Creativity Papers blog
Rivista di scrittura creativa, notizie e approfondimento

Ultimi articoli

sabato 27 dicembre 2008

Nightmare of Ecstasy


Tutta la verità su Ed Wood, il peggior regista della Storia

di Roberto Sonaglia.


Uno che è stato definito -ed è fra gli epiteti più gentili gli siano stati appioppati- “il peggior regista di tutti i tempi”, non può non suscitare la curiosità dell'appassionato di trash culture.

Snobbato in vita da critica e pubblico, e la cosa non stupisce, visto che, all'epoca in cui fu più attivo, gli anni a cavallo fra i '50 e i '60, il trash come categoria estetica non era ancora stato teorizzato, e i film brutti erano brutti e basta, Edward D. Wood jr. è stato soggetto, negli ultimi tempi, di una riscoperta che, se non è rivalutatoria (anche perché sarebbe impossibile trovare meriti oggettivi, in film come Plan 9 from Outer Space o Glen or Glenda), ha comunque contribuito a trasformarlo in un'icona del cinema di serie Z, nel quale il nostro ha pochi rivali.

Molti lo conoscono per il bel film che Tim Burton ha dedicato alla sua figura, interpretata da Johnny Depp, e con un Martin Landau in stato di grazia nella parte di Bela Lugosi, per cui l'ex comandante Koenig di Spazio: 1999 ha vinto anche un Oscar.


Ma andiamo per ordine. Ed Wood è una figura in qualche modo sintomatica di certo cinema americano di genere fine anni Cinquanta, e allo stesso tempo si pone assolutamente fuori dai generi. Nei suoi film sono presenti elementi tipici della fantascienza e dell'horror da Guerra Fredda: la contrapposizione tra bene e male, la paura di un'invasione dall'esterno con annessa paranoia, l'abbondante utilizzo di riferimenti all'energia atomica. Ma i suoi film si rifanno soprattutto ai classici degli anni '30, quelli Universal, i leggendari Dracula,FrankensteinL'Uomo Invisibile, dei quali il giovane Eddie si era nutrito, negli anni dell'adolescenza. In mezzo capita anche qualche puntata nell'exploitation, quel genere di cinema che tratta argomenti considerati tabù (il travestitismo e la transessualità, nel caso di Ed Wood), mascherandoli da inchieste sociali.

Un background e un approccio niente male, si potrebbe dire. Materiale abbastanza eterogeneo da farne uscire pellicole interessanti. Sulla carta, si. In mano a un regista che sappia, anche solo per sentito dire, cosa sia una sceneggiatura, un'inquadratura, le scenografie. Il problema è che Edward D. Wood jr. di regia non ne capisce niente. O se ne capisce qualcosa, fa finta del contrario.

Il suo “capolavoro”, Plan 9 from Outer Space, è grandemente esplicativo in tale senso. Ma prima di addentrarci nelle meraviglie di questo immortale masterpiece del trash, diamo altri cenni sul personaggio, e il resto della sua produzione, che il buon Eddie è un tipo simpatico, divertente, e comunque di cuore.

Lo dimostra il fatto di essersi preso a carico le sorti artistiche e umane di Bela Lugosi, alla fine della parabola esistenziale. L'ungherese Bela, il mitico Dracula del film di Tod Browning del 1931, e interprete di innumerevoli horror (e non solo, c'è anche in Ninotchka di Lubitsch, al fianco di Greta Garbo), intorno alla metà degli anni '50 era poco più di un relitto umano, un morfinomane dimenticato dal Grande Giro, che sopravviveva a stento con una misera pensione, dopo aver dilapidato fama e fortuna. Ma questo a Ed Wood non interessava. Per lui, Bela era il Grande Divo dell'epoca d'oro del cinema horror. Quello che più di tutti aveva impressionato, con le sue interpretazioni enfatiche e teatrali, le fantasie adolescenziali del giovane fan. E quando ne ebbe l'occasione, lo ringraziò, offrendogli le ultime parti della carriera... che poi, se sia stato un dono o un ultimo sberleffo della sorte, per il povero Bela, è tutto da discutere, perché nessun attore, suppongo, vorrebbe chiudere con Glen or Glenda e The Bride of the Monster!


Glen or Glenda, già, noto anche come I Changed My Sex. Probabilmente il primo film che tratta in maniera esplicita il tema del travestitismo. Che poi era uno dei vari feticismi personali dello stesso Wood. Si, il nostro Orson Welles del trash, nonostante fosse etero, amava avvolgersi in morbidi maglioncini d'angora, e calzare tacchi a spillo, e spesso si presentava in tal guisa anche sul set, durante le riprese.

