
di Alfredo Sgarlato.
Nel luglio 1969 l’uomo sbarcava sulla Luna. Nell’agosto 1969 un evento altrettanto leggendario: il festival di Woodstock. Forse non tutti sanno che in realtà non si svolse a Woostock ma in un paese vicino, Bethel (a Woodstock non diedero i permessi ma ormai i manifesti erano pronti). E che inizialmente il posto previsto era un altro ancora, Walkill, e meno male che non avvenne là. Soprattutto pochi sanno che il festival non era gratis: ma i pochi biglietti stampati andarono a ruba in poco tempo e i 500 mila spettatori accorsi (5 mila per la questura, 50 per Emil Faith) dovettero entrare gratis. Poco importa: gli organizzatori si arricchirono col disco e col film, l’unico che ho mai visto al mitico Filmstudio, 10 anni dopo, uscendo prima da scuola per arrivare puntuale ed evitando un interrogazione. Molti gruppi per motivi di spazio e di diritti rimasero fuori e ancora oggi si scoprono gruppi che han suonato a Woodstock senza essere ricordati. Tanti altri devono a Woodstock l’ingresso nella leggenda: lo sconosciuto bluesman Ritchie Havens viene buttato sul palco perché bisogna cominciare prima. Finisce il repertorio e i gruppi famosi non sono ancora arrivati. Improvvisa un pezzo intitolato “Freedom”, che sarà il suo unico successo. Un ragazzo del pubblico lo sostituisce sul palco, si fa chiamare Country Joe e dedica la sua canzone alla guerra in Vietnam. A Woodstock ci sarà l’esplosione di artisti ancora poco noti, come Santana, Ten Years After, Crosby Stills & Nash e la consacrazione definitiva di Giganti come Jimi Hendrix, The Who, Jefferson Airplane. Poi la pioggia, le ragazze nude e tutto il resto…. Una curiosità: quelli che negli stessi giorni di Woodstock rimasero a New York poterono assistere alla prima del primo film di un giovane promettente regista e comico, Woody Allen.
Nel luglio1969 la luna e ad agosto Woodstock: sembrava l’alba di una nuova era e invece erano gli ultimi fuochi di un breve periodo di splendore. La repressione ripartì immediatamente, in Italia a suon di bombe, un lento regresso, di cui oggi vediamo il culmine, ebbe inizio. La vera mutazione sociale poi non fu portata dai sogni degli anni ’60 ma dal boom delle TV private una decina d’anni dopo. Oggi molti non credono che l’allunaggio ci sia stato veramente e, chissa, un giorno forse ci diranno che anche Woodstock era solo un film e che le bombe le mettevano gli Hyppies.


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