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domenica 4 gennaio 2009

Ziggy Straust & Co.


di Roberto Sonaglia.

Sgombriamo subito il campo da equivoci: qui si parla del Glam Rock originale, quello che spopolò nei primi anni '70 in terra d'Albione, non delle band Hair Metal americane degli anni '80 -alle quali magari dedicheremo un capitolo prossimamente, visto che i Kiss sono stati il mio primo amore, musicaldiscograficamente parlando, un sacco di anni fa, e li ascolto ancora massicciamente.

Glam Rock made in England, dunque, un fenomeno di costume, oltre che musicale, condito da massicce dosi di mascara, pailettes, mitologie cosmico-androgine e tre accordi di puro Rock n' Roll privo di fronzoli, su testi che parlano dritti ai feromoni. La giusta dieta dopo anni di sbornia psichedelica e divagazioni chitarristiche al limite del sopportabile.


Il Glam Rock nasce ufficialmente nell'Agosto del 1970, con la pubblicazione del 45 Ride a White Swan, dei T. Rex di Marc Bolan. Un pezzo estremamente efficace, giocato su un ipnotico giro di boogie, e un ritmo metronomico in canonico 4/4, con un testo all'apparenza semplice, ma condito di ardite metafore (anche sessuali), sfornato da un artista smaliziato, con già una discreta carriera alle spalle (nei John's Children, leggendaria band mod-psichedelica dei 60s, e coi Tyrannosaurus Rex, duo acustico folk/fricchettone col quale Bolan iniziò a pianificare la sua scalata al successo), che si trovò improvvisamente catapultato dal ruolo di figura di culto dell'underground, a quello di Primo Divo Inglese degli anni '70.

La formula studiata (qualcuno dice 'a tavolino') e attuata da Marc Bolan non era nulla di particolarmente innovativo: il passaggio da un folk-rock acustico, vagamente allucinato, a un Rock n' Roll semplice e diretto, un po' quello che, qualche anno prima, aveva fatto Bob Dylan. Solo che Bolan, al contrario di Dylan, era consapevolmente una bomba sessuale, e il suo irrompere nelle Chart ebbe l'effetto di una deflagrazione atomica. Giocando sull'ambiguità della sua figura, e accentuando i tratti androgini del look -casco di riccioli a incorniciare un volto truccato con mascara e ombretto; ampio uso di vestiti sgargianti, pieni di lustrini, pailettes, boa e piume di struzzo- Bolan funse da valvola di sfogo per una generazione in cerca di identità, dopo il crollo delle utopie degli anni Sessanta, e la sua sfrontata ed esibita sessualità, diede il coraggio necessario per uscire dall'ombra a persone che, fino a quel momento, vivevano la propria diversità sessuale in maniera emarginata ed emarginante, se non peggio. Marc Bolan non era omosessuale, ma diventò immediatamente (anche) un'icona gay.

Capitalizzando sulla formula che aveva portato al successo il loro primo singolo, i T. Rex inanellarono una serie di Number 1 Hits, che fecero della band il maggior fenomeno inglese dei primi anni '70, e un deciso antidoto contro gli eccessi del neonato Progressive Rock. Questo, fino all'avvento di David Bowie.


Una storia simile a quella di Bolan alle spalle, ma molta più scaltrezza gestionale, Bowie proveniva anche lui dalla scena mod-beat della Swingin' London metà anni Sessanta, e in seguito, innamoratosi della Musa Dylaniana, era passato al folk-rock (non disdegnando comunque stili più facili, come il pop e il music-hall, che ritroveremo nel corso di tutta la sua carriera). All'epoca di Ride a White Swan, Bowie aveva già avuto un Hit, con la ballata spaziale tardo-psichdelica di Space Oddity, ma in quel momento pareva indeciso fra pop d'autore, Hard Rock alla Stooges, Rock metropolitano in stile Lou Reed. Il successo di Bolan lo convinse a direzionarsi decisamente verso il Glam Rock.

Costruendosi un personaggio ad hoc, quello di Ziggy Stardust, l'alieno venuto sulla Terra a portare il verbo della liberazione sessuale, e del Rock n' Roll più diretto, attorniato da una Band coi controcosi, gli Spiders from Mars guidati dal grande Mick Ronson, Bowie, coi capelli tinti di arancione, il make-up pesante, gli abiti a metà strada tra tutine spaziali da film di serie B e orpelli degni di una prostituta di Soho, fece scalpore già alla sua prima apparizione televisiva, diventando letteralmente dalla sera alla mattina, l'idolo dei teenagers d'Albione. E mentre Bolan, che continuava a primeggiare in casa, aveva difficoltà a imporsi nel mercato americano, Bowie, grazie a una più oculata gestione del personaggio -e a una proposta musicale decisamente più varia e matura del pur apprezzabile, ma alla lunga monotono, Bolan boogie- sfondò anche negli USA, spianandosi la strada per una carriera che lo ha visto, negli anni, esplorare praticamente ogni forma musicale, e in alcuni casi, vedi la Trilogia Berlinese, anticipando generi, come la new wave, che sarebbero fioriti in seguito.

