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venerdì 9 ottobre 2009

Vita di gruppo?

Seconda pagina - Rassegna Pop


di Simone Stricelli.

Sto pensando ad una danza fatta tra gli amici, al chiaro di luna e un falò al centro della comitiva. Sto pensando a quanto sia furtivo ogni momento che viviamo in un gruppo.
Una parola magica. Ma quando sento il ritmo del gruppo, quando senti le mani del gruppo su di te innalzarti a modello, allora lì scopri la bellezza di urlare grazie a tutti quelli che ti hanno sempre aiutato e hanno contribuito alla tua realizzazione. Oggi forse ci sono già volti ed espressioni che possiamo ritenere degni di essere guardate con occhi e parole diverse.
Sicuramente la forza di volontà è quello che più ci può innalzare, perché senza di essa saremo davvero dei puntini dispersi in un oceano, chiamato vita.
Per sentirci vivi cosa dobbiamo fare??
Io per esempio sparo a “palla” la musica e inizio a svuotare la mente, riempiendo il foglio elettronico che ho di fronte. Sicuramente ci sono metodi più sani del mio, ma il mio è mio ed è per questo che mi piace. Mi piace come ogni cosa che possa sgorgare dalla mia testa e possa finire sulla carta. Ritornando, tuttavia, al discorso di prima, vorrei dire ancora delle cose sul gruppo prima di passare ad un altro elemento importante della relazione umana. Tutto quello che è necessario è inevitabile: infatti questo già presso gli antichi era in uso e noi rientriamo al di dentro di questo schema “antico”. Lo affermava Aristotele e lo affermano oggi altri filosofi meno illustri. Qualcuno ci aveva illuminato una nuova strada per pensarci e per pensare al gruppo che ci circonda.
Tuttavia oggi il grado di visibilità di certi quozienti di intelligenza è ridotto al minimo, all'osso...direbbe qualcuno. Oppure si direbbe che il gruppo lo stanno distruggendo magistrati o politicanti non troppo corretti. Chi lo sa chi è che rovina il gruppo. Certo è che se il gruppo ha una sua forte identità nulla può sfasciarlo, nulla può spaventarlo e nessuna novità viene per nuocere. Solitamente noi pensiamo al gruppo d'amici, al gruppo sportivo, al gruppo classe, al gruppo discoteca, ma mai pensiamo all'identità che vorremo avesse il nostro gruppo. Non pensiamo all'identità perché non siamo stati educati a questo e non possiamo recriminarlo ai nostri avi, perché sono già morti. E' sarebbe altrettanto inutile chiamare a testimonianza nomi del passato. Questo per un motivo che può sembrare stupido, ma che però è vero; infatti quei nomi di persone rette moralmente ed eticamente possono esserlo per i canoni del loro tempo e non per i canoni attuali. Grossi passi avanti si sono fatti in questo campo dalla cultura che però non educa mai "al sono in vista di qualcun altro", ma sempre in rapporto al super “Io” personale.
Fino da quando siamo piccoli ci viene imposto di credere che noi siamo fine solo di noi stessi e non mezzi per gli altri. Ecco come crescono i piccoli imprenditori e i piccoli politicanti senza categorie e squattrinati. Ecco come vanno tutte queste questioni...nella merda!
Nessuno parla con il cuore, nessuno parla perchè ha delle cose da dire, tutti nel gruppo stanno in silenzio. Un crucifige proprio della parola, intesa nel suo ampio significato di conoscenza.
Oggi ecco cosa è diventato il linguaggio, autismo. Nessuno è più in grado di parlare, di esprimere le proprie emozioni, di poter dire: “Ecco io parlo”!
Più nessuno è educato ad avere gli schemi, il modello di questa relazione.
La nostra vita è la somma degli altri, la differenza dagli altri, la moltiplicazione per dare gratuità e la divisione per gli altri. Ecco...una relazione continua.

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