più delle volte le SURBILES hanno una croce pelosa sulla schiena.
Si diventa Surbiles: 
1) facendo un patto con il diavolo 
2) nascendo la notte di Natale, a mezzanotte.
3) nascendo settima figlia femmina. 
I paesi delle streghe vampiro sono VILLACIDRO e BIDONI'. Ancora oggi numerose sono le testimonianze che raccontano Contos o Paristoras che le vedono protagoniste. Per liberarsi di una SURBILE è sufficiente indossare un capo al contrario, o gettare per aria un copricapo.


Anna Orrù.



Nota: n°11 

Nota n°22 



continua ...