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martedì 2 novembre 2010

Speciale Von Trier #1 - Anti Christ


di Roberto Rotunno

2009, Lars Von Trier.

C'è del Genio in Danimarca, che riporta ai nostri tempi paure ed
incubi che erano realtà vissute in particolare negli anni della
inquisizione e che videro il massimo "splendore" in termini di
violenza tra il 1300 e la fine del 1600. I maggiori richiami sono per
il periodo della nota Caccia alle streghe.

Sinossi: Un bambino cade da una finestra mentre i genitori fanno
l'amore al piano di sotto. Tragedia. Lei, giovane ancora laureanda, la
paga molto duramente in termini psichici e finisce in ricovero e cura
di psicofarmaci. Lui, più maturo che opera come psicoterapeuta, regge
meglio il colpo. Passato oltre un mese decide di portare la moglie a
casa, di sospendere i farmaci e di provvedere personalmente alle cure
della moglie.
Sarà una scelta infelice. Anche se lui agisce con competenza la
situazione scorretta di marito-terapeuta causa imbarazzo e formalità.
Indaga sulle sue paure, emerge che ha paura del Bosco dell'Eden, una
località dove hanno un piccolo chalet molto rustico. Ci vanno insieme.
L'ultima estate prima della morte del figlio la donna ci era rimasta a
lungo da sola, proprio col figlio. Lei supererà le angosce, ma nel
mentre lui scoprirà che la tesi che stava preparando, senza ultimarla,
sulle torture del '600 aveva già inciso molto ed in modo determinante
sulla psiche della moglie, la quale, fin troppo guarita, anelerà ad
una immolazione di stampo satanista... inizia una lotta cruenta.

Anche se il film è interamente incentrato sul dramma vissuto dalla
coppia, praticamente i soli attori presenti, la mia personale
interpretazione, vedi l'incipit, è che proprio come nella Trilogia
Europea dove Lars è andato alla ricerca dei fatti salienti e
determinanti per la cultura attuale, anche qui il tema è quello delle
radici storiche della cultura europea, dei fatti che ne hanno
determinato quella attuale.

Dopo la divertente satira de Il Grande Capo, Lars torna ad una
narrazione a capitoli, ma trattasi di semplice espediente teatrale,
col quale cambiare tecnica di ripresa, ritmo, argomento. A me piace ma
non gli darei troppo peso in termini cinematografici. Quello che conta
è che in Antichrist Lars utilizza per certi aspetti lo stile di Dogville,
soprattutto nel trattare gli attori, ma toglie la voce narrante e
soprattutto elimina, cosa che avevo apprezzato, la spiegazione stessa
di ciò che accade, totale trasparenza su contenuto e messaggio, che
tornando al film citato come anche in altri è presente nei dialoghi
stessi di recitazione.

Antichrist presta il fianco alla libera interpretazione, quindi mi
sbizzarrisco ed avviso anche eventuali lettori che: attenzione! da
qui in avanti qualche spoiler sarà inevitabile.


Anzitutto la donna è il perno della storia, protagonista come
argomento oltre che fisicamente. Pochi conoscono Medea
eppure già lì, con la sua particolare interpretazione del testo di
Euripide, Lars ha voluto dare alle donne una sorta di vendetta sullo
strapotere maschile, presente nel testo originale ma Lars ci calca la
mano, vendetta che compare anche in altri film (si pensi al finale del
citato Dogville). Qui questo aspetto emerge lentamente, ma c'è, e più
forte che mai. Bisogna attendere la guarigione dalle paure nel bosco,
ma poi le cose, a me perlomeno, diventano chiare.
La donna nei suoi studi, che come detto sono arrivati al culmine
l'estate prima della morte del bambino, ha maturato un odio profondo
su 2 fronti: da un lato verso gli uomini come categoria e questo si
spiega, dall'altro verso le donne vittime impotenti in particolare
verso sé stessa e questo si spiega solo da alcuni fatti ma è più
difficile da capire. Ciò che l'ha influenzata sono stati sì i fatti
storici, ma molto gli studi sul satanismo, le stregonerie o cose
simili. Questi ultimi le hanno dato una sensazione di potere
anticristiano: se nel nome di Cristo sono state perpetuate le
terrificanti torture ed uccisioni che studiava, nel nome di Anticristo
quindi Satana si doveva e poteva perpetuare la rivalsa, la vendetta.