Il periodo Glam di Bowie dura un paio di anni, ma The Rise and Fall of Ziggy Stardust & The Spiders from Mars e Aladdin Sane, gli album prodotti durante tale biennio, sono dei classici della Storia del Rock.


Ovviamente il megasuccesso dei T. Rex e di David Bowie aprì le porte per tutta una serie di artisti minori che, chi con risultati apprezzabili, se non ottimi, chi decisamente in modo pedestre, salirono sul carrozzone del Glam Rock, riempendo la scena musicale inglese di mascara, pailettes, stivaloni con le suole alte trenta centimetri, e diventando l'incubo di genitori preoccupati per la salute, e gli orientamenti sessuali dei figli. Un'interessante diapositiva dell'epoca è il film Velvet Goldmine, di Todd Hayes, vagamente ispirato alla figura di Bowie, che ricostruisce perfettamente lo spirito, e i luoghi, di quell'era.

Fra le figure più importanti della scena Glam, senz'altro gli Slade

Band di puro Rock n' Roll proletario, fra le più hard-working di tutti i tempi, Noddy Holder e compagni non fecero altro che ammorbidire un po' il loro suono, e vestire abiti colorati, per trasformarsi nella maggior attrazione Glam Rock dopo Bolan e Bowie. La loro sequenza di Hit nei primi '70 è impressionante, anche per qualità, e all'epoca furono in molti a salutarli come i “nuovi Beatles”. Oggi sono praticamente dimenticati, ma continuano a girare, tenendo una media di concerti annuali da far invidia a musicisti di 40 anni più giovani. Se beccate qualche loro antologia, prendetela a scatola chiusa. E ascoltatela, ovviamente, a tutto volume. Mama We're All Crazee NowCoz I Luv You e Cum On Feel the Noize sono brani immortali.

Mott the Hoople di Ian Hunter e Mick Ralphs sono un caso a parte. 


Partiti come combo di Folk-Rock n' Roll intellettuale, ispirato al Dylan di Blonde On Blonde e a Elvis, i Mott vivacchiano fra la fine dei '60 e l'inizio dei '70, producendo buoni dischi, che però passano praticamente inosservati. Ma tra i loro (pochi) fan c'è David Bowie, che non appena ottiene il megasuccesso, e la possibilità di fare praticamente quello che vuole in campo discografico, offre ai Mott l'occasione di una vita, donando loro una delle sue canzoni più belle degli anni '70, All the Young Dudes, che fila subito al primo posto delle hit e diventa un inno del movimento gay inglese. In seguito i Mott riusciranno a camminare da soli, grazie al talento di Ian Hunter nel comporre pezzi di immediata presa, ma dai testi profondi e metaforici, che spesso analizzano con acuta penetrazione il ruolo del musicista popolare nella società (All the Way from MemphisBallad of Mott the HoopleRock n' Roll Queen) e al gusto di Mick Ralphs per i riff di chitarra immediati e coinvolgenti, prima che i dissidi fra i due leader pongano de facto fine all'avventura di una delle più interessanti band inglesi dei primi '70.


Il ruolo di Bowie nell'utilizzare il suo successo personale per offrire nuove possibilità di carriera ad alcuni degli artisti che ammirava, è stato poco discusso, negli anni, ma va a grande merito dell'allora giovane Ziggy Stardust quello di aver tolto la polvere a carriere che parevano destinate all'oblìo. I Mott, naturalmente, ma anche Iggy Pop e addirittura Lou Reed, che senza l'intervento bowiano in Transformer, non sarebbe sicuramente andato oltre il primo LP solista (o forse si, ché Mr. Reed ha sempre un asso nella manica). Certamente in questo figura anche un po' del notorio narcisismo Bowiano, tenuto conto che tutti i dischi prodotti per i suoi idoli suonano come album di David Bowie, ma è un piccolo prezzo da pagare, per avere capolavori come Walk On the Wild Side di Mr. Reed, Search & Destroy e Gimme Danger di Iggy & The Stooges e la già citata All the Young Dudes dei Mott.


Altra bella band Glam Rock sono i Cockney Rebel di Steve Harley


Stessa estrazione proletaria degli Slade, stesso approccio senza fronzoli. Arrivano un po' tardi sulla scena Glam, e nemmeno vi si adagiano più di tanto, non eccedendo in stravaganze di look, o atteggiamenti ambigui e provocatori. Più una pub-rock band raffinata che un vero e proprio combo Glam Rock, hanno comunque prodotto un classico del genere: Make Me Smile (Come Up and See Me), evergreen del Glam Rock, e del Rock inglese in generale.