Un pazzo, insomma? Probabilmente. Prendiamo Glen or Glenda, la sua prima pellicola. In teoria è un film-documentario su un caso che, all'epoca, fece scalpore, uno dei primi di cambio di sesso, nel mondo, avvenuto in Svezia. Una pellicola sulla scia dei vari exploitation movies che iniziavano a circolare nelle sale, e che negli anni '60 avrebbero creato tutto un sottogenere, quello dei mondo movies (il mitico Mondo Cane di Gualtiero Jacopetti, The Immoral Mr. Teas di Russ Meyer e via exploitando). Solo che il buon Ed pensa di imbottirla con sequenze deliranti, per esempio quelle in cui Bela Lugosi, seduto su una poltrona, e in montaggio alternato con scene di cavalli al galoppo, bombardamenti, nuvole velocizzate e amenità simili (materiale d'archivio, ovvio, utilizzato da Wood per risparmiare la pellicola, ma senza minimamente preoccuparsi di che tipo di immagini stesse usando), recita battute tipo, “Attenti al grande drago verde che siede sulla soglia... Io muovo i fili! Io muovo i fili!”. Non so cosa Ed Wood si fosse fumato, mentre ideava queste scene, ma di sicuro era roba pesante. Ovviamente il lato tecnico del film già lascia presagire quello che sarà lo 'stile' del novello regista: inquadrature senza senso, recitazione (a parte Bela) inesistente -è lo stesso Wood, sotto pseudonimo, a interpretare il protagonista, insieme con l'allora moglie Dolores Fuller, più tardi affermata compositrice di canzoni, anche per Elvis, e la pellicola non ha dialoghi, solo una voce narrante-, montaggio asincrono, riprese tutte sotto il segno del “buona la prima, anche se fa schifo”.

Le cose migliorano (o peggiorano, a seconda dei punti di vista) con il secondo film, inizialmente intitolato The Bride of the Atom, in seguito ridenominato The Bride of the Monster, per nessuna ragione in particolare, anche perché di spose e mostri, nel film, non c'è traccia.


La pellicola racconta la storia di un mad doctor (Bela Lugosi nella sua ultima interpretazione... anche se comparirà pure in Plan 9, vedremo come) inviso alla comunità scientifica, che si è rifugiato in un isola del Sud America, per continuare i suoi esperimenti con l'energia atomica, ai fini, ovviamente, di dominare il mondo. Al di là della classicità della trama, risolta con incongruenze e buchi di sceneggiatura da paura, il film segna l'introduzione di Tor Johnson nell'universo filmico Edwoodiano. Johnson, un wrestler di origini svedesi, dalla fisionomia immediatamente riconoscibile, ma dalle doti recitative prossime allo zero, anzi, sotto lo zero, diventerà l'icona del cinema di serie Z. fate una ricerca su Google Images e vedrete.

Oltre a Johnson, il film introduce i tipici “effetti speciali” alla Ed Wood, che in Plan 9 raggiungeranno l'apoteosi con i leggendari (ed evidentissimi) piatti di carta dipinti con vernice argentata, e legati ad una (visibilissima) lenza da pesca, per simulare i dischi volanti. In Bride of the Monster, l'EFX più divertente è la piovra gigante (palesemente di gomma) con cui Bela 'lotta' alla fine del film. Narra la leggenda che sia la stessa piovra utilizzata (con ben altri risultati) da John Ford in I tre della Croce del Sud, che Ed e la sua troupe 'presero a prestito' (si, proprio in quel senso) da un magazzino di scenografie incustodito.

E finalmente arriviamo al capolavoro assoluto, il film cult per eccellenza, il Quarto Potere del trash, signore e signori, Plan 9 from Outer Space!!!

Non esagero contrapponendolo al film di Orson Welles, perché su Plan 9 è stato scritto probabilmente tanto quanto su Citizen Kane, anche se in senso negativo. Il che significa si tratta di un film assolutamente da non perdere, uno dei più (inconsapevolmente) divertenti vi possa capitare di vedere. Putroppo non è mai arrivato in Italia, per cui dovete accontentarvi della versione originale, ma non abbiate paura: non è la trama la cosa principale di questo film, e vi assicuro che anche uno spettatore di madrelingua ci capirebbe poco, cercando di seguire il plot.


Innanzitutto -e qui la genialità imprenditoriale di Ed Wood si esprime ai suoi massimi livelli-, per realizzarlo il regista/produttore riuscì a convincere una congregazione evangelista dell'epoca ad aprire i cordoni della borsa, con la promessa di reinvestire il ricavato in una serie di documentari edificanti tratti da episodi del Vangelo. Immagino cosa avranno pensato i buoni timorati di Dio che avevano tirato fuori i soldi, alla visione dei saccheggi di tombe (il titolo di lavorazione era nientemeno che Gravediggers from Outer Space, poi considerato troppo forte dai produttori), morti resuscitati, alieni omosessuali, e soprattutto le puppe di Vampira, che riempono (letteralmente) gran parte del film. Vampira era un personaggio abbastanza noto, all'epoca, una procace e avvenente presentatrice, che introduceva una rassegna di film horror in un canale televisivo. Una sorta di Zio Tibia supersexy, insomma.

Senza andare troppo in profondità, vediamo alcune delle ragioni che fanno di Plan 9 quel classico del cinema trash che è, e perché è unanimemente considerato “il peggior film di tutti i tempi”.

Innanzitutto il titolo: perché “Piano n.9”? Quali sono i precedenti 8? Nel film non viene spiegato.

