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venerdì 22 gennaio 2010

Vendola

il Salotto dell'MBM
rubrica di opinione a cura di Cinzia Mariutti.



POLITICO: Si definisce politico o personalità politica, chi partecipa attivamente alla vita pubblica di uno Stato, operando le scelte necessarie alla crescita civile ed economica della propria nazione. (wikipedia)

Il caso Vendola è emblematico: è la prova provata di quanto la politica sia diventata una “bestia dalle sette corna”, un organismo che vive di vita propria, un cancro che si sviluppa a scapito delle cellule sane, nutrendosi di meccanismi nativi propri fagocitando tutto quanto sia funzionale al proprio scopo. Ed ecco che la regola diventa anomalia.
Vendola è stato, in questi cinque anni, un ottimo governatore, è amato dai pugliesi per il suo impegno ecologista; ha promosso, sviluppato e favorito l’inclinazione turistica della regione portandola a livelli d’eccellenza, si è battuto (anche se non sempre con successo pieno) contro eco-mostri come il rigassificatore di Brindisi, ha dichiarato, anche se unilateralmente e quindi senza nessun peso formale, la Puglia regione denuclearizzata (e quindi affermando di fatto che si batterà contro la costruzione di centrali sul nostro territorio), ha sponsorizzato in prima persona, esponendosi esattamente come un politico dovrebbe fare, il mantenimento (ma forse non tutti sanno che l’acquedotto pugliese è GIA’ una S.P.A. con capitale pubblico, anche se la regione in passato ha chiesto prestiti da capitali privati) dell’acqua come bene pubblico, si batte per installazioni di centrali elettriche da fonti rinnovabili, ha investito nei giovani e nella ricerca, nelle università, la Puglia cresce con ritmi secondi solo alla Lombardia, è la più “settentrionale” delle regioni italiane sotto il Po, quindi Vendola è un ottimo governatore appunto, per cui ci si chiederebbe: per quale motivo non ricandidarlo?
Esattamente per le stesse identiche ragioni di cui sopra: Vendola è un politico che fa bene il suo lavoro, agisce cioè, per il bene comune; un’anomalia da cancellare.
D’Alema argomenta che sarebbe opportuno candidare Boccia (axx è Boccia?) perché permetterebbe una coalizione più estesa che potrebbe portare alla vittoria.
Ora, a parte il fatto che per come la vedo io (e non solo io visto che c’è gente molto più accorta di me che sostiene queste mie stesse balzane idee) Vendola da solo ha tutte le carte in regola per battere il PDL, per cui non vedo affatto la necessità di allearsi con l’ UDC, non vedo neanche una logica vera in quanto afferma il LEADER MASSIMO: si deve avere la priorità di vincere si, ma non con un programma che è praticamente la mors immatura di tutta una regione, perché volere al suo posto una persona che, come prima dichiarazione alla notizia della sua papabilità come candidato in Puglia spara cannonate contro il lavoro di anni di Vendola per l’acqua pubblica? Allora, mi viene da pensare, il perno centrale è questo? E’ un favore per l’UDC e in particolare per Casini?
E certo, perché Casini con l’acqua privata c’entra eccome: non per niente è il genero di “quel” Caltagirone, quello che vuole rilevare l’acquedotto pugliese, l’acquedotto più grande d’Europa, un affare mica da niente!!!
E Vendola ha già detto che non vuole cedere: è quindi lo scoglio da superare.
Ma è anche lo zoccolo duro di una sinistra ormai estinta: la Puglia a tutt’oggi è l’ultimo avamposto di una politica plebea, popolaresca che evidentemente a D’Alema poco aggrada, che poco si addice alla sua gentilizia (?) visione dell’esercizio del potere, ai suoi manierismi da fariseo tutti tesi a nutrire la “bestia”…con quale tempismo è arrivata la sua nomina a capo del COPASIR…
A questo punto diventa fondamentale andare domenica a votare per le primarie, se Vendola ne uscisse vincitore il PD non potrebbe fare a meno di sostenerlo: e con l’appoggio del partito-madre vincerebbe senza colpo ferire, alla faccia di chi sta cercando di affossarlo con tutte le sue forze solo per favorire interessi privati che comunque non andrebbero sottovalutati nemmeno da un punto di vista socio-politico; se l’acquedotto diventasse totalmente privato chi lo gestisce avrebbe un potere che va dal costo dell’acqua stessa alla gestione dei lavoratori direttamente coinvolti e di quelli che intorno all’acquedotto gravitano (manutenzione ecc), e quindi anche sui loro voti…
"A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca" diceva Andreotti… Per una volta sono d’accordo con lei senatore.

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