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giovedì 23 luglio 2009

Proporre invece di reagire



Un leader scaltro, che ha come obiettivo il controllo di una nazione democratica moderna, non compie mai azioni che non sono motivate dalla massa.

Abbiamo già esaminato, nelle tecniche di persuasione di massa per i sistemi democratici, quali sono i punti cardine da controllare per accentrare tutti i poteri sul leader e limitare i dissensi (Televisione, Forze dell’ordine, Manifestazioni, Scioperi, Giornalisti, Magistrati, Scuola, Leggi elettorali ecc..). Più ogni singolo fattore viene conquistato, più si acquisisce consenso, e di conseguenza, potere di rafforzare esponenzialmente tutti gli altri ancora deboli, fino a poter cambiare le leggi in maniera autonoma e tagliare fuori dalle decisioni dirette l’intelligenza dei cittadini.

Nel corso degli anni, il leader evidenzia costantemente alcuni precisi disagi del paese, e suggerisce una soluzione che favorisce anche l’acquisizione di qualcuno dei famosi punti cardine per arrivare al controllo. Con l’aiuto dei media, i provvedimenti che risolvono i problemi del paese (e insieme aprono le porte al regime) avranno facile consenso e si sommeranno. E’ sbagliato quindi, contestare ogni sorta di utilità dei singoli provvedimenti del leader. Una volta che la notizia è in ballo, il consenso della massa va inevitabilmente sul provvedimento a favore del regime più motivato e che non fa perdere consensi al leader.

Ciò che va contestata è la minore cura e diffusione verso le masse di tutti quei provvedimenti utili ai cittadini, che vanno esplicitamente contro gli interessi del leader. I Media, e in particolare le Televisioni, però, non sono tutti al servizio del singolo cittadino, spesso sono in mano a privati o comunque sono influenzati da interessi politici ed economici.

CHI DECIDE LE PROPOSTE DA DIVULGARE ALLA MASSA, HA IL POTERE

Finché è il leader a scegliere quali proposte utili promuovere con maggiore energia e quali proposte utili trascurare, non possiamo che accettare passivamente che i provvedimenti (motivati) si sommino e i punti cardine per il controllo del paese vengano conquistati. Tutti i diritti dei cittadini, che il leader non ha interesse a promuovere, vanno via via scomparendo dall’immaginario collettivo, schiacciati dal resto. Per capirci, fra i molti problemi anche urgenti dei cittadini, si sottolineano di più quelli che favoriscono il sistema di controllo. Se, ad esempio, ci fosse una sensibilizzazione, per anni, verso problemi opposti a quelli che fa comodo sollevare al regime (ad esempio sottolineare la difficoltà di diffusione delle idee diverse da quelle imposte, invece di concentrarsi sulla tutela dei diritti di chi non vuole dissentire), allora il potere non potrebbe accentrarsi. Invece la somma di provvedimenti mirati, durante gli anni, può portare facilmente ad un completo controllo di tutto il sistema, lasciando l’illusione della democrazia nella sola scelta del voto.

Nella pratica, vediamo alcuni esempi di dichiarazioni ufficiali dove si propongono delle soluzioni a problemi reali.

PRIMA SOLUZIONE: ACCENTRAMENTO DEL POTERE IN MANO A POCHI

Problema più evidenziato: inefficienza, ingovernabilità, eccessivo frazionamento. Problema meno evidenziato: aumento della distanza fra la il singolo e la casta del potere.

Dichiarazioni: ”Parlamento pletorico, assolutamente inutile e controproducente” - ”poteri veri e non finti al premier” - “Il voto appannaggio dei soli capigruppo parlamentari: tempi certi sull'approvazione delle leggi” - “Questa legge elettorale ci garantisce Una forte governabilità con una forte maggioranza sia alla Camera che al Senato, va contro l'eccessivo frazionamento” - "La formulazione dell'articolo 41 della costituzione risente delle implicazioni sovietiche".

Per chi fosse curioso, riportiamo il testo integrale:

Art.41 della Costituzione Italiana - "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".

SECONDA SOLUZIONE: LIMITARE DISSENSI

Problema più evidenziato: tutela dei diritti di chi non dissente. Problema meno evidenziato: limitazione della diffusione delle idee diverse da quelle imposte.

Dichiarazioni: Berlusconi - "Se ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare, non impediscano l'accesso di altri nelle strutture pubbliche" - “bisogna dare piena attuazione al diritto di chi non manifesta di vivere la propria città” - “Il governo vuole lo 'sciopero virtuale' per necessità di garantire ai cittadini servizi essenziali” - “adesso tocca ai delegati sindacali” - “L'Onda? sono dei guerriglieri e come tali saranno trattati” - "i giornali stranieri sono ispirati e insufflati dalla sinistra italiana" - "Fare i giudici è da disturbati mentali" - “Magistrati metastasi della democrazia” - “Giudici eversivi” - ''Se uno nasce con la voglia di fare male appartiene solo a tre categorie: o fai il delinquente, o il pubblico ministero o il dentista. Visto che i dentisti ora hanno queste punturine per non farci male io ci metto i giornalisti'' - Sulla politica estera: "Imporre la libertà con forza" - “in Rai, si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra“ - “L'uso che Biagi, Santoro, Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga.”

Un esempio sull’istruzione…

TERZA SOLUZIONE: PROMUOVERE LA SCUOLA PRIVATA

Problema più evidenziato: sedi inutili, improduttive. Problema meno evidenziato: limitazione dell’intelligenza e dell’educazione libera da interessi

Dichiarazioni:"No alla moltiplicazione dei corsi di laurea e alle sedi distaccate e inutili, in qualche caso con meno di 20 iscritti; no ai corsi di lauree con un solo studente. Sì, invece, a premiare solo le università con l'offerta formativa migliore. Affidare la gestione a manager che abbiano la responsabilità economica" - “Il primo bonus di stato per chi manda i figli nelle scuole private sarà distribuito già quest’anno. E potrà cumularsi - fino a coprire l´intera retta - con i bonus che alcune Regioni riconoscono a chi frequenta le scuole private”

Un esempio sugli stupri…

QUARTA SOLUZIONE: ACCENTRARE ANCHE IL POTERE MILITARE

Problema più evidenziato: pericolo stupratori, ladri e assassini. Problema meno evidenziato: aumento del potere di controllare tutti i cittadini.

Dichiarazioni: "Estenderemo la presenza dei militari nelle varie città italiane per garantire la sicurezza"- “I poliziotti sono scesi nel quartiere, le pattuglie sono state incrementate, i Commissariati sono stati sburocratizzati" - “Un servizio di controllo del territorio più attento”

Alcune testate giornalistiche di un lunedì di qualche mese fa: “Clandestini liberi. Di stuprare" - "I criminali stranieri continuano a colpire con il foglio di espulsione in tasca. Il Governo prepara un decreto ad hoc” - "Stupri, pugno duro del governo" - “Calderoli: castrazione chirurgica" - "Subito il decreto: niente domiciliari” - “pacchetto sicurezza : Un contenitore che rafforza il «senso» di tutela", "Un decreto contro gli stupri".

