di Elena Bertoli.
La tematica del tempo è un punto di domanda inestinguibile perché concettualizza in maniera "concreta" la dinamica del divenire.
La domanda sulla natura del tempo è l’interrogativo fondamentale sull’essere, o meglio sul passaggio dall’essere al non essere. L’uomo per sua natura ha necessità di razionalizzare, di raccogliere cioè in un unica legge la dinamica del divenire.
Se noi osserviamo la concezione del tempo nelle principali teorie fisiche ci troviamo di fronte ad una evidenza lampante: il mutamento radicale della sua definizione.
Nella meccanica newtoniana il tempo è semplicemente un vettore esterno allo spazio.
Se passiamo alla relatività einsteiniana ci accorgiamo che il tempo diviene la componente strettamente legata allo spazio...una specie di quarta dimensione
Con la teoria dei quanti, la situazione si complica in maniera ancora maggiore per la perdita progressiva di un vero e proprio approccio deterministico.
E’ chiaro alla fine che la scienza non può svelarci nulla, ma può dirci tutto rispetto alla sua visione in un determinato contesto teorico di riferimento. Se usciamo da quello ritorniamo nel buio.
Allora, posso affermare che la scrittura è il luogo più appropriato per parlare del tempo?
Essa è uno spazio *temporale* indefinito che va oltre lo scorrere del tempo stesso. Quindi, è fonte di sapienza che spazia in eterei mutamenti.
La domanda sulla natura del tempo è l’interrogativo fondamentale sull’essere, o meglio sul passaggio dall’essere al non essere. L’uomo per sua natura ha necessità di razionalizzare, di raccogliere cioè in un unica legge la dinamica del divenire.
Se noi osserviamo la concezione del tempo nelle principali teorie fisiche ci troviamo di fronte ad una evidenza lampante: il mutamento radicale della sua definizione.
Nella meccanica newtoniana il tempo è semplicemente un vettore esterno allo spazio.
Se passiamo alla relatività einsteiniana ci accorgiamo che il tempo diviene la componente strettamente legata allo spazio...una specie di quarta dimensione
Con la teoria dei quanti, la situazione si complica in maniera ancora maggiore per la perdita progressiva di un vero e proprio approccio deterministico.
E’ chiaro alla fine che la scienza non può svelarci nulla, ma può dirci tutto rispetto alla sua visione in un determinato contesto teorico di riferimento. Se usciamo da quello ritorniamo nel buio.
Allora, posso affermare che la scrittura è il luogo più appropriato per parlare del tempo?
Essa è uno spazio *temporale* indefinito che va oltre lo scorrere del tempo stesso. Quindi, è fonte di sapienza che spazia in eterei mutamenti.
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