Palermo è invasa dai rifiuti a causa dello sciopero degli operatori dell'Amia, ex azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo siciliano, in stato di agitazione per la crisi economica in cui versa l'azienda e le politiche di sicurezza sul lavoro. Palermo in pratica vive la stessa situzione di Napoli. Il video in alto ci fa capire com'è la situzione attuale per le strade della città.
Come Napoli. Peggio di Napoli. Palermo sprofonda nella monnezza. "’A munnizza". E tutti, palermitani e turisti, sono avvelenati dai miasmi dei cassonetti che bruciano. Cinquanta roghi solo ieri, 350 da venerdì. Gente esasperata e "picciotti" di buona volontà danno fuoco ai contenitori che raccolgono il "tal quale" (la “munnizza” così com’è) e le "campane" per l’inesistente raccolta differenziata. Ieri è arrivato Guido Bertolaso, il sindaco della città, Diego Cammarata, ha prima ottenuto le dimissioni del direttore generale dell’Amia (azienda per la raccolta rifiuti), Orazio Colimberti, poi invocato l’uso dell’esercito. A tarda sera l’ultima speranza per evitare che la città diventi una enorme discarica a cielo aperto: una trattativa tra i sindacati e i vertici dell’Amia. Mentre il Pd chiede le dimissioni del primo cittadino.
"Ma questa emergenza" - dice Mimmo Fontana, responsabile di Legambiente - "è tutta di natura economica". Per dirla in breve: l’emergenza sta tutta nei milioni di euro sperperati e nelle assunzioni clientelari per anni fatte all’Amia. Un buco di bilancio di 150 milioni di euro e un esercito di 2700 "spazzini". "Molti assunti alla vigilia di elezioni", denuncia uno che se ne intende, Raffaele Lombardo, il governatore della Sicilia.
Negli ultimi anni l’Amia è stata il regno dei pupilli di Diego Cammarata, il compagno di tennis di Gianfranco Micciché, uno dei plenipotenziari berlusconiani dell’Isola. Vincenzo Galioto il padrone assoluto. Lo chiamano "lo sceicco" per la sua dichiarazione dei redditi: 285458 euro. Eletto senatore alle ultime elezioni si è classificato tra i più ricchi, anche più di Marcello dell’Utri. Galioto è un "triplolavorista", denunciarono nel 2002 le opposizioni alla regione. Presidente dell’Amia, coordinatore di Forza Italia, e direttore dell’unità operativa di Odontoiatria a Villa Sofia. "Lo sceicco", ovviamente andò per la sua strada.
Che spesso lo portava, insieme a manager e tecnici dell’Amia, in lussuosi alberghi degli Emirati Arabi. Missioni dell’Amia, così si giustificavano cene da 500 euro, viaggi in business class, hotel sempre a cinque stelle. Il 6 gennaio del 2007, i palermitani hanno sborsato 1000 euro per due notti nell’Hotel Grand Hayatt passate dal presidente Galioto, più 3150 euro per l’aereo. In un dossier del Pd si elencano le spese da mille e una notte dell’allegra compagnia dell’Amia. Un dirigente, mandato in missione a Dubai dal 6 all’8 agosto del 2007 ha speso 800 euro per un pranzo al "Pepper club". Aragoste, sciampagnini, prelibatezze.
La "munnizza" per strada e l’Amia è sull’orlo del crack finanziario. L’ammissione è arrivata ieri da Marcello Caruso, il nuovo presidente, durante l’incontro con Bertolaso. Istanze di fallimento, pignoramenti dei fondi e una inchiesta della magistratura su 300mila euro di spese che nessuno riesce a giustificare. Su quella già aperta per falso in bilancio il senatore Galioto ha fatto scena muta avvalendosi della facoltà di non rispondere. Risultato finale di una gestione dissennata, l’esasperazione dei dipendenti in sciopero "bianco" da dieci giorni. "Gli stipendi di giugno sono a rischio" - dicono i sindacati - "perché alcuni creditori hanno avanzato istanze di pignoramento nei confronti dell’Amia per 10 milioni di euro a fronte dei 7,5 milioni che il comune girerà all’azienda". "Il 70% dei parco mezzi è fermo" - denuncia la Cisl - "non vengono riparati per mancanza di soldi".
Nella discarica di Bellolampo uno dei due mezzi per il movimento dei rifiuti è guasto, l’altro funziona appena. Palermo brucia e il sindaco Cammarata getta benzina sul fuoco aizzando i lavoratori contro le opposizioni. "E’ un irresponsabile" - taglia corto Ninni Terminelli, capogruppo del Pd - "Cammarata dovrebbe ammettere il suo assoluto fallimento e le gravi responsabilità dei vertici dell’Amia". Ma il sindaco-tennista rassicura tutti: "Ho parlato con Berlusconi e vi dico con molta chiarezza che Palermo ha nel premier e in tutto il governo due alleati forti".
La "munnizza" brucia, gli amici di Cammarata svernano a Dubai, ma i palermitani possono stare tranquilli: Silvio c’è.


dimenticavo: è davvero un ottimo articolo
RispondiEliminasperiamo che la mano santa del premier arrivi in fretta...ora a Napoli si può mangiare per terra per come è pulito vero? Così ci dicono e ci dobbiamo credere. Che bella l'informazione in italia...ti mette sempre di buon umore!
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