…Dopo alcuni mesi si potevano prendere, senza forti dissensi, dei provvedimenti dai toni più forti: “espulsioni aumentate, funzionano i militari in città” - “Le nostre ronde saranno doc” - “Passeremo dalle ronde fai da te a quelle con certificato di garanzia”

…Sempre sull’onda della nostra richiesta di sicurezza pochi giorni fa il Governo ha ottenuto la fiducia alla Camera sul Ddl intercettazioni che, infligge gravi limitazioni alla libertà e al diritto d’informazione. Il decreto può far chiudere la Rete, infatti sancisce l’obbligo di rettifica entro 48 ore a pena di una sanzione pecuniaria tra i 15 ed i 25 milioni di vecchie lire per tutti i titolari di “siti informatici”, anche per i migliaia di semplici blogger che non hanno una redazione 24 ore su 24 che gestisce la loro pagina. Inoltre non sarà più possibile utilizzare le intercettazioni per combattere la criminalità. Ripenso al periodo del bombardamento mediatico sui rumeni che stupravano… ma non riesco a capire come questi aspetti del nuovo decreto c’entrano con la nostra sicurezza…

NOI SIAMO IL PAESE

Come abbiamo visto, la possibilità di reazione, favorevole o contraria, ad una questione proposta dal leader attraverso i media non determina affatto una condizione di scelta. Il regime propone costantemente delle soluzioni mirate e “giustificate” conquistando, durante gli anni, il controllo su tutto il sistema. Mettersi ad esprimere le proprie opinioni su ogni singola proposta del regime non serve a nulla… perché la maggior parte avranno almeno uno stralcio di motivazione e una sorta di utilità per le esigenze delle masse.

Dobbiamo chiederci invece, se vogliamo assistere passivamente alla conquista di tutti i punti nevralgici per il controllo di una nazione o se vogliamo iniziare a proporre un sistema alternativo, dove il singolo cittadino non sia tenuto distante dalla gestione del paese. Per fare questo, però, bisogna dapprima conoscere e diffondere a tutti, i modi in cui si controllano le masse.

Quando le proposte della maggioranza dei cittadini, verso le soluzioni alle necessità che sentono più urgenti avranno un peso minore di quelle diffuse da pochi con i media, di fatto, non si vivrà più in uno stato democratico.


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giovedì 9 luglio 2009

Repressione: paura di pensare

di Marco Canestrari.


L’UTILIZZO DELLA FORZA

"Non credo che i governi intendono fare qualcosa per porre fine alla paura, La paura è un capitale tremendo per i politici ed i mercati commerciali." - Z. Bauman 2008

Abbiamo già visto molte delle tecniche conosciute in sociologia, marketing e statistica per controllare le masse nei sistemi democratici moderni, ora approfondiremo un aspetto fondamentale che è presente in tutte le forme conosciute di controllo politico ed economico: LA PAURA.

Nei regimi democratici, al contrario delle dittature totalitarie, si ha bisogno della “accondiscendenza” delle masse verso i provvedimenti e i modelli imposti dal regime. Ma come si fa ad ottenere che la massa stessa chieda di venire controllata con la forza? Come si può fare in maniera che la massa accetti che vengano represse le forme organizzate di dissenso dal modello imposto del regime, tenendo isolate le ideologie dannose all’immagine del leader? Presentata in questi termini non si può! Infatti nessun individuo, neppure nelle dinamiche degli impulsi elementari delle masse, vuole essere soggiogato. Ma c’è un istinto più forte di quello della libertà, di fronte al quale, ogni altro desiderio diventa secondario: La Paura per la propria Sicurezza. Accettiamo di buon grado una limitazione della libertà di fronte ad una emergenza per la nostra vita.

Vediamo in che maniera un regime democratico che già controlla parte della politica, dell’economia e dei media, può accentrare, con gli anni, anche il potere di imporsi con la forza.


SIAMO IN PERICOLO, AIUTO!


La massa, per essere manipolata, deve percepire costantemente una situazione di minaccia fino a reagire in cerca di maggiore protezione. Quindi i media devono promuovere, negli anni, un massiccio bombardamento di notizie che diffondono un senso comune di insicurezza. Il paese deve essere vissuto come un luogo pieno di pericoli: gang giovanili, bullismo, ladri, assassini e stupratori vanno sempre bene.

Più la massa è impaurita, più saranno gestibili le sue reazioni istintive. Il terrore di venire aggrediti o derubati, di diventare poveri e l’incertezza per il futuro accentuano la reazione di isolamento dall’”altro” e ci aizzano verso politiche repressive e di sicurezza. Il Leader, dopo qualche mese, farà la parte del nostro salvatore in nome della concretezza e dell’efficienza. Accetteremo di aumentare il potere del leader, di promuovere le forze dell’ordine e militari, anche rivalutando la loro immagine tramite la televisione e i media.
Ecco il nocciolo: Una volta che deleghiamo al leader sempre più potere di controllare e reprimere con la forza, non abbiamo più la facoltà di diversificare la delinquenza, dal dissenso verso il regime. Così il potere che abbiamo tanto voluto accentrare nelle mani di chi ci comanda, viene usato per forzarci a non generare proteste né idee dannose al regime.



Esempio di come può venire presentata una protesta

Le manifestazioni vengono presentate da “inutili carnevalate” fino a “strumenti di guerriglia”. In TV vengono fatti vedere i danni causati dalla violenza dei manifestanti, i passanti colpiti, il bambino che piange, e spesso, i poliziotti feriti. La massa deve sentirsi spinta a chiedere maggiore forza dalle autorità competenti e deve concludere che manifestare non conviene ed è pericoloso, perché può trovarsi facilmente invischiata nella giusta reazione delle forze dell’ordine verso la violenza e l’inciviltà di chi manifesta. I motivi della manifestazione vengono presentati in secondo piano e alcune parole sostituite: Ad esempio “Disobbedienti” è più incisiva che “Pacifisti”.



Ogni possibile espressione di dissenso dai provvedimenti del regime viene rivista dai media e impacchettata come “negativa” o “minacciosa”. Si diffonde la paura di esprimere il proprio dissenso in pubblico, anche singolarmente. Chi esprime un’opinione che danneggia l’immagine di un potente, con un cartello o con un megafono, come sancito dalla costituzione, viene fermato ed allontanato dalle forze dell’ordine. I sindacati vengono indeboliti. Gli scioperi vengono resi virtuali o presentati come fonte di disagio per il paese, si evidenzia l’aspetto dannoso e stressante della mancanza del servizio piuttosto che spiegare le ragioni della protesta.

I Leader stessi, nei regimi dittatoriali, parlano con autorità e aggressività, spesso con minacce indirette o incutendo paure. Non è raro vedere un leader rivolgersi ad un giornalista o ad un magistrato fuori dal coro con frasi tipo: “né parlerò sicuramente in parlamento!”, “questa sua azione rimarrà una macchia nella sua carriera!”, “Vergogna!”, fino a far sentire ai giornalisti una mancanza di tranquillità nel proprio posto di lavoro.
In sostanza, un costante clima di terrore dove ognuno è sospettoso dell’altro e nessuno comunica è attualmente il modo più potente per perseguire obiettivi economici e politici. Il Potere di proteggere, viene usato da chi governa, come potere di reprimere il dissenso, e la guerra diventa la soluzione a tutti i nostri mali.

“Solamente le azioni coerenti all'ideologia sono buone. Tutte le 'impurità' sono viste come originate dall'"esterno" (il mondo). Quindi, uno dei modi migliori per sollevarsi dal peso della colpa è di denunciarle con grande ostilità. Alla fine questo porta all'epurazione degli eretici, all'odio di massa e alle guerre sante. Il gruppo punterà il dito contro gli errori di tutti gli altri impianti di credenze, mentre pubblicizzerà la sua propria purezza.” - Jan Groenveld


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giovedì 2 luglio 2009

Tronisti per caso?


di Marco Canestrari.

