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venerdì 5 febbraio 2010

Lettera aperta a Totò Cuffaro

Seconda pagina - Cronaca


di Aloi Calabrese.

Egregio Sen. Cuffaro, le scrivo perchè vorrei spiegato il senso di alcune parole da lei dette in occasione di commento alla sua condanna, in appello, a sette anni per favoreggiamento aggravato per avere agevolato la mafia: "So di non essere mafioso e di non avere mai favorito la mafia. Avverto, da cittadino, la pesantezza di questa sentenza che, però, non modifica il mio percorso politico", ha detto, "Ciò non vuol dire - ha aggiunto - che le sentenze non debbano essere rispettate dal momento che sono espresse dalle istituzioni".
In una nota, ha poi aggiunto: "So di non aver mai voluto favorire la mafia e di essere culturalmente avverso a questa piaga, come la sentenza di primo grado aveva riconosciuto. Prendo atto però della sentenza della corte di appello. In conseguenza di ciò lascio ogni incarico di partito. Mi dedicherò con la serenità che la Madonna mi aiuterà ad avere alla mia famiglia e a difendermi nel processo, fiducioso in un esito di giustizia".

Ecco vorrei che lei me ne spiegasse il senso, nel senso, scusi il gioco di parole, che... darà un senso a queste parole?
Cioè si dimetterà? E così dimostrerà rispetto verso quei siciliani onesti che l'hanno votata e più in generale rispetto verso tutti i siciliani?
Oppure come mi sembra di intuire fatto,solo, il grande gesto di dimettersi dalle cariche di partito cosa che giova solo all'UDC, rimarrà poi incollato alla poltrona di senatore? Cosa che non giova agli italiani in genere.
Perchè caro senatore il suo dichiarato rispetto verso la sentenza,che la dichiara colluso con la mafia, ha senso solo se lei lascia tutti gli incarichi pubblici che ricopre: Senato, in primis e compreso quello nella commissione di vigilanza della rai.
Spero voglia darmi ascolto, glielo chiedo da siciliano a siciliano. "Siciliano che ha la Sicilia e i siciliani nel cuore e nella mente" come recita il logo del suo sito.
Un siciliano che spera.

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