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sabato 2 ottobre 2010

Il sogno di Herman




di Simone Stricelli

Premessa:
dalla mente malata di Misticoccidentale ...........
E' giunto il tempo di sostituire i fatti con quello delle parole.
Egli era lì...
Lei era distesa ad aspettare che qualcuno passasse sul suo corpo, come il tempo passava sulla sua vita.
Egli era lì a osservarla.
Vedeva una donna assettata di amore, che voleva il membro del suo uomo, che aveva voglia di chiudersi in istanti eterni.
Fuori era notte.
Questa notte era calda ed afosa.
Soffocante...non ideale per fare del movimento.
La perversione ebbe la meglio su di lui. Pensò che la camera da letto fosse limitante, per fare l'amore.
Allora scelse di andare in giardino.
In questo luogo nessuno avrebbe potuto vederli.

Le luci che illuminavano la piscina crearono un ambiente più mistico.
Egli desiderava, infatti, tornare a vivere la misticità dell'amore.
Voleva sentirsi pervaso dall'ardore del suo corpo, dal profumo e dalla sua essenza...

In silenzio le fece un cenno e la invitò a uscire in giardino.
Aveva allestito tutto intorno, come meritava tale occasione.
Petali di rose bianche e rosse ricoprivano, come un tappeto, il percorso che i due avrebbero dovuto fare per giungere al loro talamo. I lumini intorno rendevano la via ancora più ardente.
Il profumo degli alberi di pesco accompagnava ogni loro passo, ogni loro movimento, ogni loro gesto.
Lei addosso indossava un perizoma nero, un corpetto nero, correlato da reggicalze nero, calze nere e scarpe con il tacco. Inoltre indossava una vestaglia di colore nero che con l'abbronzatura faceva risplendere i suoi occhi azzurri.
Lui invece aveva una una maglietta da intimo nera e dei boxer neri.

Egli la precedeva. Lei ancora prima che arrivasse riuscì a espandere qualche nota del profumo che aveva indosso.
Il profumo della sua pelle sapeva di vaniglia del Madagascar. Essenza difficile da reperire in una terra di gitani...
Egli si sentiva in estasi.
Si sentiva come se fosse già dentro di lei.
Sentiva che ogni movimento di lei era accompagnato dal suo respiro.

Herman, al chiarore dei lumini, la invitava a sedersi sul divanetto.
Afferratele le cosce, la spinse verso le sue labbra. In seguito le tolse il perizoma...non c'era più.
Ora non restava che lo sguardo degli occhi di Annie negli occhi di Herman, come per invitarlo a prendere parte di quel piacere che era sicura di stare per provare.
L'αγάπη era vicino.

La sua bocca, le sue labbra si addentrarono nel suo segreto, nel profondo abisso della sua donna.
Sentiva che la sua lingua le procurava piacere. Lo capiva dai respiri profondi che lei faceva e dal battito del suo cuore.
Egli con la mano gli teneva fermo il bacino, perché ogni tanto aveva degli scatti, dovuti all'immenso piacere.
Aveva capito che in quel modo lei sarebbe venuta e avrebbe provato piacere.
I suoi gemiti venivano trasportati dal vento, nel silenzio della notte.
Quando quel momento si avvicinava sempre di più, lei afferrò la sua testa con le mani e lo spingeva verso il suo segreto.
La sentiva contorcersi e non poteva fermarsi proprio in quel momento, poiché aveva capito il piacere che le procurava.
Di colpo lo allontanò con le mani dal suo segreto...urlò.
Era venuta...

Ad un tratto fu lei a invitarlo a stendersi sul divanetto.
Non appena si fu posizionato, Annie si lanciò sul suo pene.
La circolazione di Herman incominciò a scorrere molto più velocemente. Nei capillari scorreva molto sangue.
I neuroni ricettivi si attivarono subito allo stimolo che lei procurava.
Stimolo che era devastante su Herman.
Talmente devastante che non riusciva a tenere nemmeno gli occhi aperti.
Ad un certo punto volette guardare l'espressione di lei, mentre stuzzicava con la lingua il pene.
Anche lei aveva capito che procurava piacere. Tanto piacere...
Continuò perciò...
Herman aprì gli occhi e vide i suoi occhi pieni di passione. Passione anche per come stava adoperando su di lui...mano e lingua insieme. Era irresistibile Annie.
Non poteva pensare a lei e al piacere che le stava offrendo.
Per istinto, Herman, gli appoggiò una mano sulla testa.
I suoi capelli, in questo modo, gli accarezzavano l'inguine e non ci volle molto a capire che effetto lo stava colpendo.
All'improvviso Herman sì sentì più bagnato del solito...era venuto anche lui.

Nonostante tutto lei continuò a tenerlo stretto tra le mani e a leccarlo.
Quando lui fece per alzare la testa vide lei con le labbra sporche...



Herman, ad un tratto, sì sentì ancora più bagnato.
Peccato...era un sogno e lui si stava solo masturbando.
Povero Herman!



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