Chi crede che il controllo delle masse si attua prevalentemente gestendo le notizie nei programmi di informazione è completamente fuori strada. Il nucleo del controllo delle masse nei sistemi democratici, come abbiamo spiegato più volte, consiste nel determinare, alla lunga, dei modi di pensare generalizzati.

Abbiamo già visto negli articoli precedenti quali sono i modelli e le tecniche che creano una situazione di regime mantenendo l’illusione della democrazia: Sono i modelli di pensiero più elementari e impulsivi, quelli della rabbia, dell’invidia, della competizione con i metodi del branco o del linciaggio di piazza. Va proposta l’immagine del personaggio famoso, ricco, alla moda e piacente. Anche la comunicazione deve essere vissuta in un contesto di regolamenti dove è consueta la delega ad un Autorità che giudica e spiega, e, in ultima analisi, elargisce premi e punizioni.

Ma se volessimo veramente controllare le masse, in che maniera potremmo diffondere questi principi?



Dovremmo innanzitutto avere il controllo di un canale televisivo. Creare dei programmi seguiti da molte persone, specialmente giovani, che sono più facili da educare, e proporli per mesi o addirittura per anni…

Quei programmi dovrebbero mostrare ripetutamente l’espressione istintiva ed emotiva delle persone, e trascurare il più possibile l’aspetto della cultura e dell’intelligenza individuale. Favorire la competizione con premi e punizioni pubbliche decretate da un Autorità che divide costantemente fra buoni e cattivi, stimolare invidie e reazioni emotive da mostrare in pubblico. Risse, discussioni superficiali, aggressività e ignoranza ostentate, crisi isteriche e pianti sono utili. Questo è il paese che vogliamo ottenere.

Su un isola deserta, in una grande casa, in una fattoria o, semplicemente negli studi dell’emittente, questi ipotetici programmi dovrebbero promuovere delle immagini di persone ricche, esteticamente invidiabili, e preferibilmente superficiali. Plaboys, veline o aspiranti tali vanno sempre bene.

Potrebbero svolgersi in una scuola per giovani aspiranti alla fama televisiva, che accettano l’autorità di alcuni giudici, superano delle prove, imparano a seguire i regolamenti, esprimono gioia e lacrime e si esibiscono al centro di uno stadio pieno di folla.

Potrebbero avere dei troni su cui sedersi, però dover chiedere il permesso di parlare per alzata di mano, come si fa nelle scuole elementari. Potrebbero delegare, sempre per gioco, il controllo alla Maestra che potrebbe decidere chi deve parlare, come e quando, e magari rispiegare cosa voleva dire veramente chi ha parlato.

Potrebbero fare capire che il Giusto e lo Sbagliato non nasce da una indagine intellettiva, libera da coinvolgimenti di parte, ma invece dalle risate contagiose dell’arena in cui si grida, ridicolizzando l’avversario con una furba e cattiva battuta d’effetto.

I provini a pagamento e le selezioni per entrare a fare parte di questi programmi, potrebbero, sempre ipoteticamente, diventare essi stessi dei programmi televisivi che mostrano i giovani che hanno come unico sogno diventare un famoso personaggio televisivo. Sarebbe geniale mostrare tutto in TV: Dai provini al programma effettivo, e magari portare a Sanremo il vincitore o mostrare i partecipanti di questi programmi in vari altri talk-show. La televisione includerebbe in se tutto ciò di cui ha bisogno in un continuo autoriferimento, dal terreno di coltura fino al prodotto finito, passando per ogni fase intermedia.

Se esistesse un programma del genere, le coscienze collettive e il senso comune delle masse verrebbero, con gli anni, plasmati a favore dei modelli vantaggiosi all’accentramento del potere del regime, tenendo al tempo stesso la popolazione appagata, divertita, interessata, occupata e distratta dai problemi reali.



Infine verrebbero tutti richiamati in fila, senza ribellione, ad ascoltare con ansia le ultime decisioni prese dal genitore comune.


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giovedì 25 giugno 2009

Il Regime non si Vede

NON SERVE IL CONSENSO UNANIME SE L’OPPOSIZIONE E’ DIVISA


Per ottenere il potere in un sistema partitico non è necessario un consenso del 100% della popolazione, al contrario anche un’opera di convinzione decennale verso la massa di proporzioni del 10% o 20% può determinare l’ascesa al potere di una fazione politica o l’altra. Più è accentuata la frammentazione e l’isolamento descritto in precedenza e più potere acquisisce il leader che controlla i media. Per capirci, se ad esempio siamo 100 cittadini, 60 hanno voglia di partecipare alla decisione. Di questi 60, 13 danno il consenso ai media. Quei 13 andranno al potere se tutte le altre persone sono divise in gruppi di 3 o 4. Più sono divisi i gruppi, secondo particolari, cavilli e preferenze personali e meno ci sarà una rivolta al regime.

I cittadini in quanto individui, come abbiamo detto, non avendo canali di comunicazione e diffusione di massa per diffondere le proprie idee, non possono sviluppare un “senso comune” di opposizione al regime.

PROMOZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE



Più lo stato è accentrato, e meno significato politico viene dato alle minoranze e hai contraddittori. Si propone ad esempio che votino solo i Capigruppo, oppure si spinge verso sistemi elettorali fortemente maggioritari, e dove le minoranze abbiano degli sbarramenti e la loro crescita diventi impossibile.

In ogni regime totalitario la progressione dell’accentramento e della forza vanno di pari passo con il consolidamento del sistema delle forze dell’ordine. Da un lato si stimola la rabbia e l’istintività che viene guidata facilmente (dalla paura e dal circoscrivere i desideri e le aspirazioni della massa), dall’altro si aumenta il controllo e la repressione per evitare sul nascere qualsiasi ceppo di rivolta o di voce fuori dal coro. Più le forze dell’ordine sono presenti (sia sul territorio che nei media) e più la massa evita di promuovere modelli che vanno fuori dalle regole e dalle leggi del regime.

PRETESTI MOTIVANTI

Ogni azione del leader, in un regime democratico, è sempre accompagnata da una motivazione accettata dalla massa e espressa chiaramente insieme all’azione. Ogni leader ha ben chiaro il ventaglio di procedure vantaggiose per acquisire potere politico ed economico, quelle di base variano poco, altre mutano a secondo delle circostanze, delle alleanze e dei propri interessi economici.

Il capo del regime attende di volta in volta l’occasione adatta per poter motivare una delle sue molteplici azioni vantaggiose secondo la richiesta attuale delle masse. Se il controllo dei media è forte, si può creare su misura una richiesta della massa, con un bombardamento mediatico preparato in precedenza.

Per riassumere, in democrazia, le azioni del leader (che portano sempre vantaggio al suo partito o alla sua azienda), sono sempre scelte fra le infinite necessità VERE dei cittadini.

Da sempre, le reazioni nelle dinamiche di massa più forti e semplici da manipolare, sono state quelle spinte dalla paura: Una minaccia per la sicurezza, come ad esempio il terrorismo, la povertà, la criminalità, gli stupri, la guerra, o spesso anche minacce a delle sicurezze ideologiche dove il gruppo si identifica, che siano politiche o religiose, minacce come il “comunismo” o “l’islamismo”.

Viene stimolata la paura e quindi la richiesta urgente di uno stato più forte e governabile che possa proteggere e risolvere in maniera sicura e rapida le necessità del gruppo.

