
di Den7
Quando andavo alle medie come insegnante di religione avevo il parroco del paese, probabilmente perché eravamo meno di mille abitanti e il preside, che stava in un’altra città, non riteneva di dover mandare un insegnante di ruolo. Uno quindi si sarebbe aspettato una sorta di “catechismo bis”, invece non solo affrontammo la religione cattolica da un punto di vista storico e nelle sue basi, ma nello stesso modo affrontammo tutte le principali religioni del mondo (quella rasta no però). Alle superiori (svolte in una città più grande) invece di approfondire e provare ad affrontare dibattiti ( visto la crescente maturità, perlomeno anagrafica), l’ora di religione consisteva in un cazzeggio generale o nella semplice proiezione del “filmone di turno”. Ammetto con franchezza che la mia visione dell’insegnamento della materia scolastica “Religione” rispecchia in pieno la metodologia con cui venne affrontata alle medie, ovvero un analisi neutra (non di parte) delle principali e più diffuse religioni del mondo : dove e come sono nate, cardini principali, testi, profeti e organizzazione dalla nascita al giorno d’oggi. Ho saputo proprio in questi giorni che l’insegnante di religione non viene scelto dalla commissione scolastica ma bensì dal Vaticano. Questo lo trovo sbagliato in virtù di quella neutralità di cui ho scritto prima, anche se le eccezioni esistono. Bisogna chiarire una cosa però: quando parlo di “neutralità” intendo in entrambi i lati. Un professore scelto dalla commissione scolastica non deve assolutamente privilegiare una religione alle altre, ma non deve nemmeno screditarne un’altra, solo perché non gli è simpatica, magari a causa dei suoi ministri. Troppo spesso sento ragazzi che si lamentano dei loro prof. che offendono la religione cattolica, screditandola, Dio non esiste, la religione è l’oppio dei popoli, la Chiesa vi vuol solo comandare ecc. Troppo spesso sento anche di professori che offendono la religione mussulmana prendendo come scusa gli estremisti di quel credo.
Ritengo quindi professionale e corretto da parte di un insegnante affrontare questa materia particolare (non si può paragonare a Matematica o Italiano) limitandosi ad un analisi degli argomenti e lasciando i suoi pareri personali (pro e contro) al di fuori degli orari scolastici.
Proprio in questi giorni il governo ha modificato la sua tanto contestata riforma Gelmini, in particolare il taglio dei finanziamenti alle scuole private. La successiva polemica è nata perché il finanziamento è stato reintegrato in seguito alle lamentele del Vaticano, che come ben sapete gestisce la maggior parte delle scuole private. Sinceramente non nego di essere contrario al finanziamento , visto che ai soldi ci pensano le famiglie degli studenti, però c’è una cosa che mi stona: la scuola pubblica è totalmente a carico dello stato giusto? Allora perché ci siam sempre dovuti pagare i libri, come fanno quelli delle scuole private? Perché molti studenti faticano a proseguire gli studi a causa delle grosse spese che son costretti ad affrontare nelle scuole pubbliche? Siamo sicuri che per una famiglia ci siano economicamente differenze tra scuola pubblica e privata?
In merito ai rapporti tra stato e Chiesa mi son trovato spesso a dibattere con sytry82 e ho sempre riassunto il mio pensiero così: lo Stato sarà anche laico, ma non è detto che debba esserlo anche il suo popolo; ma il popolo è lo Stato, quindi se è laico lo sarà anche lo Stato, ma se non è laico (e principalmente appartiene a una religione) neanche lo Stato lo sarà. (errori di ripetizione necessari).
Pensavo inoltre proprio mentre scrivevo questo testo che forse è erroneo parlare di Stato e Chiesa ma sarebbe più corretto parlare di rapporti tra Stato e Religione. E’ chiaro che in Italia la religione più diffusa è quella cattolica (c’è pure la presenza della Santa Sede) ma le immigrazioni han creato comunità anche di altre religioni, principalmente i mussulmani. Negli ultimi anni son stati diversi i casi di scontro tra loro e lo stato italiano e la sua legislatura. Bisogna sottolineare anche che nei paesi da dove provengono non c’è una semplice interferenza della religione nelle questioni dello stato, ma la legislazione stessa si basa sulla religione. Più aumenteranno le comunità di una determinata religione più aumenteranno le sue influenze sulle questioni di stato.
Un’ultima cosa, un consiglio, prima di chiudere: quando affronterete queste questioni ricordatevi di non fare l’errore che fanno in tanti, cioè quello di confondere una religione con un partito politico o un’associazione, una religione è un credo.
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