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giovedì 8 gennaio 2009

A Hammer Film


di Roberto Sonaglia.

A Hammer Film production”, un film prodotto dalla Hammer, dicitura che, posta all'inizio di una pellicola, negli anni '60 e i primi '70, costituiva per l'appassionato di cinema horror la garanzia di uno spettacolo, nel peggiore dei casi, divertente, un'ora e mezza di buon intrattenimento che avrebbe senz'altro ripagato il prezzo del biglietto. Se poi l'alchimia funzionava al meglio, poteva scapparci uno dei (tanti) piccoli capolavori gotici della casa cinematografica inglese.

Fondata nel 1934 da William Hinds, e per molti anni dedita a una produzione commerciale sulla falsariga dei crime movies americani, la Hammer virò verso il genere fantastico intorno alla metà degli anni '50, sotto la guida di James Carreras, che produsse il classico L'Astronave Atomica del Dr. Quatermass (The Quatermass Experiment, 1957), e il suo sequel, I Vampiri dello Spazio (Quatermass 2, 1958).

Incoraggiati dall'ottimo riscontro di pubblico di queste pellicole, i dirigenti Hammer decisero di specializzarsi nel genere horror, e il primo obiettivo fu quello di assicurarsi i diritti dalla Universal, che distribuiva le pellicole Hammer negli USA, per l'utilizzo dei personaggi protagonisti degli storici film anni '30, quali Dracula di Tod Browning, Frankenstein di James Whale e via terroreggiando. Quello che Carreras e Hinds, forse in maniera del tutto inconsapevole, all'epoca, stavano facendo, era prendere le icone del genere horror, che gli sceneggiatori di Hollywood avevano in gran parte derivato da opere letterarie britanniche, e riportarle a casa, immergendole di nuovo in quelle brumose e cupe atmosfere da cui le penne dei vari Bram Stoker, Mary Shelley, Robert Louis Stevenson li avevano tirate fuori.

Il primo film Hammer dichiaratamente horror fu La Maschera di Frankenstein (Curse of Frankenstein, 1957), che mise in scena tutti gli elementi tipici, in seguito divenuti marchi di fabbrica della casa britannica. A cominciare dai due protagonisti, Peter Cushing e Christopher Lee.


Cushing, navigato attore teatrale, fu scelto per la difficile parte del barone Victor Frankenstein, alla quale donò uno spessore inedito, e che rimarrà il suo personaggio preferito, negli anni, sviluppandone gli aspetti e la tormentata psicologia, in altre cinque pellicole Hammer (una sorta di serial, visto che ogni film è in pratica il seguito del precedente).

Christopher Lee, figlio di un ufficiale britannico e una nobildonna italiana con trascorsi di cantante (almeno così vuole la leggenda), aveva al suo attivo diversi film d'azione, e una piccola parte nell'Amleto cinematografico di Laurence Olivier. Nel film della Hammer interpreta la parte del Mostro.

La sceneggiatura venne scritta dal giovane Jimmy Sangster, che accentuò i toni gotici e gli aspetti più ambigui del romanzo di Mary Shelley, facendo di Victor Frankenstein una sorta di paladino senza scrupoli del progresso, operante in un'epoca oscura, e fatalmente condannato a crollare sotto il peso delle proprie ambizioni.

La regia del film fu affidata a un veterano della Hammer, Terence Fisher, un regista che, fino a quel momento, si era limitato al 'mestiere', ma che con La Maschera di Frankensteinpoté finalmente esprimere tutta la propria creatività, e le doti di Autore, creando uno stile che, negli anni, sarà largamente imitato, ma mai eguagliato.

Ne uscì una pellicola estremamente affascinante, ottimamente scritta e recitata, diretta con mano ferma e guizzi di genio, che trattava di argomenti, per l'epoca, difficili (il rapporto fra Uomo e Dio, la corruzione del potere, le pulsioni sessuali incontrollabili, l'intolleranza e il terrore del 'diverso'), ma utilizzando metafore che, in superficie, potevano benissimo essere considerate canoni del genere horror, e passare le maglie di diverse censure, soprattutto in quei paesi, Spagna, Italia, dove vigeva un moralismo più di facciata che reale.