NON DARE L’IMPRESSIONE DI ESSERE IN UN REGIME



Va precisato, che la persuasione più efficiente è quella indiretta, dove lo spettatore non sente di ricevere imposizioni né restrizioni alla libertà. Se ad esempio abbiamo il controllo tutte le televisioni e vogliamo ottenere più consenso possibile verso un determinato modello di pensiero, la strategia migliore NON è quella di bombardare sempre e comunque quel modello senza opposizioni né alternative. Se lo spettatore nota la mancanza delle altre voci acquisisce sospetto e resistenza verso qualcosa che può sentire come mancanza di libertà e imposizione, e viene danneggiato il consenso. E’ più vantaggioso proporre magari un 80% di opinioni (tesi, canali, interviste, discussioni, ospiti) a favore e un 20% contrario, cosi, alla lunga la massa viene coinvolta nel modello di pensiero proposto senza acquisire resistenza. E spesso è molto utile lasciare completamente libere dal controllo del regime quelle pochissime voci diametralmente contrarie al modello che vogliamo inculcare, quelle cosi estreme che esprimono da sole e in libertà, motivazioni superficiali, contraddittorie, esagitate, irrazionali o evidentemente di parte, con ospiti poco preparati o superficiali. Così lo spettatore può farsi da solo gli anticorpi per fronteggiare alla base le tesi nemiche.

Poi ci sono dei tempi da rispettare, il messaggio risolutivo di forza del leader non viene mai se prima non c’è stato un adeguato periodo si tempo in cui si è stimolata la paura presentando notizie di pericolo ripetute e costanti. Pericoli che spesso, come abbiamo visto sono ideologici, ad esempio anche “uno stato inefficiente e pieno di burocrazia, democratico dove ogni idea viene discussa e poche azioni prese” può essere propinato come un possibile pericolo, oppure “il pericolo di essere stuprati dai rumeni”, oppure “il pericolo di diventare poveri” ecc..

Quando la paura è diffusa e la massa desidera un’azione protettiva del leader e richiede uno stato forte, allora il leader si fa avanti con determinatezza e ordina l’azione.

UNICO SCOPO: IL POTERE

La realizzazione di alcuni dei punti elencati permettono il controllo sui grandi gruppi democratici e l’instaurazione di un regime. Più ogni singolo fattore viene rafforzato, più di acquisisce consenso, e più si rafforzano esponenzialmente tutti gli altri punti. Si può cosi ottenere il consenso che in democrazia determina il potere politico/economico che permetterà, a sua volta di rafforzare sempre di più tutti i fattori ancora deboli, fino a poter accentrare continuamente i poteri, cambiare in maniera sempre più autonoma le leggi stesse, per favorire così i propri interessi diretti e indiretti e acquisire ancora potere, arrivare a controllare la magistratura ed esserne immune, fino a rivedere la costituzione tagliando fuori dal gioco decisionale la ragione e l’intelletto dei cittadini.

"Le masse non si avvedono di essere terrorizzate spiritualmente e private della libertà e ammirano solo la forza, la brutalità e i suoi scopi, disposti a sottomettersi. Capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità. Pertanto la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d'ordine martellate ininterrottamente finché entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. Si è parlato bene quando anche il meno recettivo ha capito e ha imparato..” Hitler - Mein Kampf.


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giovedì 11 giugno 2009

L'interpretazione dei sogni. 4^puntata.

MBM Extra



Il narcisismo deriva dall'illusione infantile di essere perfetto e onnipotente; inizialmente questa energia libidica viene investita su se stessi, il suo oggetto pulsionale è l'Io, poi una parte di questa energia viene investita all'esterno. Il primo oggetto sessuale investito dall'energia libidica è rappresentato dalla madre, (o da una figura materna in generale) perchè le prime soddisfazioni sessuali autoerotiche vengono sperimentate attraverso le funzioni vitali; l'allattamento prima (fase orale) e la defecazione dopo (fase anale).


Quando, durante la crescita, l'illusione di onnipotenza viene smentita dalla realtà attuale, la perdita viene compensata dall'Io che costruisce un Io ideale, un rifugio dove custodire il narcisismo infantile. Si tratta di quello che poi diventerà il Super Io, sede dei valori che difenderanno questa idea di super potenza. Si tratta di quello che nel post precedente ho definito il vedere la vita per ciò che dovrebbe essere, ignorando ciò che in realtà è. Patria, famiglia, Dio, ecc ... sono tutte manifestazioni concettuali di quello che era il narcisismo infantile e che nei sogni è responsabile delle difese del lavoro onirico. L'ideale dell'Io aiuta il futuro adulto a relazionarsi con l'Io attuale e a reprimere le idee che non corrispondono alle sue esigenze reali.
Quando le nostre pulsioni non trovano il modo di scaricarsi in un oggetto reale possono essere nuovamente ritirate e rivolte verso l'Io ... si tratta di un fenomeno chiamato regressione ... perchè ci fa tornare ad un periodo infantile. Nei sogni le regressioni sono frequenti, perchè spesso il nostro sonno pullula di desideri infantili mai appagati o che non possiamo più appagare.
In casi estremi, quando tutta la libido torna all'Io si manifesta la megalomania -e se il tuo alter ego è Veltroni le cose si complicano- ed effettivamente quando parliamo di narcisismo non possiamo non tener conto dell'autostima ... siamo tutti (ve lo auguro) narcisisti. L'autostima dipende dalla libido narcisistica; una parte di essa deriva dal narcisismo infantile, un'altra dal soddisfacimento dell'ideale dell'Io, ed infine un'ultima parte deriva dal soddisfacimento dei desideri sessuali, (che non significa solo trombare, ma anche creare ... Leonardo sta all'arte, come Rocco Siffredi sta al sesso).

"Amare di per se stesso nella misura in cui implica desiderio e deprivazione abbassa la stima di sè; mentre essere amato, avere il proprio amore ricambiato e possedere l'oggetto d'amore innalza l'autostima".
(Sigmund Freud).

Da un punto di vista pulsionale si può dire che nel narcisismo infantile (primario) l'appagamento è auto erotico e le pulsioni sessuali hanno un centro comune nei genitali ... ecco perchè il simbolismo onirico è pieno di falli e/o vaggine, ecc ... Ci sono dei meccanismi conseguenti del narcisismo che vediamo nella vita reale come nei sogni . Quando per esempio il narcisismo infantile viene disturbato dagli oggetti reali la mente ingloba nell'Io gli oggetti buoni espellendo quelli cattivi ... identificando nell'altro il male che è in noi, come quando nei TG si tende ad evidenziare la delinquenza dello straniero, dimenticando mafiosi e caporali nostrani che ne sono la vera causa. Nel sogno questo meccanismo di difesa, che espelle il nostro essere cattivo e crudele per conservare il nostro ideale dell'Io buono e generoso è molto frequente; dal momento che tutti i personaggi dei nostri sogni sono parti espulse di noi stessi camuffate da altri ... questo avviene anche quando vediamo noi stessi nel sogno come se stessimo guardando un filmato che ci rappresenta.
Il lutto e la sua elaborazione deriva dal ritiro della nostra libido dall'oggetto che è venuto a mancare al nostro Io ideale ... ed è il motivo per cui il mito della vita eterna è il maggiore successo di tutte le religioni; perchè i morti continuano a vivere in noi attraverso questo meccanismo ... ciò che ci rende tristi a seguito della perdita di una persona cara è quella quota di odio verso di essa che abbiamo inibito in ragione del suo amore e che ora, a seguito della perdita è libera di scorrazzare nella nostra testa ... ragione per cui sognare un caro estinto serve a censurare pensieri di odio verso di lui, che ovviamente sono impensabili, producento tristezza e sconforto nella veglia ... il sogno riproduce l'oggetto perduto, impedendo alla quota d'odio di rendersi manifesta nel sogno, nella veglia invece (arte molto italiana) tendiamo a ricordare il defunto solo per gli aspetti positivi della sua vita, censurando tutto ciò che potrebbe risvegliare la quota d'odio verso di lui.
Ci sono animali che non soffrono per la perdita della compagna e che addirittura mangiano i cuccioli per potersi accoppiare con la madre ... non ci pensiamo mai (o non vogliamo farlo) ma il lutto e la malinconia non sono affatto scontati e criticare un figlio solo perchè non piange il padre defunto è da stronzi, oltre che ipocrita!