Dei dischi volanti, realizzati dipingendo con vernice argentata dei comunissimi piatti di carta, e legati a una lenza da pesca perfettamente visibile nelle inquadrature, già si è detto.

Altri 'effetti speciali', e scenografie 'alla Wood' includono: la cabina di pilotaggio di un aereo, realizzata con un pannello di cartone e una tenda sgualcita; l'interno di un'astronave aliena piena di 'macchinari' (solita tenda alle spalle degli attori, stavolta nera, e nient'altro, per quanto riguarda l'ambiente; un paio di amperometri posti su un tavolino di legno in stile “country-rustico”, per i macchinari); i costumi sfoggiati dagli alieni, comprensivi di panciotti con ricamate sul petto delle alabarde (presumibilmente abiti di scena di qualche film medievale,'presi in prestito' da Wood e co. nello stesso magazzino della piovra di The Bride of the Monster); l'astronave aliena a forma di puppa (Wood doveva essere alquanto suggestionato dalle forme di Vampira, all'epoca); il cimitero dove si svolge gran parte dell'azione, con un tappeto erboso posticcio, che gli attori spostano continuamente, camminandoci sopra, e che Wood si ostina a voler inquadrare per forza.

Le perle di regia più evidenti, in un film che ne è pieno: alternanza di inquadrature girate di giorno e di notte all'interno della stessa scena (per capirci: ci sono due personaggi che parlano, in campo/controcampo; quando viene inquadrato uno, è giorno, nel controcampo, è notte); primi piani insistiti degli inespressivi volti di Tor Johnson e Vampira (ma qui ci sono le puppe a salvare l'inquadratura); piani sequenza lunghissimi (cioè scene senza stacchi di montaggio) su personaggi che non dicono, né fanno niente; dialoghi deliranti (mitico il monito finale di Eros l'Alieno: “Voi umani, Stupidi! Stupidi!”, enfatizzato dall'interpretazione di un attore palesemente omosessuale).


Ma il colpo di genio assoluto, quello che eleva Plan 9 al di sopra di qualunque altro film trash mai realizzato, o anche solo immaginato, è l'utilizzo che Ed Wood fa delle ultime riprese filmate in vita di Bela Lugosi.

Wood aveva pochi minuti di pellicola, girati in 16mm, di Bela. Brevi sequenze in cui si vede Lugosi che esce da una casa, raccoglie e annusa una rosa, passeggia in un prato. Tutto qui, una decina di minuti di un filmino amatoriale che il regista aveva realizzato con l'amico attore, poco tempo prima della morte di Lugosi, probabilmente per provare una telecamera. Ma non si butta via niente, nel pazzo mondo di Ed Wood. Quando fu il momento di iniziare a lavorare sul suo 'capolavoro', il regista pensò bene di utilizzare quelle sequenze, in modo che il nome di Bela potesse comparire sui manifesti, e nei titoli di testa. Il problema era come rimpiazzarlo per il resto del film. Altro colpo di genio: Eddie ingaggiò il proprio chiropratico (un uomo alto almeno 20 cm più di Bela, e per nulla somigliante), e lo fece recitare con un mantello nero tenuto sollevato dal braccio, che gli copriva metà del volto per tutta la pellicola, convinto -nella sua testa- che gli spettatori non notassero la differenza, né si facessero domande (come dire: ho De Niro nel mio film, e lo faccio recitare a volto coperto).

C'è altro, molto altro, in Plan 9 (Criswell, ad esempio) ma ve lo lascio scoprire da soli, credetemi, il gioco vale la candela.

Dopo questo film, e il ludibrio generale che ne seguì, la carriera di Wood proseguì stancamente con altre pellicole, tutte allo stesso modo godibilissime e divertenti (ripeto, non nelle intenzioni di Eddie), fino alla precoce morte del regista, avvenuta nel 1978, e dopo una lenta discesa nell'alcolismo.

Se oggi Ed Wood fosse vivo, sarebbe soddisfatto di vedere il suo nome inserito nelle enclopedie del cinema, seppur nella sezione “Peggiori filmaker di tutti i tempi”. D'altra parte, lui metteva sempre, alla fine dei titoli di coda, la dicitura 'Made in Hollywood, U.S.A.'. E anche le sue pellicole, in qualche modo, sono parte della magia della Mecca del Cinema. Sezione “sogni assurdi, ma filmabili”.


Nota: il titolo di questo articolo fa riferimento alla bella Biografia dedicata alla figura di Ed Wood da Rudolph Grey, che è servita da fonte principale anche per il film di Tim Burton.


Filmografia essenziale di Ed Wood:


1953 – Glen or Glenda (noto anche come, I Changed My Sex; He or She; I Led 2 Lives)

1954 – Jailbait

1955 – The Bride of the Monster (noto anche come, The Bride of the Atom)

1957 – The Night the Banshee Cried

1957 – Final Curtain

1959 – Plan 9 from Outer Space

1959 – Night of the Ghouls

1960 – The Sinister Urge (noto anche come, Hellborn; The Young and the Immoral)

Nessun commento:

Posta un commento