Il bambino è maschio, non è casuale. Durante la citata vacanza lei le
metteva le scarpe al contrario, procurandogli sofferenza ed una
malformazione che ha inciso sull'equilibrio dell'infante che iniziava
i primi passi. Quando scende dal lettino coi piedi anormalmente
divaricati e si dirige verso la finestra il baby-alarm è stato
disattivato e da chi se non da lei? Il bambino cade, poi, con una
perdita di equilibrio appunto: è salito sul bordo della finestra, con
un tavolino lasciato colpevolmente vicino, ma non si lancia,
semplicemente cade. La finestra è lasciata aperta in pieno inverno
nevoso, è la neve che entra ad attirarlo. Il box è aperto. In breve:
trattasi d'incidente procurato con forte colpa, ritengo con
un'inconscia premeditazione. La scena iniziale, bellissima, va vista
con attenzione senza farsi distrarre dai genitali che si penetrano. Si
vedono, aggiungo, le scarpe ancora posate per terra, sempre al
contrario, si vedono le 3 statuine sul tavolo Grief, Pain e Despair
quasi un augurio di disgrazia. Ma questi particolari richiedono una
seconda visione, io me la sono riguardata n-volte, difficile farci
caso all'inizio: il ralenty e l'aria di Haendel "Lascia ch´io pianga"
t'ipnotizzano.

La disperazione successiva è sincera, c'è senso di colpa tragico vero,
alimentato ancora di più dalla "sana" consapevolezza. Anche Medea
soffre nell'uccidere i figli avuti da Giasone, ma lei agisce con
volontà ferrea, mentre qua c'era l'intenzione ma s'è lasciato fare al
"caso", poi di fronte al fatto compiuto la decisione non completamente
maturata ha portato la disperazione. Ma arriverà la guarigione, è
vera, non finge.
Con la guarigione torna il primo inconscio ma voluto obiettivo:
vendicarsi. Sul proprio uomo per le colpe di tutti gli uomini. E' lui
a risvegliare la cosa, mostrandogli le foto del bambino in vacanza nel
bosco con le scarpe al contrario, rivangando nei suoi studi per la
tesi.

Quanto avviene quindi successivamente, se si accetta quest'ottica,
diventa chiaro. Rimane il mistero dell'infibulazione che la donna si
procura. Perché? A riguardo ho diverse ipotesi che non contrastano.
Al di là di significati satanici o stregoneschi che non conosco, con
quell'atto la donna si mette nella condizione fisica e quindi
spirituale pari alle donne che vuole vendicare, una sorta di rito
d'iniziazione necessario per entrare in contatto con gli spiriti che
invoca e che richiederanno l'uccisione del marito. E' anche un altro
atto contro l'uomo: togliendosi il piacere sessuale elimina la
possibilità in chi la possiede di potere esercitare potenza su di lei.
Questa seconda ipotesi trova conferma facendo un passo indietro,
quando lei ancora incerta lo cerca sessualmente ma poi lo morde
ferendolo sul petto. Ha chiaro che la sua sessualità la rende succube,
bisognosa dell'uomo allora piuttosto meglio masturbarsi ferocemente da
sola nel bosco. E' un'altra scena che lascia interdetti per poi
diventare chiara dopo.

Il film si conclude ancora con la dolcissima aria di Haendel, ne
voglio riportare il testo perché sembra scritto apposta per il film:
Lascia ch´io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertà
Il duolo infranga queste ritorte
De miei martiri, sol per pietà
Lascia ch´io pianga mia cruda sorte
E che sospiri la libertà.


E lui, coscienza di tutti gli uomini, deve fare i conti con una massa
enorme di donne senza viso, vittime del passato e del presente, che lo
circonderanno.
Ha ucciso la donna che lo voleva uccidere e così facendo non ha
pagato, lui per tutti come fece "un altro" che rimetté i peccati di
tutto il mondo, il debito contratto dagli uomini verso le donne in
millenni.

Finisce qua sostanzialmente il mio delirio a riguardo di questo film.
Giudizio finale: Capolavoro! Da vedere più volte, come faccio con altri film.

- Consiglio per il consumo I:
Mi sono sottoposto ad un tour de force guardando tutta la filmografia
precedente di Von Trier, ritengo senza false modestie di essere
entrato un po' nel suo crapone immenso, anche se ovviamente posso
sbagliarmi. A mio parere se ne può godere appieno di Antichrist solo
se si conosce per buona parte quello che il regista ha fatto nel
passato.

- Consiglio per il consumo II:
Indipendentemente dalla forma, i film di Lars sono Puro Contenuto. Se
si bada invece solo o soprattutto alla forma si è sbagliato film,
meglio dirottare le attenzioni su altri registi.

- Consiglio per il consumo III:
Non date retta a tutte le puttanate su horror, psico-horror, porno,
ecc... che si sono scritte a riguardo. Sì, ci sono scene con il sesso
in bella vista, ma fa parte della "cattiveria" di Lars (non delle sue
paranoie) e se ci si concentra su quelle si perdono i contenuti veri
che ho cercato d'illustrare nella mia personale interpretazione. Lars
ti mette sempre alla prova.


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