Narciso non muore per la sua vanità, ma perchè specchiandosi ha voluto vedersi dentro.
(Carmelo Bene).

SIAMO TUTTI NARCISISTI.

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giovedì 4 giugno 2009

L'interpretazione dei sogni. 3^puntata.

MBM Extra


di Giovanni Pili.


Il presente post è molto chiaro ... specialmente se avete letto quello precedente di cui vi consiglio, se vi interessa l'argomento, la lettura.






La pulsione sessuale


Esiste all'interno della mente una forza di tipo psicologico che possiede tre caratteristiche: può essere orientata verso un oggetto per giungere a una sua scarica (meta), ha un'origine specifica (fonte) e una grandezza o intensità. Non esiste solo la pulsione sessuale (libido) essa è infatti contrapposta alla pulsione di morte. La vita è una forza che si oppone all'inanimato della materia di cui siamo tutti fatti, prima o poi questa forza si esaurisce e la morte trionfa ... la pulsione di morte in sostanza è come un monaco che ogni notte ci bussa per ripetere la solita cantilena ..."ricordati che devi morire".
Secondo il principio del Nirvana di Freud a ogni scarica di energia pulsionale corrisponde l'esperienza del piacere -viceversa- a ogni accumulo energetico non scaricato l'apparato psichico esprime uno stato di tensione interna e quindi di dispiacere. Il funzionamento delle pulsioni lascia tracce dettagliate nei sogni (dettagliate per chi riesce a decifrarle) l'interpretazione dei sogni equivale, da questo punto di vista, alle analisi del sangue.
Cercherò di rendere più chiaro il concetto di pulsione e del suo funzionamento, paragonandolo ad un temporale. Un punto nel cielo nuvoloso è la fonte della pulsione, mentre la terra sottostante ne è la meta; la quantità di energia accumulata dalle nubi in prossimità della fonte è la pressione o spinta pulsionale; lo scopo della pulsione è il fulmine, ora, perchè questo fulmine scarichi l'energia pulsionale ha bisogno di un oggetto che abbia le caratteristiche necessarie al soddisfacimento della pulsione, in questo esempio rappresentato da un fulmine che colpisce l'oggetto. A questo punto, continuando con il paragone elettrico, possiamo paragonare il meccanismo della rimozione ad un parafulmine, il cui fine è quello di deviare la scarica elettrica (pulsionale) direttamente alla meta in modo tale da non giungere all'oggetto proibito.
L'oggetto di una pulsione, specialmente nel caso dei sogni, è l'esaudirsi di un desiderio, seppur in fantasia, materializzare cioè un oggetto interno, in mancanza di quello reale esterno, o perchè ci viene negato, o perchè siamo noi stessi, con le difese inconsce a negarcelo, perchè tale oggetto è impensabile per la nostra educazione morale e civile. Dietro ad ogni desiderio inconscio, criptato dal lavoro onirico c'è sempre una o più pulsioni che premono per essere scaricate tramite l'appagamento di tale desiderio. Se tali desideri urtano con i nostri principi morali e con la nostra visione cosciente della vita, o di noi stessi, il lavoro onirico, come un para fulmine devia la scarica pulsionale attraverso il lavoro onirico, di cui ho parlato nel post precedente.
E' in ragione della pulsione sessuale che gran parte del simbolismo onirico (rappresentazione plastica) è costituito da falli, vaggine e amplessi vari. Ed'è in ragione della sua controparte, la pulsione di morte, che troviamo anche un simbolismo religioso, di morte o genitoriale. Attraverso la condensazione più scariche vengono deviate in un oggetto solo, mentre per effetto dello spostamento, l'oggetto destinatario privo di energia, viene sminuito e reso insignificante, mentre magari la sua energia viene deviata ad un oggetto che rappresenta il suo esatto contrario.
La cosa stupefacente è che le difese oniriche siamo noi ... è il nostro considerare il mondo (interiore ed esteriore) per quel che dovrebbe essere, dimenticando (consciamente o inconsciamente) ciò che realmente è che ci porta a censurare i nostri stessi desideri reali.

L'uomo è l'unico animale che si stupisce della sua esistenza.
(A. Shopenhauer)

E' questa ricerca di senso e di valori che contraddistingue la natura umana e la sua controparte etico-morale, ereditata dall'educazione familiare e dalla società, che costituisce le difese del lavoro onirico e della psicopatologia della vita quotidiana. Avrò modo di parlarne, pian piano, nei prossimi post.


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giovedì 28 maggio 2009

L'interpretazione dei sogni. 2^puntata

MBM Extra

di Giovanni Pili.

I guardiani del sonno.

Alla base dei sogni, cosi come dei lapsus, delle paraprassie, ecc ... troviamo uno o più desideri inconsci non accettabili, che se risalissero alla coscienza creerebbero angoscia e -nel caso dei sogni- ci renderebbero impossibile dormire. I sogni sono i guardiani del sonno.
I desideri impensabili, (fare sesso con la madre, castrare o uccidere il padre, ecc) vengono allontanati dalla coscienza attraverso il processo della rimozione; esistono poi altri tipi di difese che la nostra mente utilizza e che si manifestano in vari modi nei sogni, di cui parlerò dopo, e più dettagliatamente in seguito.
I lapsus, cosi come gli stessi incubi, sono dovuti ad un fallimento della rimozione ... nel post precedente Nicole ha accennato ad un suo sogno ricorrente, in cui non riesce mai a comporre un numero di telefono; ebbene, se Nicole prova angoscia o disagio durante questo sogno, (al punto da poterlo considerare una sorta di incubo) significa che le difese oniriche vogliono impedire che Nicole si avvicini troppo al desiderio impensabile che evidentemente è criptato come in un rebus nell'atto, nella scena, del comporre un numero di telefono.
Quando abbiamo un incubo, significa in generale che, il desiderio o i desideri alla base erano talmente inaccettabili dalla coscienza che, i meccanismi di difesa preferiscono sacrificare il sonno, facendoci sobbalzare dal letto, piuttosto che lasciare tali desideri liberi di risalire alla coscienza ... è appunto il fallimento della rimozione che porta a questo.
Proprio come nei lapsus i componenti di un sogno sono il sostituto di qualcos'altro, è una criptazione la cui unica logica è quella di nascondere il materiale rimosso. Durante la veglia tutto il cervello è più forte e le difese inconsce hanno parecchie armi a disposizione mentre nel sonno rimane solo una lucetta accesa ... tutta la logica e i principi etico-morali nel sonno si dissolvono e i desideri relegati nell'inconscio premono per risalire; le difese oniriche devono conservare questo stato di illogicità criptando il materiale compromettente. Ma le difese oniriche non hanno vita propria, non sono degli omini dentro il nostro cervello; esistono quindi dei metodi efficaci per aggirarle, interpretando cosi, i sogni.



Tre importanti regole per interpretare i sogni.

