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venerdì 15 gennaio 2010

L'origine del male: il conflitto di interessi

Prima pagina


di Aloi Calabrese.

Cosa è il conflitto di interessi? Vediamo la definizione che ne da Wikipedia che mi pare sia abbastanza chiara ed equilibrata:

"Si verifica un conflitto di interessi quando viene affidata un'alta responsabilità decisionale ad un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l'imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa".

Vero è pure che: "Il verificarsi di un conflitto non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, può tuttavia costituire un'agevolazione nel caso in cui si cerchi di influenzare il risultato di una decisione per trarne un beneficio. L'essere in conflitto di interessi ed abusare effettivamente della propria posizione restano però due aspetti distinti: un soggetto coinvolto, infatti, potrebbe non agire mai in modo improprio. Tuttavia un conflitto di interessi esiste a prescindere che ad esso segua una condotta impropria o meno".
Andiamo ora al caso che voglio prendere in esame, il caso rappresentato da Silvio Berlusconi che in pratica monopolizza l'informazione radiotelevisiva essendo il proprietario di Mediaset e che grazie alla sua posizione di capo del governo ha il controllo della rai cioè quella che dovrebbe essere l'informazione pubblica,tutto ciò condito anche dai giornali del gruppo mondadori e altri fogli della carta stampata, costituisce la grande anomalia italiana. Se mettiamo insieme il potere politico (quindi il potere legislativo e quello escutivo), l'influenza monopolistica sui mezzi d'informazione e la grande capacità economica,nelle mani di un solo uomo stiamo parlando dello stesso uomo che ora si sta preoccupando di ammanettare e imbavagliare l’ultimo potere: quello giudiziario.
Se l'uomo in questione si è preoccupato di anestetizzare il cervello della gran parte degli italiani con messaggi più o meno subliminali e rendendoli dipendenti di pseudo programmi demenziali dove la quantità abnorme di cosce e seni traboccanti costituisce l'ingrediente principe.
Meglio mostrare poi, ahimè, una bella partita di pallone, che si azzuffino su questioni lontane dal potere. Così che non gli salti in mente di porsi e porre domande scomode. Di voler sapere troppo su chi detiene il potere. Meglio mandarli a lavorare, sudare e correre come topi alla ricerca degli status symbol della societa’ del benessere, meglio anestetizzarli con i messaggi sessuali, che ti bombardano da ogni trasmissione, film, show, o spot pubblicitario. Anche la pubblicita’ del formaggino deve mostrare una donna seminuda ed ammiccante. Anche la pubblicita’ dell’ultima automobile deve lanciare lo stesso messaggio di sempre: « Scopare! ». E per scopare devi comprare. E per comprare devi lavorare. E non preoccuparti troppo del potere, tanto, si sa’, sono tutti uguali, quelli ci comandano.
Non parliamo poi di ciò che ti fanno credere:tutti ricchi e famosi..!!
Come..? Facile... basta partecipare... Fai un bel provino... Ma c'è tanta gente obietterete... facile: fai un bel pompino... e dopo un grande mondo si aprirà:Grande fratello, amici,isole varie, eredità, scatole, fattorie e così via.
Il gossip e l'aria fritta sono poi altri mezzi per rincoglionire soprattutto le povere casalinghe e le ragazzine di bassa cultura.
Il concetto di « creare un pubblico ». E’ quello che fece Berlusconi negli anni ’80. Creo’ un pubblico, creo’ una cultura, e poi nel ’94 ci si butto’ dentro, risultandone chiaramente vincitore. Ha creato i suoi telespettatori-elettori.
Continua oggi a mangiarne i frutti, lasciando ai suoi vassalli (dai giornalisti prezzolati alle vallette, ai suoi avvocati-parlamentari ed ai suoi calciatori-eroi) il compito di riempire di sogni e menzogne i loro cervelli e così tenerli occupati.
Quanto affermo è certificato da una classifica sulla liberta’ di stampa estremamente attendibile che e’ quella dell’americana Freedom House, un istituto di ricerca, finanziato prevalentemente con fondi governativi, che ha come obiettivo la promozione della democrazia liberale nel mondo.
Il rapporto sulla liberta’ di stampa pubblicato da questo istituto piazzava l’Italia verso l’80esimo posto.
L’Italia e’ definito un paese « semi-libero ». Sagace eufemismo per dire non libero (a mio avviso un uomo o è libero o non e’ libero).
Nell’Indice di Democraticita’ del 2007 elaborato dai centinaia di esperti di The Economist (fonte), i paesi sono divisi in democrazie funzionanti, democrazie imperfette, regimi ibridi e regimi autoritari.
In questo indice la Svezia risulta il paese piu’ democratico del mondo, seguito da altri 6 paesi scandinavi o dell’Europa settentrionale, dall’Australia (8′) e dal Canada (9′). Dal 10mo al 20esimo posto tutti paesi europei piu’ Nuova Zelanda (11esima) e Stati Uniti (17esimi, dopo la Spagna). Per trovare l'Italia bisogna scendere al 35esimo posto, dopo l’Estonia e immediatamente prima dell’India e del Botswana. L’Italia e’ considerata una democrazia imperfetta, alla pari di paesi come Capo Verde, la Mongolia, la Namibia, Lesotho, le Filippine e Timor-Est. Dovremmo vergognarci. E'questo il “problema”.
Dice Giovanni Sartori, stimato politologo italiano, in un documentario: il monopolio berlusconiano dell’Informazione “distrugge la democrazia nella sostanza“: E'questo il "problema".
The Guardian ha scritto che nell’Italia del “giullare” Berlusconi, che ha vinto le elezioni “sulla scia di un’ondata di panico pompata dai media su una presunta impennata dei tassi di criminalitá“,(Stragi del 93) “la piú grande felicitá di un particolare individuo sembra modellare la morale e la legislazione – sovvertendo la democrazia“.
La legge n.361 del 1957 all’articolo 10 afferma:
Non sono eleggibili [...] coloro che [...] risultino vincolati con lo Stato [...] per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica. Norma chiara, giusta, nata in tempi non sospetti... perchè non è stata applicata?

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