Poi ci sono artisti che si sono trovati per caso, o per calcolo, nel carrozzone Glam, tipo gli Sweet e Gary Glitter.


Gli Sweet partirono come band bubblegum -un genere di moda alla fine degli anni '60, musichetta facile per un pubblico di pre-adolescenti- con pezzi stupidotti tipo Co-Co e Poppa Joe. Riciclatisi in chiave Glam, aumentarono progressivamente la qualità della loro proposta musicale, innestandovi dosi di Hard Rock e Progressive, fino a diventare una band di tutto rispetto. Love Is Like Oxygen è già fuori dall'epoca Glam Rock, ma è il pezzo per cui saranno sempre ricordati.

Gary Glitter, invece, è bene sia dimenticato, per questioni non strettamente inerenti la musica.


La sua breve carriera come Star del Glam Rock decolla per caso. Nei primi '70 incide un 45 giri, Rock n' Roll, che sul retro ha la versione solo strumentale, eseguita dalla Glitter Band (gruppo decisamente non male, che inciderà anche alcuni singoli di successo a proprio nome), in cui Gary si limita ad alcuni urletti gutturali e sospiri. Il lato A non se lo caga nessuno, mentre la B-Side, Rock n' Roll (Part 2), diventa un Hit. Da quel momento Gary veste la sua tozza, goffa e sudata figura, vagamente somigliante all'Elvis degli ultimi tempi, con lustrini e abiti scintillanti, e vivacchia con altri singoli che ripetono la formula del fortunato esordio, per poi sparire dalla scena. Il suo ritorno, programmato per la metà degli anni '90, con un'apparizione nientemeno che nel film delle Spice Girls (!) sarà vanificato da una squallida storia che lo vedrà coinvolto nello scambio on-line di materiale pedopornografico.


Oltre a questi, naturalmente sono moltissimi gli artisti che, fra il 1971 e il 1975, anno ufficiale della fine del Glam Rock, scaleranno le classifiche, spesso solo con un unica canzone, ripetendo all'infinito la consueta formula di facile Rock n' Roll, look esagerato, atteggiamenti anticonvenzionali e sessualmente ambigui: David Essex, più noto come attore che come cantante; gli Wizzard di Roy Wood -autore negli anni '60, coi Move, di Blackberry Way, l'immortale Tutta Mia la Città, e fondatore della Electric Light Orchestra- personaggio eccentrico e originale, che non ha mai raccolto quello che ha seminato; Barry BlueAlvin Stardust (sic!) e tantissimi altri.

Ci sono poi band e solisti che, pur attingendo a certi stilemi e/o orpelli, non possono essere definiti propriamente Glam, come il primo Elton John, Alice Cooper, i Roxy Music periodo Brian Eno, Suzi Quatro.


Ma l'eredità più importante del Glam è stata quella che, negli anni, ha visto crescere e svilupparsi tutta una serie di musicisti che, apprezzandone la diretta energia, la semplicità esecutiva, gli atteggiamenti provocatori, hanno dato vita al Punk inglese del '77 (molte band Punk hanno trascorsi Glam), e in seguito a tante altre forme musicali le cui influenze durano tuttora. Una band come i Placebo cos'è, se non la versione post-moderna dei T. Rex?


Il Glam Rock è stato essenzialmente un fenomeno da 45 Giri, come fu per il Beat degli anni '60, come sarà per il Punk di fine anni '70. Un elenco di tutte le maggiori song del periodo è operazione alquanto improba, e tutto sommato inutile, nell'era del CD.

Ci limitiamo quindi a segnalare alcuni LP Glam Rock, seminati per la Storia del Rock in generale, e limitatamente agli artisti maggiori. Se poi volete approfondire il discorso, ci sono in rete alcuni buoni siti che trattano di Glam Rock, con discografie dettagliate. A voi il piacere della ricerca.


Discografia Glam Rock di base (LP)-1 


T. Rex

Electric Warrior (1971)

The Slider (1972)

Tanx (1973)


David Bowie

The Rise and Fall of Ziggy Stardust & The Spiders from Mars (1972)

Aladdin Sane (1973)

Pin Ups (1973)


Mott the Hoople

All The Young Dudes (1972)

Mott (1973)


Slade

Sladest (1973)


Sweet

Sweet Fanny Adams (1974)


Steve Harley & Cockney Rebel

The Best Years of Our Lives (1974)


Gary Glitter

Touch Me (1973)

1 commento:

  1. Un articolo che ho bevuto ma già sapevo quanto eri bravo. Complimenti, Roberto.

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