Creativity Papers blog
Rivista di scrittura creativa, notizie e approfondimento

Ultimi articoli

giovedì 12 febbraio 2009

Italia di melma


di Nicola Schiuma.

Vorrei iniziare questo articolo con il dire che oramai abbiamo raggiunto il limite siamo all'apoteosi,  il caso della famiglia Englaro vi riporto brevemente la storia:
Sono ormai diciassette anni che Eluana "dorme": da quel mattino di gennaio, quando la ragazza viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato nell'incidente. Come se non bastasse, la frattura della seconda vertebra cervicale la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. Ma sul momento la cosa più urgente, per i medici, è strappare la ragazza dalla morte. Per questo motivo viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. I due rianimatori fanno capire chiaramente ai genitori che in questi casi non resta che attendere il decorso delle successive 48 ore, per vedere come reagisce Eluana.
Niente, la ragazza continua a vegetare. Dimessa dalla rianimazione nell'aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell'ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile "risveglio". Intanto il padre, consigliato dal primario del reparto di rianimazione Riccardo Massei, chiede un consulto a vari specialisti. Ma il verdetto è sempre lo stesso: bisogna aspettare. Il lavoro che stanno facendo all'ospedale di Sondrio - dove Eluana viene trasferita nel giugno 1992 - è ineccepibile. Poi la solita frase: "La speranza è l'ultima a morire".
In realtà la speranza si riduce ben presto a zero. Infatti dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa come nel caso di Eluana da un trauma oppure da un'emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile: dall'intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza.
Il limite dei dodici mesi è dato per assodato a livello internazionale. Tanto che, passato quel periodo, la British Medical Association e la American Academy of Neurology sostengono la legittimità di sospendere nutrizione e idratazione artificiale. Ma non in Italia, dove la maggior parte dei medici non si azzarda ancora a dire chiaramente che tenere in vita più a lungo questi pazienti possa essere definito accanimento terapeutico.
Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.

Quindi iniziamo con le riflessioni tutto questo che avete letto avviene ormai da 17 anni, parlo per me ma penso che sia un po' il pensiero della maggior parte di noi, io tra scegliere una vita cosi che a mio parere sarebbe una " NON VITA" perché la vita di ognuno di noi e provare sensazioni, tristezza, amore, gioia, piangere, stare con gli amici, volere rimanere da soli, e tutto ciò che comporta una vita normale, be quella non è una vita, dipendere da qualcuno, essere nutriti da una macchina, non riconoscere e non sentire la presenza delle persone che ci circondano be io quella non la chiamo vita, e non la chiamo neanche sopravvivenza, la chiamo NON MORTE .
Ora dopo anni di lotta da parte della famiglia, si arriva ad una sentenza che autorizza i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. 
Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi. 
Quindi appena la ragazza viene trasferita all'ospedale di Udine per porre fine al suo calvario ecco che interviene lui il nostro presidente del consiglio che vuole fare una legge flash che impedisce ai medici e soprattuto ribalta la sentenza della magistratura, forse perchè ha bisogno di lavarsi la coscienza e guadagnarsi un posto in paradiso?
Farsi perdonare tutti i peccati ? Il capo dello stato non ha firmato il decreto e lui che fa? 
dice che bisogna rivedere la costituzione perchè quando è stata scritta quelli che l'hanno fatta erano di mentalità comunista. Ne ha sparata un'altra delle sue...
La chiesa che dichiara " staccare il sondino e come se fosse omicidio, e tutte le persone che nel mondo muoiono di fame quello non è omicidio?
Proprio la chiesa che dovrebbe aiutare le persone meno fortunate o le persone che non possono mangiare loro che dovrebbero essere votati alla povertà invece sono ricchissimi pieni di soldi, proprietà, e beni immobiliari.
La gente cosi detta cattolica che manifesta sotto l'ospedale al grido di ELUANA, perchè non andare a manifestare sotto la finestra del papa a gridare che nel mondo c'è gente che ha la soglia di vita non oltre i 35-40 anni.
Non capisco questi atti di sabotaggio vero e proprio dalla parte dei politici, e pensare che il padre ha fatto tutto secondo la legge, quando poteva chiedere ospitalità ad una nazione dove è permessa l'eutanasia e chiudere definitivamente la questione.
Per concludere e per fare riferimento al titolo questa nazione, questa Italia governata da persone che come prima legge invece di pensare ai problemi del popolo pensano ai loro dandosi l'immunità, questa nazione che in se ospita lo stato del vaticano ed è influenzata da esso, questa nazione fatta da persone che vogliono apparire santi ma che in realtà sono diavoli, be questa signori é la Nostra Italia di Melma............................. 
Spero tanto che questa storia non vada più in tv nei tg perchè penso che ormai il limite sia raggiunto e ben sorpassato, che bisogna lasciare ad famiglia il proprio dolore senza pubblicizzarlo.

Nessun commento:

Posta un commento