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giovedì 27 novembre 2008

Un mese a Natale


di Temperatura.



Lo so che è un argomento un po’ troppo inflazionato ma vale sempre la pena spenderci un pensiero. Troppo presto per parlarne?

Meglio assumerlo a piccole dosi il Natale, tra poche settimane saremo così tanto bombardati da questa festività che vedremo Natale ovunque. Qualsiasi canale televisivo avrà uno dei soliti film di repertorio da propinare, oppure la puntata in suo onore di qualche telefilm o il cartone animato di "The Night before crhistmas" (che personalmente adoro) da mandare in onda.

Nei supermercati è Natale già da un bel po’ di giorni, entri in qualche centro commerciale e ti sembra di essere dentro una di quelle sfere di cristallo con la neve finta dentro. Babbo Natali giganti e canterini che campeggiano con i loro sacchi pieni di polistirolo vicino alla capanna, ( ex capanna degli attrezzi bricolage modificata) neve finta ovunque, stelle e luci che scendono dai soffitti, colore vivacità canzoncine … che uno pensa: ma stiamo andando a fare spesa o appena entrati ci caricano a molla e ci fanno fare la danza dei folletti intorno al Babbo?

E tra poco arriveranno le pubblicità dei panettoni e pandori e della Coca Cola, allora si, sarà veramente iniziato il Natale consumistico.

Prima di questa invasione che si sta preparando ai nostri danni, vi voglio parlare dei MIEI Natali.

Quando ero piccola e andavo ancora a scuola aspettavo con ansia questo giorno, intanto perchè c’erano le vacanze natalizie e allora ti sentivi veramente felice(bastava poco si).

A casa mia, con madre del sud e padre lombardo, la regola era fare sia l’albero che il presepe.

Ricordo quanto mi piaceva. Soprattutto il presepe. Mio papà mi raccoglieva sempre il muschio verde da usare, poi io e mio fratello armati di tutta la nostra inventiva cercavamo sempre di compiere qualche nuova opera di allestimento, nonostante le statuette fossero sempre le solite di ogni anno. Un anno avevamo ricreato il cielo stellato con la carta da regalo, con una lampadina illuminato la stella cometa, rigorosamente sopra la grotta e con il cotone sopra il muschio avevamo ricreato un perfetto Natale innevato. Peccato che gli alberi erano palme e i pastori erano vestiti leggerissimi, alcuni mezzi nudi ed erano tutti intenti a lavori giornalieri che poco centravano con le stelle in cielo. Insomma era una incorenza unica quel presepe. Eppure era stupendo, lo ammiravo ogni volta con molta soddisfazione.

Poi arrivava la vigilia, l’unica sera in cui mi era concesso stare sveglia fin dopo la mezzanotte. Io ero sempre eccitatissima, sicura che non mi sarei addormentata, assolutamente, non stanotte che posso stare fino a tardi e arrivano i regali. Puntualmente mi addormentavo e mio papà mi svegliava per farmi aprire i doni. Io cadevo dal sonno e mi teneva in piedi solo il gran piacere dello scartare i pacchi.

Il menu del pranzo era d’obbligo, composto dai ravioli preparati in casa di mia mamma e l’arrosto. Io ODIAVO i ravioli, non mi piacevano, non li sopportavo. E mia  mamma sempre a dirmi ”ancora du’ ravio’ su”. (traduzione: "mangia ancora due ravioli su”)


Tutti i Natali mia mamma prepara ancora i ravioli. E a me continuano a non piacere …

 

Poi passavo il pomeriggio in casa a giocare con i nuovi giochi e la sera la messa in chiesa alle 18.00. 

E Natale era passato. Crescendo sono diventata un po’ insofferente, non preparavo più ne’ l’albero ne’ il presepe, mio padre è rimasto l’unico tenace presepista. Al pranzo sempre i soliti ravioli e io sempre a non mangiarli. E i regali erano sempre insoddisfacenti. Il mio pensiero era al Capodanno,ca che cavolo servivano quei giorni in famiglia? L’adolescenza mi rendeva un po’ egoista  e apatica nei confronti di questa festa. Gli ultimi anni invece sono stati belli. Forse finalmente ho iniziato a capire cosa sia realmente. Lo spirito natalizio intendo.

A parte il significato religioso, io intendo il lato intimo, personale, del Natale.

Il Natale è stare con le persone che ami. Dovrebbe essere così tutti i giorni lo so, ma c’è bisogno di ricordarselo a volte. Ricordarci che abbiamo tanto amore e a volte non lo apprezziamo, ricordarci che è una fortuna avere una famiglia unita che ci vuole bene e fa del suo meglio per noi.

La mia famiglia non è perfetta lo so, anzi. Ci sono momenti in cui vorrei andarmene a vivere da sola. Di isolarmi e avere i miei spazi.

Però loro fanno tutto per me. Senza che io debba nulla in cambio a loro, almeno, loro ci provano ad avere qualcosa in cambio, (più “giudizio” da parte mia) ma anche se non ci riescono ad averlo mi accettano così.

Tutti i bei ricordi dell’infanzia li devo a loro, anche se a volte non c’erano sempre o non potevano darmi tutto quello che avrebbero voluto, ma hanno fatto del loro meglio e di buono, per me hanno fatto molto. E’ giusto rendergliene merito ogni tanto,  solo ogni tanto però. J

L’ultimo Natale invece? Cenone in autogrill.

Si proprio così, in autogrill io e il mio ragazzo, in viaggio per casa sua. Non è stato un bel Natale? Al contrario è stato stupendo! Natale non significa amore? Io avevo tanto amore in quell’autogrill. C’eravamo solo lui ed io ed è stato stupendo. Perché non conta se il posto dove sei è bello o brutto, se sei attorniato da molte persone o da poche, se hai una cena prelibata o un pasto riscaldato.


Conta come ti senti, se ti senti bene allora è Natale.

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