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martedì 2 novembre 2010

Il cialtrone


La mia storia tirava dritto come una locomotiva. Per l'ennesima volta sentivo di avere il romanzo che un editore non può rifiutare. Fino ad allora nessuno di loro era stato del mio stesso avviso; ma questo era il non plus ultra.
Una ragazza sensibile dotata di grande intelligenza e di una terza abbondante si innamora di un ragazzo che incontra in una notte di luna piena. Gli va ad impattare contro dritta dal sesto piano. Lui era lì ignaro di essere in procinto di diventare il suo principe azzurro. E' un rappresentante della Mediolanum, un family banker di ritorno a casa. Lei una giovane centralinista outbound di Scientology. Purtroppo le cose non andavano come aveva sperato: non era abbastanza clear e secondo i suoi colleghi emanava energia negativa. Così decise di farla finita.
Fu amore a primo impatto. Un amore travagliato; lei decise di amarlo ma lui aveva difficoltà ad esprimere il suo amore, infatti ogni volta che stavano per baciarsi lui vomitava. Era così dolce e gentile! un uomo da sposare. Ma ogni volta che si era lì per limonare, lui rigurgitava. Ma lei non si arrendeva, più lui vomitava, più lo amava.

Squillò il telefono. Temevo di sollevare la cornetta, sapevo chi era all'altro capo.

«Pronto, signor Pisu».
«Dica signora.»
«Signor Pisu non vorrei disturbarla...».
«Allora la chiamo io...».
«Lei ha sempre voglia di scherzare signor Pisu».
«Che problema c'è?».
«E' tornata signor Pisu. Continua a tormentarmi. Anche adesso la sento».
«Sono trenta euro per il viaggio e altri cinquanta se riesco a concludere».

Arrivai due minuti dopo. La signora Elvira abita proprio sotto di me. Una bambina morta la perseguitava da diversi mesi. Avrei dovuto farle visita da tempo ma avevo l'agenda colma di cassetti nel quale chiudermi le ditta. Mi portai dietro l'astuccio con tutta l'attrezzatura, compresa una scatola di condom. Nel mio lavoro capita spesso di avere a che fare con ninfomani che credono di essere state stuprate dagli alieni. Non ho mai dovuto usare i condom. Si tratta più che altro di una fantasia mia.
Ci mise qualche secondo ad aprirmi, aveva una decina di catene a passanti alla porta. Una volta aveva anche una madonna poco sotto lo spioncino con scritto “siamo cattolici, non apriamo ai Testimoni di Geova”. Poi cominciarono ad arrivare i rappresentanti della Folletto, i finti operatori Enel... Alla fine quell'adesivo sparì.
La signora Elvira portava un asciugamano in testa come fosse un turbante, aveva una crema pistacchio spalmata sulla faccia, e io presi una strizza. Superato lo shock iniziale entrai dentro. “Anche perché è impossibile entrare fuori”, pensai.

«Ecco, la sente?» Puntò l'indice in alto nella penombra del corridoio.
Si, la sentivo. Diceva ad intervalli regolari, “mamma”.
«So cosa bisogna fare», entrai in cucina, appoggiai l'astuccio e lo aprii. C'erano diverse attrezzature: cacciaviti, forbici, una matassa di stagno e una di rame stagnato; avevo anche un rilevatore universale di grandezze elettriche. Non c'entra un cazzo col mio lavoro. Ma alla gente sembrano le attrezzature giuste. Nelle grandi occasioni mi porto anche la stazione saldante. Ufficialmente dovrei essere un tecnico informatico. Questo dettaglio è importante soprattutto per il mio commercialista.
Presi il rilevatore universale e cominciai a girare per la casa tenendolo in mano. “Difficile tenere una cosa per i piedi e portarselo dietro contemporaneamente. Provateci, ma secondo me è impossibile”. L'ho pensata in questo momento; ma lo pensai anche allora.
La voce continuava a chiamare la mamma. Mi fermai improvvisamente alla fine del corridoio, la signora Elvira colta di sorpresa finì a sbattere contro di me. Vidi dalla finestra la soluzione del mistero. Mi voltai col massimo della teatralità.
«Prepari l'assegno: sono ottanta euro». Uscii avviandomi verso il mio garage. Presi lo spray sgrassante; insomma quella storia che si usa per oliare i motori. Mi avviai verso il cancello di ingresso. Il solito stronzo misterioso lo aveva lasciato aperto e il vento continuava a fargli ripetere incessantemente, “mamma”.

Tornai dalla signora col rilevatore in mano. Lei aveva pronto l'assegno ed io avevo compiuto una nuova missione. Certe volte quando mi guardo allo specchio ho qualche rimorso, poi apro la cassetta della posta rigonfia di bollette, e tutto passa.

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