
di Fabio Lanzi.
E siamo arrivati anche al 2009. Come aprire il nuovo anno con Chatta Magazine?
Proviamo a respirare un po’. Fermiamoci. E guardiamoci in giro.
Partiamo proprio dalla nostra Chatta.it. In questi giorni, senza nessuna sorpresa, è stato tutto uno scambio di auguri di Natale e di Buon Anno. Se ne sono visti tantissimi, tutti pieni di speranza perché sia un buon anno, quello che è appena cominciato, che porti periodi migliori.
Guardiamo in giro. Per una volta, siamo passati tutti quanti attraverso feste a toni più spenti, abbiamo fatto sì i giri per i regali, ma abbiamo comperato qualcosa in meno, di più utile e duraturo.
Emblematiche la fermata dell’auto e del vestiario di moda. Così come il discorso ‘moda’ in generale. E’ entrato un po’ in crisi.
In tempi dove circola meno denaro, la gente inizia a badare meno all’apparenza e più alle necessità di base.
E’ paradossale come faccia notizia il fatto che non ci si vergogni più a dire quanto poco sia costato un capo di vestiario o un bell’oggetto che ci si porta addosso.
‘Quanto ti è costata quella camicetta?’
‘Solo 8 euro, ed è pure italiana!’
‘Ma che brava! Dove l’hai presa?’
…
Bè, sono discorsi che mi capita di sentire con sempre maggiore disinvoltura. E’ un segnale non piccolo. Fino a qualche anno fa, prendere cose che costassero poco, te la facevano vivere come una vergogna.
Cosa porterà il nuovo anno? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma noi di Chatta Magazine continueremo a chiedercelo e a tentare di darci risposte.
Restando in questo discorso, sicuramente ha cominciato a portare un po’ di sobrietà negli acquisti. Il fatto che ci siamo sempre più persone che non guadagnino più che tanto (anche quelle che fino a pochi anni fa vivevano da v.i.p. e che ora non se lo possono più permettere come prima, e non sono affatto poche), porta chi aveva già poco a non doversene vergognare più come in precedenza.
Non c’è comunque da vergognarsi, ma certe categorie di persone non mancavano di farlo notare, e con un certo piacere.
Ora, magra consolazione, ma siamo tutti sulla stessa barca, chi più chi meno.
Questo sarebbe uno degli aspetti più positivi del periodo che stiamo vivendo.
Altro, di positivo? Vedremo lungo il corso dell’anno, di trovare ogni luce possibile e di portarvene a conoscenza.
Per il resto… il nostro massimo dispiacere va a chi ha iniziato l’anno in modo non bello. Come gli abitanti di Gaza, che stanno subendo un bombardamento ingiustificato, degno dei peggiori carnefici storici.
Come chi sta in Africa, depredato della vita e della dignità, alla stregua di maiali.
Come chi non ha un tetto, come chi non ha un lavoro.
La nostra speranza che le cose possano migliorare per più gente possibile.
La nostra speranza che chi prende le decisioni possa, finalmente, provare vergogna per se stesso e voglia di aggiustare le cose.
Ma purtroppo non ci contiamo.
Arriveranno tempi più belli, in cui l’essere umano avrà più dignità , ma dovremo ancora portare pazienza.

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