di Fabio Lanzi.
1984 di George Orwell. Il libro più inquietante che abbia mai letto, sicuramente.
George Orwell (1903-1950) fu un opinionista e scrittore inglese. Per colpa di esperienze personali molto brutte legate agli stalinisti durante la guerra in Spagna, la sua attività di scrittore ed attivista politico volse sempre alla lotta contro le atrocità del comunismo di matrice Staliniana. Quella corrente, durata decenni, di atrocità ne commise tante... non è un'opinione, sono fatti storici dimostrati. Non dimentichiamoci mai delle 'purghe', una vera caccia alle streghe per eliminare i dissidenti politici.
Passiamo al libro. 1984 racconta di una situazione mondiale divisa in 3 grandi Stati, Oceania, Eurasia ed Estasia.
Questi Stati sono in perenne conflitto tra loro, quindi gli abitanti hanno sempre un nemico a cui guardare.
Il protagonista, Winston Smith, è uno dei membri del Partito, Partito unico, che controlla tutto. Lavora al Ministero della Verità, e si occupa del modificare le notizie e del riscrivere i libri di storia in modo che ciò che sia detto o fatto dal Partito corrisponda a verità.
Il popolo si divide in parti: membri del Partito Interno, la minoranza della popolazione, che comanda davvero; membri del Partito Esterno, coloro che 'lavorano' per quelli del Partito Interno; i Prolet, la maggioranza, che lavora per il minimo di sussistenza.
La struttura è piramidale, con al vertice il 'Grande Fratello', un personaggio che nessuno ha mai visto, sempre propagandato come buon padre e difensore del popolo. Ogni membro del Partito Interno o del Partito Esterno ha in casa grossi schermi che funzionano da televisori-telecamere, che servono a fare propaganda politica per 24 ore al giorno e a tenere monitorati tutti i membri.
La popolazione, con la scusa della guerra continua (colleghiamoci, prego, al lavoro del protagonista di manipolare le notizie continuamente) è sempre in uno stato di tensione e si rivolge adorante al Partito, colui che li difenderà.
Con questi schemi di controllo la popolazione è controllata fin nell'intero del proprio cervello.
Il protagonista, però, ha qualche dubbio. Che qualcosa non funzioni del tutto, che non sia del tutto giusto. Il libro narra di questo suo percorso, alle difficoltà che vive in un mondo del genere una persona più che mediocre che si 'sveglia' gradualmente.
Incontrerà un'altra persona come lui, Julia, e i due diverranno amanti, nonostante i divieti del Partito di non avere relazioni sessuali per null'altro che procreare. Il piacere, secondo il Partito, è deviante e va bandito.
Vengono narrate le vicende della coppia in una situazione politica di totalitarismo.
Questo super-stato esercita il controllo della lingua, riducendo il numero di parole al minimo, come strumento ulteriore di controllo. Esiste la psico-polizia, un particolare corpo preposto al trovare e criminalizzare le persone alla minima idea contraria al Partito.
Come va a finire, non si può raccontare. Ma vi garantisco che è allucinante. L'intero libro è allucinante.
Venne scritto come antitesi al comunismo staliniano, utilizzando ovviamente simboli e metafore, visti gli anni in cui venne scritto e l'alleanza tra Russia ed Inghilterra. Rappresenta la società del controllo assoluto. Un sistema retto da poche persone, portato avanti da un certo numero di esecutori asserviti e che riesce a controllare la totalità della popolazione.
Questo sistema totalitario riesce a condizionare talmente tanto da riuscire a rinnegare i propri cari, pur di amarlo. Davvero, da brivido, soprattutto rileggendolo e pensando alla società in cui si vive. Contiene paralleli storici molto forti ed una descrizione tutt'altro che fantascientifica della direzione in cui possa andare la società.
Su certi campi, vale ben di più che le quartine di Nostradamus. Consiglio a tutti id leggerlo, per migliorare il 'pensare con la propria testa'.
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