Freud identifica tre regole principali, sono le regole auree da seguire per chi vuole interpretare correttamente i sogni:

1-Cosa c'è dietro la narrazione?

La fonte principale di un sogno è il racconto che il sognatore ne fa, esso deve essere descritto dall'inizio alla fine, senza trascurare niente, nemmeno i minimi dettagli. Spesso e volentieri le caratteristiche più insignificanti, contengono le parti più importanti ... è il lavoro onirico che le nasconde li, proprio per impedirci di trovarle.
Inoltre è importante sapere cosa è successo il giorno prima e avere una anamnesi di base sulla routine quotidiana del sognatore per avere un quadro dei possibili desideri impensabili del sognatore e sapere anche quali elementi includere o escludere.
Il contenuto manifesto e quello latente del sogno sono in qualche modo collegati. Il sogno è un qualcosa di illogico, che nei primi cinque minuti dal risveglio, chi li ricorda, ha difficoltà a vederci un quadro sensato ... il sogno è talmente insensato che difficilmente ricordiamo tutti i sogni che facciamo. Nel ricordo, gli diamo un senso, una struttura logica che ci permette di riconoscerlo e di raccontarlo. Quando lo facciamo la mente continua ad innescare le sue difese. Inevitabilmente, contenuto manifesto (ricordo del sogno) e quello latente (l'insieme dei desideri inconsci per i quali è stato generato) sono collegati tra loro. L'insieme di processi che trasformano il contenuto latente in manifesto è definito da Freud lavoro onirico ... quel che ci rivela il lavoro onirico è un qualcosa di molto intimo, motivo per cui non interpreto mai i sogni di nessuno pubblicamente. Chi fosse interessato mi trova su FaceBook, una volta aggiunto possiamo parlarci li. Questo non vi vietà però di raccontarmeli nei commenti ... ansi, vi esorto a farlo quando potete.

2- Cosa ha generato il sogno?

Il sogno è il guardiano del sonno. Esso ci protegge da due tipi di stimoli, quelli esterni e quelli interni. E' importante capire se il contenuto del sogno è l'appagamento di un desiderio inconscio o la rielaborazione di un fattore esterno che disturba il sonno, come rumori, la sete, la vescica piena, la fame, l'ansia, disturbi cardiaci o respiratori, ecc.

3- In cosa consistono le difese del lavoro onirico?

Ho detto che non esiste solo la rimozione, essa nel sogno è l'ultima spiaggia ... non posso descrivere dettagliatamente tutti i meccanismi di difesa in un unico post, comunque in generale il lavoro onirico consiste principalmente in quattro meccanismi:

La condensazione è il meccanismo attraverso il quale si combinano insieme un certo numero di pensieri latenti in un unico elemento riassuntivo.

Lo spostamento consiste nello spostare l'intensità psichica da un pensiero ad un altro. Come già accennato, un contenuto manifesto di scarsa importanza cela al suo interno un contenuto latente di grande intensità emotiva. Inoltre non di rado gli elementi di un sogno possono celare il loro esatto contrario, oppure nascondere elementi che darebbero logicità al sogno ... lo spostamento è una frande rottura di marroni per chi vuole interpretare un sogno!

La rappresentazione plastica al contrario dello spostamento può essere di grande aiuto ... esiste un simbolismo onirico universale; un personaggio importante come un Re o Gesù rappresenta la figura paterna, la Madonna o una porno star potrebbe essere nostra madre. Un contenitore è l'utero, un bastone o un cappello (visto dall'esterno) è il pene (cosi come un ombrello). Se siamo dentro una casa, siamo dentro l'utero; se vediamo una casa dall'esterno è una donna, con porte e finestre che rappresentano tante vaggine, ecc. Il simbolismo onirico è pieno di riferimenti sessuali e non fa eccezioni nei bambini. Quando non riguarda il sesso fa riferimento ai genitori, alla morte o alla religione.

L'elaborazione secondaria come già accennato, avviene dopo, quando raccontiamo un sogno ... qui le difese diventano odiose ... sono capaci di tutto! Come nell'esempio fatto da deasense nel precedente post -riguardo il ricordo di facce già sognate ma mai viste prima- non si limitano a riempire i vuoti (nascosti da loro nello spostamento o nella rappresentazione plastica) ma si nutrono anche di elementi esterni, come anche nel caso dei sogni premonitori; di cui parlerò più dettagliatamente in seguito.

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giovedì 21 maggio 2009

Tecnologia interiore e informatica: meccanica mentale.




Quando avevo 12 anni, mio padre mi mise davanti ad un terminale remoto (per l’epoca all’avanguardia) collegato con un mainframe IBM. E’ stato lì che mi ha rovinato, perchè da allora non ho mai smesso di studiare i computer.  Qualche anno dopo, quando iniziai a studiare la natura interna del sistema umano, mi resi conto di quanto fosse in realtà stretto il parallelismo tra sistemi informatici e la mente umana. Cosa logica peraltro, considerato che i primi sono stati e vengono tutt’ora modellati proprio sugli schemi meccanici umani. 

La nostra psicologia, le nostre reazioni emotive, quando non strutturate o dirette con cognizione di fatto, rispondono agli stimoli esattamente come un computer: meccanicamente. La mente umana è binaria, tanto quanto quella informatica. Poco importa che il nostro cervello possieda una struttura tridimensionale; la mente ordinaria non può fare a meno di funzionare in termini di “si” o “no”.  Fortunatamente però l’uomo ha qualcosa in più rispetto alla macchina. Peccato che, nonostante quello che la maggioranza di noi ritiene, questo qualcosa sia solo a livello potenziale. Una possibilità che, se non adeguatamente sviluppata, rimarrà tale senza speranza.  Mi guardo intorno in questi mesi, leggendo sui giornali, su internet e tutte le fonti di informazione che mi capitano tra le mani, che non è quasi possibile trovare qualche informazione “vera”, che non sia stata cioè artefattamente posta in un ambito distorto o distorsivo, quando addirittura non si tratti di informazione falsa. I recenti episodi della febbre suina, o nuova influenza che dir si voglia , ad esempio rappresentano bene quello che intendo dire. E’ evidente la distorsione della verità di quello che realmente è accaduto.

Oppure la vicenda di Giuliani e dei suoi studi sulla previsione dei terremoti; prima era uno stronzo, poi le università gli sono andate dietro. Ma la denuncia appioppatagli da Bertolaso and Co. è ancora lì che gli pende addosso.  Alla fine però, basta che i media smettano di parlare di un episodio anche grave, come quelli precedenti, perchè la massa piano piano si riaddormenti, disinteressandosi della faccenda. Questo è un esempio veramente becero, mentre a quanto posso osservare, la manipolazione della pubblica opinione in realtà viene condotta con grande maestria ed attenta pianificazione da coloro che possono. Questo è possibile perchè le reazioni umane ordinarie sono meccaniche e come tali prevedibili e parametrizzabili, e pertanto gestibili, allo stesso modo in cui si programmano le reazioni di un processore alla presenza di dati da elaborare. Ma la presenza di una meccanica a livello della psiche umana, oltre a rappresentare un punto debole, può essere vista anche come un enorme vantaggio. Se la nostra mente e le nostre reazioni possono essere programmate dall’esterno infatti, questo significa che anche noi abbiamo la possibilità di fare altrettanto su noi stessi. Occorrono però due elementi per poterlo fare. Il primo è l’essere disposti ad accettare ed ammettere che, senza un’opera assidua sulla nostra mente, essa è completamente meccanica e come tale totalmente “automatica”. Il secondo è imparare il corretto linguaggio di programmazione per il nostro scopo. 

