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giovedì 9 aprile 2009

La rimozione della morte




Un aspetto preoccupante della società contemporanea è il processo di rimozione della morte. Nella società contemporanea, in cui l’uomo si sentiva parte della natura e viveva secondo i suoi ritmi, la morte era totalmente accettata e addirittura in molte società, come nell’antico Giappone, gli anziani si allontanavano spontaneamente dalla città per recarsi a morire in luoghi sacri. La società attuale sembra dominata dal mito dell’eterna giovinezza, e questo pare nascondere dentro di sé il terrore della morte. I minimi segni di invecchiamento sono nascosti col fitness e la chirurgia estetica, anche con risultati spesso grotteschi. Mentre pare crollato ogni tabù rispetto alla sessualità, al buon gusto, alle funzioni corporee (quante pubblicità dedicate all’argomento!) e non ci si preoccupa di mostrare in TV delitti o stragi d’ogni tipo, la mortenaturale appare un intoppo da superare, e le malattie mortali non sono mai chiamate per nome, come succedeva un tempo per il diavolo. Forme ossessive di accanimento terapeutico vengono mascherate da amore per la vita. Dietro a questi comportamenti appare un vero delirio di onnipotenza, in cui l’uomo, ormai signore del cosmo, prima o poi supererà questo ultimo dettaglio che la lega alla natura. Corollario di questo delirio di onnipotenza è il totale rifiuto dell’errore umano. È vero, in molti campi, per esempio in chirurgia, è ovvio pensare che l’errore umano non debba esistere. Però l’essere umano in quanto tale è limitato e fallibile, e può perciò sbagliare. Che un operazione possa fallire, che possa capitare un incidente va messo in conto, specie se gli esecutori sono costretti a turni di lavoro massacranti, in nome del risparmio sul personale. Ma anche questo è un tabù che non si può pronunciare, e chi sbaglia deve essere crocifisso e messo alla gogna. Un ennesimo comportamento che caratterizza questa fase storica ed è preoccupante perché indice di regresso è la continua ricerca di capri espiatori. Molti studiosi, per esempio Renè Girard, fanno iniziare la società moderna con l’avvento di Cristo che, col suo sacrificio, fa cessare la pratica del capro espiatorio, cioè separa la violenza dal Sacro. La ricerca del capro espiatorio non è in realtà mai morta del tutto ed è stata anzi molto usata dall’ideologia nelle sue forme più spregevoli (razzismo, antisemitismo), ma da un po’ di tempo a questa parte è pratica frequente. Si può pensare che sia una conseguenza del fortissimo scadimento di livello della politica, ma è comunemente accettata, e questa è la componente veramente pericolosa del fenomeno. Sono gli aspetti paradossali da una società in crisi, la coesistenza di aspetti che superano la modernità e di altri terribilmente arcaici, ma che uniti tra loro portano l’imbarbarimento cui assistiamo quotidianamente.

1 commento:

  1. si mi è piaciuto...mi sono sempre kiesta come mai in Italia, nn esiste la parola: responsabilità...nessuno è responsabile, del degrado ke va incontro questo ns "povero" paese xkè nn kiediamo + responsabilità??...qui,tutti kiedono diritti, discoconoscendo però, i doveri... nessuno è responsabile delle proprie azioni e del proprio fallimento...e questo è un paese civile??...dove è + importante piallare un cuscinetto adiposo o dikiarar guerra alla famigerata cellulite anzikè accettare il corso naturale della vita?...La morte è inesorabile e, ognuno di noi, prima o poi raggiunge...la sua fine. E' inutile combattere la vekkiaia...xkè è impossibile vincere la morte. (x ki ha fede) Soltanto un Uomo è riuscito a vincere la morte. La nostra, invece, è una continua lotta x nn soccombere alle ns angosce, tutte menate e paranoie ke rovinano i migliori anni della ns vita...il + delle volte,nn capiamo una pera di come si può vivere tranquilli e sereni...ma è normale pure questo...l'uomo ama complicarsi la vita...Serena Pasqua a tutti:)))

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