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giovedì 17 settembre 2009

Le rovine di Fiuggi

l'Editoriale


di Igor Carta.

Ne é passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo sentiti. Eravamo nella settimana precedente il Ferragosto, con la nostra cara informazione coordinata che ci martellava con le legioni di italiani che si preparano all'ennesimo esodo vacanziero, i soliti consigli su come combattere l'afa, l'ennesima raffica di legnate che si é preso Corona ecc ecc, niente di nuovo sul fronte occidentale. Qualche povero eversore cattocomunista però, trovava il tempo di palesare i grossi cambiamenti sottobanco nella più temibile stampa filogovernativa, l'asse di “Libero” “Il Giornale” e “Panorama”. Con l'arrivo di settembre lo psicopedonecronano é passato al contrattacco con la forza della bestia ferita; dopo Noemi, dopo Veronica, dopo Patrizia, é stata la volta de l'affaire “L'Avvenire”, dell'evidente imbarazzo di Zapatero a La Maddalena, e in ultimo le farneticazioni di Bossi conditi dagli altolà di Fini, finalmente degni di un vero uomo di Stato, di Destra per intenderci. Le difficoltà per la ripresa di programmi come Ballarò, Anno Zero e Report, gli attacchi alla stampa non allineata, i propositi bellicosi di Casini. Non passa giorno senza assistere a un nuovo capitolo di questo psicothriller che ci vede protagonisti nostro malgrado. Martedì sera non ero davanti a “Porta a Porta” e allo stesso modo giovedì non starò davanti a “Ballarò”, ormai so cosa aspettarmi di sentire. E a vedere i commenti del giorno dopo, direi d'averci azzeccato in pieno. Invece mi sono sintonizzato su Raitre dove, in vece di “Ballarò”(inutilmente, visti i dati di ascolto, dopo DeMagistris e Sonia Alfano, anche Gabriel Garko batte il premier!) hanno trasmesso “La Caduta”, la pellicola di un regista tedesco sull'ultimo mese di vita di Hitler. Una proiezione a dir poco illuminante per quanto mi riguarda, un palinsesto in cui il delirio e la pazzia la fanno da padrone; unica differenza,“La Caduta” é un film, “Porta a Porta”, purtroppo no. Ma é nel salotto vespiano che la caduta si é rovinosamente manifestata nella sua faccia più orribile e non é neanche la prima volta che accade. A quanto leggo il premier ha perso l'ennesima occasione, forse l'ultima utile per rialzarsi con la solenne faccia tosta di cui é abbondantemente dotato. Avrebbe potuto snocciolare numeri, testimonianze filmate e scritte di quanto ha fatto per l'Abruzzo (o meglio, per Onna) senza il minimo contraddittorio, (mentre negli altri paesi dell'aquilano montavano cortei di protesta) invece l'angoscia che lo ha accompagnato a Danzica, a Tripoli, e a La Maddalena, fa capo nella testa del nano come un linfoma. Angoscia mascherata da accuse di calunnie, autocelebrazione personale, calunnie che tornano al mittente tramite il fedele postino Feltri, avvisi di garanzia da parte dello stesso Feltri a chiunque stecchi nel coro (leggasi Fini). Non mi sorprende più ormai il silenzio del Presidente della Repubblica, il quale non perde occasione per predicare dialogo e rispetto quando gli attacchi al premier superano il livello di guardia, mentre tace beatamente quando lo stesso premier attacca a tutto spiano stampa e magistratura, paventa complotti a suo danno, inveisce contro Vaticano e Comunità Europea. A livello internazionale poi, l'Italia gode di un credito pari a quello che deteneva prima della guerra di Crimea. Del “taccio per rispetto istituzionale” pronunciato da Zapatero dopo lo show del nano a La Maddalena ho già detto; ma del suo strano silenzio sull'affare delle Frecce Tricolori? Non voglio stare qui a dire come sarebbe dovuta finire la cosa, quello che mi fa aborrire é ben altro, cioé, il come a qualcuno a Tripoli sia potuta balenare una proposta del genere, e soprattutto come sia potuta arrivare alle orecchie di chi comanda uno dei simboli, il più sentito forse, del nostro vacuo patriottismo. Sarebbe lecito aspettarsi il premier turco in visita a Roma che chiede di essere accolto da carabinieri in sella a dromedari e armati di scimitarra? Cos'altro aspettarsi? Sia Fini che Casini non sono nuovi a proclami di dissenso nei confronti del premier, Casini ha almeno avuto il coraggio di staccarsi, per Fini, dopo la morte di AN, pronosticai una vita da servo. Già nel 1995 e nel 2007 ebbe l'occasione di scendere dal carro populista quando limava l'orlo del baratro.
Ora col precipizio vicino e Berlusconi senza freni, potrebbe essere l'occasione per il distacco e la creazione di un vero movimento di destra? Oppure ancora una volta, per l'ennesima volta, il delfino di Almirante continuerà a nuotare nella piscina di Villa Certosa a perpetuo gaudio del padrone?

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