Occorre quindi riconoscere prima uno stato di impotenza in cui ci troviamo e poi andare alla ricerca di quei principi che consentono di ovviarvi.

Il che, come disse il bardo, è pur sempre qualcosa.

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L'interpretazione dei Sogni. 1^puntata

MBM Extra


La mia infanzia è stata oniricamente parlando, un disastro! Spesso avevo degli incubi, roba da film thriller, cosi quando ho smesso di averli (per lo meno non cosi spesso) verso i 15-16 anni, ho cominciato a chiedermi come mai non li facessi più e come mai li facevo prima, cosa significassero e perchè erano cosi frequenti. Spinto da questa curiosità cominciai gradualmente ad informarmi, scoprii Freud, la psicoanalisi e tutto il resto ... il testo che mi ha "aperto un mondo" è stato, ovviamente, "l'interpretazione dei sogni" di Sigmund Freud. Ormai avrò letto quasi tutti i suoi libri ... ma non c'è stato solo Lui e sarebbe assurdo basarsi solo su di Lui quando, per esempio, uno psicologo si trova ad analizzare un paziente; ma certamente Freud continua, (e sempre sarà) ad essere un punto di riferimento importante nella psicoanalisi e nella interpretazione dei sogni.

Innanzitutto non tutti i processi psichici avvengono a livello consapevole: molti di essi si svolgono a livello inconscio e in condizioni normali non possono essere riportati alla coscienza. Nella mente nulla avviene per caso, (concetto freudiano di determinismo psichico) nessun accadimento psichico può verificarsi indipendentemente dagli altri, tutto ciò che la mente produce è interconnesso, come in un puzzler; se isoliamo un singolo tassello-pensiero, questo ci apparirà insignificante, ma il resto del puzzler-mente apparirà incompleto. Ed è proprio quando il singolo accadimento psichico viene correlato al contesto che tutto assume una "logica più grande".

A sostegno delle sue ipotesi sul determinismo psichico e sull'esistenza dell'inconscio, Freud porta due fenomeni: normali e psicopatologici. Tra i fenomeni normali troviamo atti mancati, (vado dalla mia stanza al soggiorno per cercare una penna, arrivo in soggiorno e non ricordo più per quale motivo mi trovo li) lapsus, paraprassie, (sbuccio una caramella, butto la caramella e metto in bocca la carta) motti di spirito, (battute, barzellette, satira, ecc). I fenomeni patologici sono costituiti dalle nevrosi, (isteria, ossessioni, fobie, sado-masochismo, ecc) è interessante vedere come il determinismo psichico spieghi in modo logico sia i fenomeni normali che quelli patologici!

Tra i vari metodi di psicoanalisi, troviamo le libere associazioni di pensiero, (mi capita a volte di usarle quando interpreto i sogni di qualcuno) consistenti nel riferire qualsiasi cosa ci passi per la mente -DIO, PENE, INCESTO, MADONNA, SPERMA- quando vogliamo carpire cosa si cela nel nostro inconscio dobbiamo abbandonare qualsiasi forma di logica, morale, etica, ecc ... l'inconscio è il contenitore di tutti i pensieri censurati dal nostro Io e dal Super Io (sede, appunto, dei principi morali) ... se questi pensieri sono stati censurati ... ci sarà un motivo, no? Cosi analizzando le associazioni impensabili che vi ho scritto a caratteri cubitali come esempio, le si può interpretare con una sede di principi cristiani ancora dura a morire nella mia mente atea - colpo di scena - cosi quella che sembra una associazione blasfema si rivela essere un pretino nascosto nella mia testa!! ... dio-pene (padre, edipo); incesto-madonna (madre, edipo) sperma (vita) ... padre, madre, edipo, vita ... padre-madre (famiglia) ... ecc ... è una analisi che sto facendo adesso mentre scrivo, dalla quale emerge "evidentemente" un conflitto interiore tra la mia educazione cattolica e l'ateo che sono oggi ... il problema è che io da solo non ne potrò avere una interpretazione corretta, perchè non sarebbe obiettiva se me la faccio da solo, è un pò come se un chirurgo si facesse l'operazione al sedere da solo ... le difese inconscie che albergano in me, inevitabilmente vizieranno ogni mio tentativo di auto analisi; ed effettivamente chi volesse una analisi o una interpretazione corretta di un proprio sogno dovrebbe rivolgersi ad un estraneo, nemmeno un parente potrebbe assolvere il compito. Insomma, probabilmente l'interpretazione che mi sono dato poco fa, non è del tutto corretta. Il problema è che di solito nelle asociazioni libere è molto difficile che qualcuno vi faccia una serie cosi facile di parole, magari esse si presentano al contrario di come le ho presentate io: PADRE-MADRE-VITA-ecc ... e quindi ci vorranno, molti più passaggi per arrivare al nocciolo ... ansi forse l'interpretazione delle associazioni libere non sarà sufficiente e bisognerà passare ad altre tecniche, ecc ... Insomma, Freud insegna che, dall'ascolto delle libere associazioni, si può dedurre che cosa passi inconsciamente nella mente. Lapsus, atti mancati, paraprassie, motti di spirito, non sembrano -cosi come appaiono- avere un significato preciso, ma associando liberamente ai loro contenuti altri contenuti si può giungere a un loro significato di solito non acettabile per la coscienza, e per questo rimosso. E' molto più probabile trovare orge e assassinii nei sogni di una suora, che in quelli di Rocco Siffredi.

Pensieri, ricordi e desideri inconsci vengono divisi in due categorie da Freud: preconsci (possono essere richiamati alla coscienza mediante uno sforzo dell'attenzione) e inconsci appunto, quelli che hanno trovato la strada sbarrata verso la coscienza. Questo è quello che viene chiamato modello topografico di Freud.

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giovedì 30 aprile 2009

Uno studioso del comportamento umano



di Alfredo Sgarlato.

Uno studioso del comportamento umano, che cerca abitualmente la motivazione di ogni condotta, comprese le più insensate, è portato a chiedersi se non ci sia una motivazione inconscia nella scelta di campo che prima o poi tutti nella vita affrontiamo, ossia l’idea politica in cui più o meno ci riconosciamo. Si potrebbero dare molte spiegazioni razionali, ma alla fine dei conti tutte ci appaiono insufficienti. Si può pensare che le scelte derivino da un condizionamento culturale: ma quanti ragazzi che come me amavano i Beatles e i Rolling Stones poi votavano MSI…. Si può pensare ad un atteggiamento di adeguamento oppure di rivolta alle idee dei padri, ma allora cosa determina il primo invece che la seconda? E, poiché le idee sono relativamente giovani, chi le ha inventate a cosa reagiva? Allo stesso modo si potrebbe dire che l’ imitazione o la rivolta siano intraprese rispetto alle idee dominanti, ma in una democrazia in cui, checchè se ne dica, sono ammesse tutte cosa determinerebbe la scelta? Forse un evento particolare, ma basterebbe a decidere il corso di una vita intera? Credete davvero che Fini sia diventato fascista perché dei dimostranti gli impedirono di andare a vedere “Berretti verdi”? Il caso, si potrebbe pensare, ma cent’anni di psicoanalisi ci hanno insegnato che nel comportamento umano il caso non esiste. Allora viene in mente che Schopenauer, Nietzsche, Jung, Chatwin hanno detto che il filosofo è solo un nevrotico che cerca di adattare il mondo al proprio disagio (Chatwin è l’unico che ammetteva che la regola vale anche per lui e non solo per i precedenti…) e allora perché non pensare lo stesso della politica. Ovviamente parlo di idee e non di partiti, che spesso subordinano i propri valori alle mediazioni inevitabili del dovere governare. E non dimentichiamo che spesso le persone hanno un modo di vivere o di votare opposto rispetto alla concezione del mondo che professano a parole, molte volte anche in buona fede.

