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venerdì 5 febbraio 2010

Le inutili polemiche sulla Giornata della Memoria

Seconda pagina - Cronaca


di Alfredo Sgarlato.

Leggendo quegli importanti rivelatori del pensiero umano che sono le lettere ai giornali o i commenti su internet, ci si imbatte in spiazzanti critiche alla “Giornata della Memoria”. Si va da “siamo nel 2010, non si può vivere nel passato” a chi propone di commemorare tutti i morti e non solo una parte, fino alle infamie revisioniste/negazioniste. Se queste ultime si possono liquidare brevemente come un cumulo di menzogne, se alle prime si può rispondere con la classica frase “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”, cosa che in Italia capita spesso, alla terza, la più frequente, è il caso di dare una risposta più approfondita. Premesso che il 27 gennaio ricorre la liberazione di Auschwitz e la giornata è dedicata alle vittime della Shoà e altre giornate sono dedicate, per esempio, ai Martiri delle foibe o alle vittime del terrorismo, è la portata simbolica dell’evento Shoà che deve essere ricordata. È vero che nella storia i morti sono milioni e tutte le ideologie, le religioni (soprattutto le religioni), le economie, i poteri hanno fatto le loro vittime, ma solo nel caso della Shoà c’è stata la pianificazione a tavolino dello sterminio di una parte dell’umanità in base a deliranti idee razziste. È per questo che la Shoà viene definita il Male assoluto, più forte del Bene e che, come dice il filosofo Hans Jonas, dopo la Shoà muore l’idea di un Dio onnipotente, ma anche muoiono le idee forti che hanno guidato l’umanità (progresso, tradizione, autorità, ecc.), segnando un prima e un dopo con un taglio netto. E che questa sia il Male assoluto lo confermano questi continui ritorni dell’antisemitismo, dal caso Williamson, di cui non si è valutata abbastanza la portata, agli attacchi a questa ricorrenza, magari tirando in ballo la fantomatica “lobby ebraica”. Questo è un classico del cospirazionismo. Sin dal medio evo gli ebrei ( ma anche tutti gli altri possibili “eretici”) sono accusati di ogni delitto ma soprattutto di essere alla base di un complotto per conquistare il mondo. Tutto ciò esplode quando vengono pubblicati i “Protocolli dei Savi di Sion”, un libro falso scritto in Russia in ambienti zaristi e poi diventati vangelo per tutti i dittatori ed affamatori del proprio popolo da Hitler ad Ahmadinejad passando per Mussolini e Gheddafi, che conterrebbe le prove (ovviamente inesistenti, contraddittorie e persino comiche, come sono tutte le teorie complottiste) della macchinazione. Oggi ci si aggiorna e la società segreta diventa lobby, magari di Hollywood (che magari comprende anche Polansky, che ad Hollywood non può mettere piede dal ’76 per non essere arrestato… per gli appassionati di cinema diremo che il primo film sull’Olocausto è “Notte e Nebbia” del francese Alain Resnais). È semmai giusto ricordare che nei lager non morirono solo ebrei ma anche zingari, testimoni di Geova, gay, comunisti, alcolizzati e disoccupati… ma queste dimenticanze saranno prova del potere della lobby ebraica o del razzismo e fascismo latenti nella società? Già, perché nelle critiche emerge sempre il paragone con le vittime di Stalin, che vengono indicate in un numero superiore, con lo scopo surrettizio di ridurre la storia a un conto della serva per poi ridimensionare il nazismo come male minore rispetto al comunismo. Ma il comunismo è morto e sepolto, mentre fascismo, razzismo e antisemitismo mi sembra godano di buona salute. Prendiamo questo agghiacciante fatto recente. Uno zelante deputato, tale Grimoldi, ha proposto che non si legga più nelle scuole “Il diario di Anna Frank” perché contiene una pagina in cui la ragazza descrive i propri genitali e questa potrebbe turbare le giovani menti. La lettura del diario serve proprio a turbare le giovani menti, se proprio quella pagina non piace si può saltare, ma comunque la si pensi (sessuofobo? Antisemitismo nascosto? L’eccesso di zelo tipico dei non pensanti?) quel deputato è indifendibile. Ma le critiche portano uno scompenso psicotico in un commentatore di Radio Padania che si lancia in uno sproloquio dicendo che il libro sì è bello e da leggere ma Anna Frank non era una santa (anche con tutta la buona volontà non essendo cristiana non poteva esserlo), che chi li critica brucerà all’inferno con Satana (ce ne faremo una ragione) e che il film dove si vedono omosessuali fanno più danni all’umanità di Hitler. Ecco perché ci vuole una giornata della Memoria, perché pazzi fanatici come questo siano casi isolati.

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