In pratica era nato l'horror moderno, quello che, soprattutto negli anni '70, si vestirà di politica e antropologia, che parlerà di individui e società, che porterà alla luce terrori rimossi e pulsioni nascoste, cercando di darne chiavi di lettura e proponendo vie d'uscita, o se non altro, catarsi. Dopo anni in cui il genere era praticamente scomparso, o relegato a comprimario di altri generi, vedi la fantascienza da 'guerra fredda', finalmente l'horror tornava alla grande, e all'alba di un decennio, i '60, che avrebbe visto molti rivolgimenti culturali e comportamentali, minare le labili sicurezze di una società post-bellica fondata su un ottimismo moraleggiante spesso edificato 'ad hoc'.



Il successo del film fu enorme, ovunque, e già l'anno successivo la Hammer mise in cantiere sia il sequel, La Vendetta di Frankenstein, ancora con Cushing nel ruolo del barone, ma senza Lee, che il secondo film con un personaggio classico dell'immaginario horror, Dracula il Vampiro (Dracula), di nuovo col quartetto Sangster-Fisher-Cushing-Lee a tirare le fila.

Il successo del Dracula Hammer fu, se possibile, ancora maggiore di quello di Frankenstein.



Peter Cushing è un ottimo Van Helsing, teso, nervoso, ossessionato dalla sua missione (alla sua interpretazione si ispirerà Anthony Hopkins, nel Dracula coppoliano, omaggio neanche troppo velato ai film Hammer). Chris Lee dal canto suo, disegna un Conte inedito, un personaggio dalla fisicità imponente (Lee è alto più di un metro e novanta), dalla sensualità prorompente e dal fascino magnetico. Nel film Dracula ha pochissime battute di dialogo, ma Lee riesce, con la mimica, gli sguardi, i gesti, ad accentrare su di sé l'attenzione dello spettatore, diventando letteralmente il Conte immaginato da Stoker (che, non scordiamolo, era ispirato alla figura di un attore, John Irving), e riuscendo in un'impresa che pareva impossibile: uguagliare (se non superare) il precedente Dracula cinematografico, quello interpretato da Bela Lugosi. Per molti appassionati di cinema, e non solo, è Chris Lee, il Conte Dracula per antonomasia.

Anche Lee, come Cushing, rimarrà legato al personaggio che gli diede la fama, interpretando la parte del Conte in altri sei film Hammer (e anche nel divertente, italianissimo Tempi Duri per i Vampiri, del 1959, di Steno, con Renato Rascel e Sylva Koscina, un ottimo esempio del successo ottenuto anche nella nostra penisola dal film della Hammer; un altro film dai tratti parodici, con Lee nella parte del Vampiro, è il francese Dracula Padre e Figlio, di Edouard Molinaro, del 1976, un ottimo esempio del perdurare dell'immaginario Hammer anche negli anni '70).


                                             Christopher Lee          Peter Cushing

Dopo Frankenstein e Dracula, è la volta de La Mummia, terzo personaggio già utilizzato dalla Universal negli anni 30, a portare la sigla “A Hammer Film”, nel 1959. Ovviamente, visto che squadra vincente non si cambia, la pellicola vede di nuovo i Quattro Moschettieri Hammer in sella. Il film, forse il meno riuscito del primo periodo Hammer, si discosta dall'originale americano (e dall'arcinoto, effettistico remake anni '90 di Stephen Sommers), in quanto il personaggio del sacerdote egiziano non ringiovanisce man mano che uccide i profanatori della sua tomba, ma rimane mummia per tutta la storia, un burattino assassino nelle mani di un fanatico. Interessante comunque il discorso sul rapporto “scontro di culture” (il fanatico non vuol far altro che 'punire' gli occidentali, rei di voler imporre il proprio modello di vita ad altre civiltà, vi ricorda qualcosa? E' un film del 1959!!!), e alcune sequenze da antologia, come tutto il flashback ambientato nell'antico Egitto, e il finale, che non vi svelo, nel caso non abbiate visto il film. Il film comunque ebbe successo, tanto che, come nel caso di Frankenstein e Dracula, diede il via a un ciclo, con altre quattro pellicole dedicate al personaggio della Mummia.


