di Andrea De Luca.
Dopo diverso tempo, voglio riparlare di Maria Stella Gelmini, il ministro della pubblica distruzione.
'Io sono per l'abolizione del valore legale del titolo di studio' ha detto.
Senza troppi giri di parole o inutili alibi, il concetto è semplice: fin quando ci sarà lei, la scuola non servirà a niente. In poche parole, la Gelmini considera la scuola inutile. E io mi chiedo: dove andranno a finire anni di studio, e con loro spese, libri e sacrifici? Si proprio li, è inutile che vi dico dove...
E qui, grazie alla Gelmini, mi chiedo anche i criteri col quale un docente potrà insegnare in un prossimo futuro senza i titoli di studio. L'unico criterio è la vecchia raccomandazione, sempre attualissima, che aspetta dietro l'angolo pronta a colpire con un calcio il prossimo sfigato.
Per chi non lo sapesse, la Gelmini è (manco a dirlo) raccomandata. Come sottolineato anche dal blog Italiani Imbecilli, non avendo avuto nessuna possibilità di superare l'esame a Brescia per diventare avvocato (non hanno saputo valutare il suo merito, dice lei), si è recata a Reggio Calabria per ottenere quella promozione. Perché proprio quella sede? E in che modo ha ottenuto la promozione? La Lega dice che al Sud gli insegnanti sono meno preparati e che i titoli di studio si comprano. Allora le cose sono due: o la Gelmini ha comprato il titolo di studio oppure, di fronte a docenti ignoranti, avrà farfugliato qualcosa ed ha superato l'esame. In ambedue i casi, però, siamo di fronte a una persona ignorante.
Si spiegano molte cose ora. Se lo dice lei che la scuola non serve a niente, come dargli torto.
L'Italia è il paese delle raccomandazioni (dalle mie parti si dice calci nel sedere).
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