MA COS’E LA DESTRA, COS’E LA SINISTRA…Così cantava il grande Gaber a proposito dei tic che si legano alle scelte ideologiche. Non si può iniziare un discorso sulle determinanti dell’ideologia senza prima definirne i caratteri. Esiste una definizione univoca di Destra e Sinistra? Il problema è dibattuto e recentemente ne ha fatto un’agile ricognizione il bestseller omonimo di Norberto Bobbio, forse il maggior politologo del secolo scorso. Ma la conclusione a cui arriva non mi convince. La tesi di Bobbio è che il collante delle idee di sinistra sia il concetto di uguaglianza, a cui la destra si oppone. L’autore passa in rassegna una serie di altre ipotesi, trovando che in tutte l’elemento decisivo sia il rapporto con l’uguaglianza. Ma allora sorge la domanda da un milione di dollari: se la destra difende la differenza, perché ha sempre perseguitato (sterminato…) i diversi? E se la sinistra insegue l’uguaglianza, perché i suoi militanti sono inguaribilmente affetti da un complesso di superiorità? Si potrebbe dare una versione più sofisticata, come fanno Elisabetta Galeotti o Marco Revelli (citati da Bobbio) dicendo che la sinistra vuole la giustizia sociale ovvero le pari opportunità, mentre la destra crede nella competizione (i liberisti) o nella gerarchia (tradizionalisti e fascisti). Ma leggendo bene i classici del liberismo si nota che per gli autori, con molta ingenuità, la competizione porterebbe all’uguaglianza, e quanto alla gerarchia, sarebbe fondata su basi davvero balzane: secondo quali criteri quella che ci ha dato Freud, Einstein, Woody Allen, Bob Dylan, sarebbe la “razza inferiore”? Ma mi faccia il piacere! direbbe il Maestro…oppure si potrebbe citare quel rapper che diceva ad un razzista: sai suonare la chitarra come Jimi Hendrix? Sai giocare a basket come Michael Jordan? Quindi questa interpretazione non ci soddisfa. Se poniamo come fondamento delle ideologie un complesso o una costellazione psichica chiediamoci allora la motivazione che sta alla base di questa dicotomia. Perché la destra vuole un mondo gerarchico? Se lo chiediamo al famigerato uomo della strada invece che ad un filosofo che sa spaccare il capello in quattro, questi ci risponderà: perché è sempre stato così . Al che il compagno ribatterà: anche se è sempre stato così è sbagliato e si deve cambiare. Per cui ritengo da un punto di vista del carattere le dicotomie emancipazione – difesa della tradizione/fedeltà ( vedi Cofrancesco), stabilità -mutamento (Revelli), libertà di scelta –appartenenza identitaria (Veneziani) illuminismo-irrazionalismo ( i seguaci di Nietzsche come Zolla) siano molto più rivelatrici che il troppo labile binomio uguaglianza –diversità Oppure si può introdurre una variante filosofica: la destra propone valori “negativi”, cioè ci dice cosa non vuole, e la sinistra “positivi”, cioè cosa vuole. Ma le proposte sono poi nel campo tradizione-progresso.

Ora immaginiamo due ritratti. Sopravvalutazione del pensiero e svalutazione della realtà; ribellismo fine a se stesso e fascinazione per i soggetti trasgressivi; ridimensionamento dei genitori ed innamoramento per la banda dei coetanei; abbigliamento trasandato; ricorso a droghe leggere e sesso libero. Non è il ritratto di un perfetto sessantottino? No, è un normale adolescente.

Egocentrismo, ossia: incapacità di valutare le cose da un punto di visto che non sia il proprio. Dare sempre agli altri la colpa dei propri errori. Eccessivo attaccamento ai propri oggetti ma desiderio di quelli degli altri. Paura degli estranei. Incapacità di adeguarsi ai cambiamenti. Giudizio morale basato sugli effetti e non sulle intenzioni. Figura paterna divinizzata. Questa è la descrizione di un bambino come appare dagli studi sull’argomento, e che qualsiasi mamma può confermare. Sento già una domanda maligna: ma questo bambino si chiama per caso Silvio?

Quindi secondo lei dottore chi è un eterno adolescente è attratto dalle idee di sinistra e chi rimane bambino da quelle di destra? È un ipotesi, e varrebbe la pena di lavorarci sopra. (e le persone mature? Perché, credete che ne esistano davvero?)

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giovedì 9 aprile 2009

La rimozione della morte




Un aspetto preoccupante della società contemporanea è il processo di rimozione della morte. Nella società contemporanea, in cui l’uomo si sentiva parte della natura e viveva secondo i suoi ritmi, la morte era totalmente accettata e addirittura in molte società, come nell’antico Giappone, gli anziani si allontanavano spontaneamente dalla città per recarsi a morire in luoghi sacri. La società attuale sembra dominata dal mito dell’eterna giovinezza, e questo pare nascondere dentro di sé il terrore della morte. I minimi segni di invecchiamento sono nascosti col fitness e la chirurgia estetica, anche con risultati spesso grotteschi. Mentre pare crollato ogni tabù rispetto alla sessualità, al buon gusto, alle funzioni corporee (quante pubblicità dedicate all’argomento!) e non ci si preoccupa di mostrare in TV delitti o stragi d’ogni tipo, la mortenaturale appare un intoppo da superare, e le malattie mortali non sono mai chiamate per nome, come succedeva un tempo per il diavolo. Forme ossessive di accanimento terapeutico vengono mascherate da amore per la vita. Dietro a questi comportamenti appare un vero delirio di onnipotenza, in cui l’uomo, ormai signore del cosmo, prima o poi supererà questo ultimo dettaglio che la lega alla natura. Corollario di questo delirio di onnipotenza è il totale rifiuto dell’errore umano. È vero, in molti campi, per esempio in chirurgia, è ovvio pensare che l’errore umano non debba esistere. Però l’essere umano in quanto tale è limitato e fallibile, e può perciò sbagliare. Che un operazione possa fallire, che possa capitare un incidente va messo in conto, specie se gli esecutori sono costretti a turni di lavoro massacranti, in nome del risparmio sul personale. Ma anche questo è un tabù che non si può pronunciare, e chi sbaglia deve essere crocifisso e messo alla gogna. Un ennesimo comportamento che caratterizza questa fase storica ed è preoccupante perché indice di regresso è la continua ricerca di capri espiatori. Molti studiosi, per esempio Renè Girard, fanno iniziare la società moderna con l’avvento di Cristo che, col suo sacrificio, fa cessare la pratica del capro espiatorio, cioè separa la violenza dal Sacro. La ricerca del capro espiatorio non è in realtà mai morta del tutto ed è stata anzi molto usata dall’ideologia nelle sue forme più spregevoli (razzismo, antisemitismo), ma da un po’ di tempo a questa parte è pratica frequente. Si può pensare che sia una conseguenza del fortissimo scadimento di livello della politica, ma è comunemente accettata, e questa è la componente veramente pericolosa del fenomeno. Sono gli aspetti paradossali da una società in crisi, la coesistenza di aspetti che superano la modernità e di altri terribilmente arcaici, ma che uniti tra loro portano l’imbarbarimento cui assistiamo quotidianamente.