
Dreaming
Mi svegliai tremante e quasi spaventata.
Fissai la luce della luna che si rispecchiava contro il quadro appeso di fronte. I girasoli apparivano maschere demoniache. Non avevo mai notato quanto lugubre potesse essere il gioco d’ombre che si creava tra le pennellate di giallo intenso.
Soprattutto, in quegli istanti in cui il sogno continuava ad aleggiare nella mia testa come una scheggia impazzita. Quei volti martellavano nel mio cuore e nella mia anima.
Chiusi gli occhi per convincermi che fosse tutto vero. Nel serrare le palpebre, sorrisi.

Tratti e linee su lettere sparse
Mi chiamo… non so, non importa.
Mi chiamo aria, acqua, fuoco e terra. Chiamatemi come volete. Assonanze di termini, anagrammi divertenti, fate voi.
Io sono e non sono, vivo e non vivo. O forse, vivo in questo scritto che si riversa in anfratti e in tratti di lettere opache o brillanti… no! Baluginanti, lo ritengo un termine che più si associa a chi, come me, sta camminando all’interno delle linee di questo racconto senza capo né coda.
Eppure, c’è un inizio e una fine che, voluta o cercata, la potete trovare tra le parentesi tonde, quadre o graffe che non vedete.
Vi siete mai chiesti perché non riuscite a vederle? Ve lo dirò a bassa voce: non lo fate perché non cercate con attenzione. Un po’ come il mio nome che è un insieme di sole, notte, ombre e luce, o non era così? Se non ricordate, allora percorrete di nuovo le strane frasi che vi han condotto a questo dubbio e pensate.
Chi sono? Una scrittrice, probabilmente. Oppure, sono solo una voce che usa termini a caso per comporre parole senza senso o che conducono a un senso.
Ma cos’è il senso se non l’arcano abbandono di qualcosa che neppure si è?
Mi chiamo… e sono… non so, e voi?


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