La Hammer ha, a questo punto, creato e imposto uno stile, che negli anni '60 farà scuola, un po' ovunque. Al quartetto di base fanno da corollario altri ottimi professionisti, dagli sceneggiatori Peter Sasdy e Michael Carreras, a Freddie Francis (grande direttore della fotografia, che lavorerà anche con Scorsese, e regista dal tocco personale), Roy Ward Baker, Peter Collinson. Roger Corman, in America, si ciberà delle atmosfere Hammer, intellettualizzandole in chiave visionaria, per i suoi film tratti da Poe. In Italia prospererà il Gotico, che prenderà molti elementi dei film Hammer, spingendo l'acceleratore sugli aspetti più legati alle perversioni e deviazioni sessuali. In Spagna registi come Paul Naschy e Jesus Franco si ispireranno alle pellicole Hammer per la loro cospicua produzione. Nella stessa Inghilterra altre case cinematografiche, come la Amicus, cercheranno di imitare lo stile Hammer, in alcuni casi utilizzando gli stessi attori, sceneggiatori e registi.

La Casa Madre prosegue nel suo percorso, riattualizzando altri miti del genere horror, come l'Uomo Lupo (nell'ottimo L'Implacabile Condanna -Curse of the Werewolf, 1961- di Fisher, con l'esordio cinematografico del grande Oliver Reed, in cui forse per la prima volta, la licantropia viene equiparata alla dipendenza, con annessi sensi di colpa), Jekyll e Hyde (tre film, di cui il secondo, Barbara il Mostro di Londra -Dr. Jekyll & Sister Hyde, 1971- interessante perché tratta il tema della transessualità: il buon dottore, una volta presa la sua pozione, si trasforma in una bellissima ragazza che fa strage -letteralmente- di cuori); attingendo alla tradizione letteraria gotica, come nella “Trilogia dei Karnstein”, in cui spiccaMircalla, l'Amante Immortale (Lust for a Vampire, 1971) diretto da Jimmy Sangster passato alla regia, e tratto dal capolavoro letterario di Sheridan Le Fanu, Carmilla, un film in cui il lesbismo è più che accennato; sviluppando personaggi e mitologie tipiche del fantastico (la serie fanta-horror dei Quatermass; vari film sui Vampiri, fra cui impossibile non citare il suggestivo Il Mistero del Castello -Kiss of the Vampire, 1964- che servì da modello anche a Roman Polanski nel tratteggiare personaggi e situazioni di Per Favore Non Mordermi sul Collo).


Con gli anni '70, e l'avvento di una nuova generazione di Autori in campo horror, soprattutto in America (Romero, Craven, Carpenter, Hooper), più al passo coi tempi, e soprattutto utilizzanti il genere in chiave meno favolistica e metaforica, ma più diretta ed esplicitamente politica, oltre che graficamente più violenta, il cinema della Hammer inizia a perdere colpi, e il successo delle sue proposte a venir meno. Ci saranno diversi tentativi della casa inglese per mantenersi a galla, e nel favore del pubblico, magari appoggiandosi a generi che, in quel momento, vanno per la maggiore, come il cinema di kung-fu (vedi lo strano, ma purtuttavia affascinante La Leggenda dei Sette Vampiri d'Oro -The Legend of the Seven Golden Vampires, 1974- di Roy Ward Baker, coprodotto con la Shaw Brothers di Hong Kong, la casa dei film di Bruce Lee, per intenderci), o rivolgendosi al mercato della tv, con alcuni buoni film imperniati sulla figura di Sherlock Holmes, interpretato da Peter Cushing, ma nulla potrà fermare l'inevitabile declino.

