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giovedì 5 febbraio 2009

Fumetto e animazione giapponese: Nostalgia L'Uomo Tigre


di Fabio Lanzi

Un piccolo viaggio attraverso il fumetto e l’animazione giapponese. Dai, qualcosa di bello c’era! 

 

Che ricordi… l’Uomo Tigre… uno dei personaggi che preferivo. Crescendo ed imparando meglio la storia, interpretandola in base a canoni più adulti, ho imparato ad apprezzare forse anche di più. 

La storia narra di Naoto Date, ragazzo rimasto orfano dei genitori, scappa dall’orfanotrofio che lo ospita, stanco delle ingiustizie subite a causa del suo essere orfano. Questa idea gli balena in mente osservando una Tigre allo zoo, rimanendone affascinato. 

Viene poi ‘ospitato’ dalla Tana delle Tigri, una associazione dedita all’adescare bambini orfani da addestrare per diventare feroci lottatori. Naoto diventa uno di questi. 

Viene mandato in giro per il mondo, lottando sui ring e manifestando la sua cattiveria. 

Un bambino, orfano, di nome Kenta, è uno dei suoi più grandi fan. Questo bambino è ospite di una struttura gestita da Ruriko, compagna di infanzia in orfanotrofio di Naoto. 

Una sera, capitano come pubblico ad assistere ad un incontro dell’Uomo Tigre. 

Ruriko spiega all’Uomo Tigre che è un esempio per il bambino e che questo si comporta come lui, lo imita. Gli chiede quindi di dimostrargli cosa siano la lealtà e l’onestà nella vita. 

Quell’incontro fa scattare qualcosa nella mente di Naoto. 

Da lì volta le spalle alla Tana delle Tigri, devolvendo i suoi incassi agli orfanotrofi del Giappone piuttosto che ai suoi ex-padroni. Da lì in poi, gli manderanno contro lottatori sempre più forti, allo scopo di ucciderlo sul ring. 

E continueranno sempre, per tutta la serie. 

Ad un certo punto, viene affiancato anche da amici. 

Vedremo Daigo Daimond, suo compagno di allenamenti alla Tana delle Tigri, che combatterà assieme a lui ma morirà in uno degli incontri più difficili. 

Ken Takaoka, giovane ragazzo che si fa allenare dalla Tana delle Tigri per dare un futuro alla sua sorellina ed alla madre malata. Lo convinceranno che Naoto ha ucciso sua madre. Naoto lo farà rinsavire. 

Il Gigante Baba ed Antonio Inoki. Sono due wrestler realmente esistiti, trasportati qui per dare maggiore realismo alla serie. Saranno diffidenti inizialmente verso l’Uomo Tigre, ma diventeranno suoi grandi sostenitori. 

Personalmente, una serie che ritengo bella, al di là della crudezza e delle lotte. 

Si vive per intero il percorso psicologico di Naoto Date, i suoi principi morali messi in discussione, i suoi dubbi, le sue paure e le sue certezze. 

Dà dimostrazione di un uomo che fa il possibile e non si vende l’anima in nome di quello che ritiene giusto. Narra di un grande percorso interiore, di un essere umano senza superpoteri che con tenacia, sudore e sangue riesce a raggiungere i propri obiettivi, cioè di aiutare gli altri. 

Questo è il grande fascino di questa serie. La figura di Naoto Date, una figura piena di sofferenze e demoni interiori. Un essere umano come tanti altri. Che ha vissuto nel buio e che piano piano, con l’aiuto di persone intorno che gli vogliono bene, riesce a venirne fuori. 

La figura di Naoto Date rappresenta anche lo sfogo di una società giapponese uscita dalla guerra moralmente e fisicamente distrutta (ricordiamo che hanno subito le conseguenze delle uniche due bombe atomiche finora sganciate), che ha sudato grandi fatiche per rinascere e ritornare ad essere un grande Stato. Nel loro codice morale, soprattutto in ambito lavorativo, l’onore e il sacrificio sono tutto. 

Nell’Uomo Tigre, tutto questo è mostrato. 

Una bella serie, devo dire.  


Puntata precedente:


Nostalgia: Devilman 

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