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venerdì 16 ottobre 2009

Napo Pilato e la Legalità sul Golgota

Prima pagina



Fin dalla nascita della nostra Repubblica ci si è trovati in un regime di bipartitismo imperfetto, dovuto al fatto che si confrontavano due grossi blocchi di partito; la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista italiano. Attorno ad essi una costellazione di piccoli partiti privi dei numeri per poter influire in maniera marcata sulla politica del paese. Un bipartitismo imperfetto in quanto la Dc ha conservato il potere dal '48 al '92. Per poter mantenere la maggioranza la Dc non poteva tuttavia restare sola, prima ha trovato appoggio nel Movimento Sociale poi nel più popolare Partito Socialista. Cosi per per quasi 50 anni l'elezione del Presidente della Repubblica ha seguito un tacito accordo. Ad eccezione del primo, il monarchico De Nicola, a dei presidenti democristiani si susseguivano presidenti socialisti, o per lo meno della rispettiva sfera di influenza. In questo modo abbiamo avuto dei presidenti (comunque la si pensi politicamente) eccellenti, motivati nella difesa della Costituzione. Non era difficile in una situazione di bipartitismo imperfetto trovare la maggioranza qualificata richiesta per l'elezione. Dopo tangentopoli il bipartitismo si è sgretolato rendendo i piccoli partiti decisivi tanto quanto i più grandi. Ci si è ritrovati in una situazione in cui per poter eleggere un Presidente della Repubblica occorrevano non pochi compromessi. Non era più possibile eleggere una forte personalità come Pertini o come lo stesso Cossiga che addirittura sfiorò una messa in stato d'accusa. Non è poetico ma in una situazione in cui oltre 40 partiti si contendono i resti della prima Repubblica, per poter raggiungere una maggioranza qualificata occorre trovare una persona, accomodante piuttosto che diplomatica, disinteressata piuttosto che sopra le parti, burocratica piuttosto che garante della legalità. Sono i ritratti di Ciampi e Napolitano. Quest'ultimo va anche oltre, lasciandosi coinvolgere in corso d'opera nella realizzazione del lodo Alfano e dello scudo fiscale. Essere eletti alla presidenza della Repubblica non trasforma un uomo in dottore costituzionale, e quest'ultima perla del Quirinale ne è la conferma. 

Cosa succede se Napolitano non firma? Egli dice "niente" e ha ragione … nessuno gli farebbe niente. Allende si è suicidato, sarebbe folle pretendere la stessa cosa, anche perchè non è necessario, il garante della Costituzione preferisce dimettersi piuttosto che firmare leggi che umiliano e svuotano di significato la Costituzione che dovrebbe difendere. E questo a livello internazionale ha un grande peso. Magari dall'estero ci vorrebbero anche dare una mano, ma se il Presidente firma tutto, partecipando pure ai lavori di stesura di decreti e Ddl, è un po' difficile... Questo Presidente eletto dal Parlamento non mi fa venire il rimorso di averlo votato. E' già qualcosa. Non è il mio Presidente e non ho mai creduto in lui, ne mi aspetto alcun gesto di aiuto da parte sua. E' un italiano anziano che ci tiene a conservare intatto il suo cursus honorum.
“Meno male che la Corte Costituzionale c'è" (parafrasando l'inno melenso al Premier) dimostrando poi quanto valga la tanto decantata stima che Berlusconi avrebbe per Napo Pilato, molto prima della sentenza che ha cestinato -come è ovvio che succedesse- il Lodo Alfano, gli esponenti del Pdl erano fiduciosi e dichiaravano di rispettare la sentenza comunque andasse (la cena coi due giudici costituzionali era stata consumata allora da poco). Una settimana prima silenzio tombale con annesse omissioni, e tentativi di cambiare discorso quando venivano poste domande a riguardo. Dopo la sentenza, “il Presidente sappiamo come la pensa” dichiara un Berlusconi visibilmente alterat. Beh... quando c'è la stima, c'è tutto! Cosi, se Napolitano fino ad ora ha continuato a firmare tutto quello che gli passavano sotto mano, ignorando deliberatamente l'art.74 della Costituzione; che gli permette di rimandare alle camere le leggi, spezzando così il meccanismo antidemocratico dei voti di fiducia (consuetudine vuole che si facciano voti di fiducia solo in casi di gravi necessità... ovvero di guerre, cataclismi o epidemie... non di processi a proprio carico); ora si spera che il Presidente si renda conto sul serio di quelle che sono le sue prerogative e doveri, visto che tanto “se sei buono o sei cattivo le pietre, a quanto pare, te le tirano lo stesso”.

Ogni speranza resta in noi e nella nostra santa pazienza, con l'augurio che il 2013 (qualcuno azzarda il 2010) segni la fine di questo schifo. E' difficile, ma non vedo cos'altro si possa fare.

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