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venerdì 8 gennaio 2010

Il 2009 che parla

l'Editoriale


di Simone Stricelli.

Che dire di un anno che è passato?
Che dire delle sue mille vicende e i tanti fatti che sono accaduti. Sarebbe troppo lungo cercare di riassumere il tutto in queste poche righe. Abbiamo visto salire, poi scendere dagli allori, Barack Obama, abbiamo visto le immagini terribili del crollo dell'Aquila, abbiamo pianto i nostri morti e li abbiamo seppelliti, abbiamo assistito alla tragedia di Viareggio, abbiamo avuto il coraggio di schierarci ancora una volta contro il terrorismo e il terrore.
Abbiamo visto la morte dei nostri soldati impegnati in missione di pace, abbiamo visto le vicende politiche infiammarsi e culminare in vere proprie lotte, abbiamo ascoltato il grido della rivoluzione in Iran, abbiamo cercato di confortare il pianto dei bambini che vivono a Gaza.
Siamo stati a celebrare la storia dell'uomo, l'uomo che abbatte il muro...quello di Berlino, ovviamente.
Abbiamo dovuto subire le conseguenze della caduta di un'economia senza regole e nemmeno senza un'etica. In questo crack si sono viste le aziende che contano nel mondo. Mercati emergenti che dettavano le regole ai grandi marchi e facevano la voce da padrone in un quadro sempre più rotto in pezzettini.
Abbiamo fatto i conti con la crisi energetica e con la necessità di trovare un'alternativa alle nostre risorse. Siamo stati a sognare che Copenaghen potesse dare delle risposte reali a questo cambiamento climatico e invece a portato ad un patto da rifare. Abbiamo visto il mondo divorarsi parte del nostro pianeta con incendi, alluvioni, eruzioni e terremoti.

Il 2009 che parla...
Addio.

2 commenti:

  1. beh dai, visto il 2009, il 2010 può solamente essere migliore... VERO??????

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  2. Dici che non si può scendere più in fondo? Però il fondo potrebbe anche non esistere: guarda cosa sta succedendo a Rosarno. Comunque la si pensi, è una dimostrazione del fatto che al peggio non c'è mai limite.

    Giovanni.

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