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venerdì 29 gennaio 2010

27 Gennaio 1945

l'Editoriale


di Simone Stricelli.

La giornata della memoria non è solo la giornata dei morti, ma è la giornata dei vivi. La memoria non è un concetto astratto, ma è la voglia di celebrare (attraverso il memoriale) la crudeltà di sistema. Una macchina perfetta, generatrice di morte. I campi di sterminio.

Questo è l'incipit che mi sono dato per pensare alla memoria di un tempo, di un momento di riflessione che ha cambiato la storia del nostro tempo. La Shoa non è utopia, come alcuni vogliono fare credere, ma è una realtà. Si possono vedere i risultati di questi processi innescati dall'uomo, volgendo lo sguardo ai campi di sterminio. Il concetto è semplice. E' stata applicata una selezione naturale artificiale. Il selezionatore è stato il Nazzismo che aveva deliberato che la razza ebrea era inferiore, che i disabili erano inferiori, che gli zingari erano inferiori e i gay erano inferiori. In sostanza l'essenza della razza era quella bianca ed ariana.
La maggior parte del mondo non andrebbe bene. Non è alto, biondo e non ha gli occhi azzurri... Come farebbe il teorizzatore del Nazzismo? Sarebbe costretto, (da uomo capace di organizzare una macchina così perfetta nella sua bestialità), di rivedere i suoi schemi. La memoria non è soltanto rilegata alla stella di Davide, come spesso accade a chi parla di campi di sterminio.
Io da Ebreo ci tengo a fare presente che la Shoa è stata per tutti. Ebrei, Zingari, Disabili e Omosessuali vanno ricordati tutti allo stesso modo, poiché tutti abbiamo origine da uno stesso seme, respiriamo la stessa aria, ci nutriamo degli stessi frutti, godiamo della stessa vita e moriamo allo stesso modo.  Questo è quello che ci deve rimanere come memoria del memoriale.

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