Il percorso della Hammer termina ufficialmente nel 1979, quando la casa di produzione inglese dichiara bancarotta. Ci sarà una coda, negli anni '80, con altre produzioni televisive, ma di fatto la Hammer è già morta e sepolta.

Resta l'eredità di una cospicua produzione, tutta di ottimo livello, e in alcuni casi con capolavori assoluti dell'horror. Tanto che, anche oggi, nell'era del digitale, per l'appassionato del genere, la dicitura “A Hammer Film production”, posta magari all'inizio, o sulla custodia di un DVD, è un marchio di garanzia, che assicura, al peggio, un'ora e mezzo (anche più, con gli extra) di ottimo intrattenimento, e se l'alchimia funziona, la possibilità di visionare, o ri-visionare, uno dei tanti piccoli capolavori che hanno fatto la Storia del Cinema Fantastico.


Filmografia essenziale dei migliori film Hammer (ad assoluta discrezione dell'Autore):


Ciclo di Frankenstein-

1957 – La Maschera di Frankenstein (Curse of Frankenstein)

1958 – La Vendetta di Frankenstein (The Revenge of Frankenstein)

1964 – La Rivolta di Frankenstein (The Evil of Frankenstein)

1967 – Distruggete Frankenstein! (Frankenstein Must Be Destroyed)

1974 – Frankenstein e i Mostri dell'Inferno (Frankenstein and the Monsters from Hell)


Ciclo di Dracula-

1958 – Dracula il Vampiro (Dracula)

1966 – Dracula Principe delle Tenebre (Dracula Prince of Darkness)

1968 – Le Amanti di Dracula (Dracula Has Risen from the Grave)

1972 – 1972: Dracula Colpisce Ancora (Dracula AD 1972)

1973 – I Satanici Riti di Dracula (The Satanic Rites of Dracula)


Ciclo della Mummia-

1959 – La Mummia (The Mummy)

1964 – Il Mistero della Mummia (The Curse of the Mummy's Tomb)


Trilogia dei Karnstein

1970 – Vampiri Amanti (The Vampire Lovers)

1971 – Mircalla, l'Amante Immortale (Lust for a Vampire)

1972 – Le Figlie di Dracula (Twins of Evil)


Altri Film-

1957 – L'Astronave Atomica del Dr. Quatermass (The Quatermass Experiment)

1958 – I Vampiri dello Spazio (Quatermass 2)

1959 – La Furia dei Baskerville (The Hound of the Baskerville)

1960 – Il Mostro di Londra (The Two Faces of Dr. Jekyll)

1961 – L'Implacabile Condanna (Curse of the Werewolf)

1964 – Lo Sguardo che Uccide (The Gorgon)

1964 – Il Mistero del Castello (Kiss of the Vampire)

1965 – La Dea della Città Perduta (She)

1965 – Nanny la Governante (The Nanny)

1966 – Un Milione di Anni Fa (One Million Years B.C.)

1966 – La Lunga Notte dell'Orrore (Plague of the Zombies)

1966 – La Morte Arriva Strisciando (The Reptile)

1968 – Femmine delle Caverne (Slave Girls)

1967 – L'Astronave degli Esseri Perduti (Quatermass and the Pit)

1968 – Continente Scomparso (Lost Continent)

1970 – Crescendo... con Terrore (Crescendo)

1971 – Barbara il Mostro di Londra (Dr. Jekyll and Sister Hyde)

1971 – Gli Artigli dello Squartatore (Hands of the Ripper)

1971 – La Morte Va a Braccetto con le Vergini (Countess Dracula)

1974 – La Leggenda dei Sette Vampiri d'Oro (The Legend of the Seven Golden Vampires)

1976 – Una Figlia per il Diavolo (To the Devil... a Daughter)

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