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venerdì 27 novembre 2009

Ateismo rivoluzionario

Seconda pagina - Focus


di Andrea Pili.

Gli sproloqui dei preti hanno tentato in ogni modo di evidenziare la presenza di Dio negli umili, nelle persone più disagiate della terra. Per questo hanno posto l’ateismo all’indice come dottrina abietta e pericolosa per chi, come i più poveri, è fortemente animato dalla speranza nel Paradiso e dalla fede religiosa. Tuttavia, è il potere il luogo in cui dio ha trovato sede congeniale. La religione è sempre servita alla giustificazione dello stato di cose esistente; si possono citare Machiavelli e Napoleone che si riferivano alla religione come a qualcosa che tranquillizza le masse, le fa accettare una realtà miserevole senza ribellarsi. Inoltre, i re hanno sempre cercato di darsi un’aria sacra e si sono eretti a difensori del clero. La proprietà è “sacra”, la famiglia è definita istituzione “divina”. Tutte le strutture della conservazione hanno avuto in “dio” la loro base nel passato. Cosa possiamo dire sul presente?

La nostra civiltà si comporta come, nella “Gaia Scienza”, gli uomini al sepolcro di Buddha. Morto dio, ucciso dalla scienza superiore, i popoli contemporanei hanno trovato la loro nuova divinità nell’economia. Il capitalismo ha raccolto quanto il cristianesimo ha seminato durante secoli. La fede in un dio si traduce oggi nell’accettazione passiva di un sistema economico trascendente che ci domina e le cui leggi siamo incapaci di comprendere ed esclusi dal governare. La speranza nell’aldilà o di una redenzione futura si è tradotta nella speranza che tale sistema faccia le nostre fortune e ci redima. Questo sistema è tenuto in piedi con dei dogmi, come la religione cristiana. I cristiani sono talmente stati adoratori di un Dio trascendente che hanno assunto una mentalità servile utile al suo liberismo per fare accettare senza alcuna ribellione i suoi dogmi ed il suo modello inumano. Perché è un dogma in conflitto con la realtà il concetto affermante il ritorno graduale della ricchezza prodotta al popolo. E’ un dogma inaccettabile l’inviolabilità della proprietà privata. La nostra esistenza si annulla nel consumo come conseguenza del disprezzo cristiano per la vita. I modelli cristiani sono i rinunciatari della vita per eccellenza: santi, martiri, asceti, preti, suore e affini. In questo senso si può affermare che il “prete” sia il modello della nostra società.
Di fronte a tutto il male prodotto oggi, sotto i nostri occhi, sotto i nostri occhi, si può ancora guardare all’ateismo come a qualcosa di ripugnante o di meramente materialista? No. L’ateismo è un’arma per la distruzione di questo sistema inumano. Chi ha saputo rinunciare a Dio può, meglio di altri, essere pronto a dare le prime martellate al capitalismo e a guidare la costruzione di una repubblica sociale e umana. L’ateismo è infatti vicino all’uomo molto più di chi fantastica mondi ultraterreni sovraumani. La funzione dell’ateo oggi non è resa efficacemente da uno scienziato. L’immagine migliore dell’ateismo è quella che ci ha dato il Nietzsche di Zarathustra. Il profeta scende dai monti per andare verso gli uomini. Questo deve essere l’ateismo del rivoluzionario, questi ci fa comprendere che la filosofia atea è la più alta dottrina di libertà che sia mai stata elaborata. Dio è la più grande catena dell’umanità. Quando ci saremo slegati da esso allora potremo dirci veramente liberi e aprire le porte ad una umanità nuova. E’ bene che il rivoluzionario oggi si proclami fieramente ateo alzando il suo martello contro il cielo e dirigendo la propria mente alla Terra. Non vi è altra madre che essa, secoli di cristianesimo non riusciranno a cancellarla.
Il compito del rivoluzionario è analogo a quello dell’ateo. Entrambi sono chiamati a distruggere un mondo trascendente per creare una nuova etica umana. Tale fu il più importante messaggio di Feuerbach. Perciò ateismo e rivoluzione sono strettamente collegati e devono marciare insieme. Già Proudhon se ne rese conto quando per primo notò le connessioni tra il dispotismo statale e la struttura religiosa.
“Ateismo”- non lasciamo questa parola agli infimi sostenitori del liberalismo i quali sostenendo il capitale si comportano come i preti senza ravvedersene. “Ateismo”- questo termine sia scritto a caratteri cubitali nella bandiera del rivoluzionario affinché esso abbia coscienza che la sua lotta non è solo per l’abbattimento di un modello economico. La sua lotta è per l’avvento di un uomo veramente libero perché padrone del proprio lavoro e del proprio pensiero. “Ateismo”- esso è indispensabile contro una civiltà occidentale che nuota entro il cristianesimo.
Quando il prete sarà chiamato a farsi da parte e l’ateo l’avrà sostituito come modello esemplare, allora avremo affermato finalmente uno Stato nuovo e creato uomini nuovi, uomini liberi.

1 commento:

  1. attenzione però a non confondere liberalismo (libertà civile, che può dialogare col socialismo, vedi Bobbio) e liberismo (libertà di mercato)
    alfredo

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