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venerdì 12 febbraio 2010

Memoria Alternata, Cultura di regime

Seconda pagina - Focus



di Loris Viari.

Ho ritenuto inopportuno scrivere le cose che seguiranno in prossimità del “Giorno della memoria” al fine di evitare inutili, e assolutamente non volute, polemiche.

Identificando l’Olocausto, esclusivamente, con lo sterminio del popolo Ebraico, non viene sufficientemente ricordato, ma oserei più sottilmente affermare,viene, in realtà, colpevolmente omesso, quel dato reale e storico che ci racconta come la follia nazista sterminò tra i 13 ed i 17 milioni di persone appartenenti a “categorie ” inconcepibili per la visione del mondo nazista.

Voglio, quindi, qui soffermarmi su alcune di queste “categorie”, in quanto, a 55 anni di distanza dalla fine di quell’immane ecatombe, ho la netta sensazione che, almeno da un punto di vista culturale, la questione non sia ancora definita e conclusa.

Durante l’Olocausto furono sterminati tra i 220 mila e i 500 mila Rom e Sinti.
Al di là di quello che è un problema di “sicurezza”, diventa difficile pensare che intere etnie siano “criminali”.
Viene, quindi, da riflettere sul trattamento riservato, recentemente, a numerose di queste comunità presenti sul nostro territorio nazionale.
Continue azioni di sgombero dei campi, con inevitabile interruzione dei processi di integrazione avviati con l’inserimento a scuola dei bambini Rom.
Questo è avvenuto a Centocelle a Roma, o a Sesto Fiorentino dove l’intera comunità è stata abbandonata sulla strada, neonati compresi, dopo aver raso al suolo l’insediamento.
Chissà se l’assessore che ha condotto l’operazione ha sparso poi il sale come fecero i romani sulle rovine di Cartagine affinché non risorgesse.
A quelli che chiamiamo genericamente zingari in tutti questi anni non è stata donata una terra.
Nel “giorno della memoria”, in molti vorrebbero dimenticarli per sempre, non accettando, in assoluto, alcun confronto con quella cultura.
Oggi, in questa Italia, non ci saranno le camere a gas, ma sicuramente i 55 anni che ci separano dall’”Olocausto”, da un punto di vista culturale e discriminatorio, è come non fossero mai trascorsi.

Durante l’Olocausto, furono sterminati un numero imprecisato di omosessuali, stimato tra i 5mila e i 15mila.
Certo, un numero che potrebbe parere “esiguo” rispetto all’enormità numerica dell’Olocausto, ma dobbiamo qui rammentare, che furono perseguitati “unicamente” gli omosessuali di nazionalità germanica, colpevoli, viste le loro preferenze sessuali, di non permettere la crescita demografica della pura popolazione ariana.

Oggi, in questa Italia, a quei tedeschi dai costumi sessuali “anomali” sarebbe negato, il paradiso:
"Trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. Lo ribadisco: all'omosessuale praticante e conclamato non va amministrata mai la comunione, quando si presenta davanti, il ministro abbia il coraggio di tirare avanti."( Monsignor Giacomo Babini, Vescovo di Grosseto).
"La pratica omosessuale e la ostentata e dichiarata omosessualità impediscono l'amministrazione della comunione, secondo quanto dice la Chiesa e nessuno sicuramente é in grado di contraddire questo precetto. L'omosessualità, in quanto tale, è un disordine".( Vescovo Emerito di Pistoia Monsignore Simone Scatizzi.)

Voglio, anche ricordare come la Chiesa cattolica, nel contesto delle Nazioni Unite ha espressamente richiesto la non depenalizzazione del reato di omosessualità, laddove è perseguita ancora penalmente, e in alcuni casi, anche con la pena di morte.
Anche in questo caso, è come se 55 anni non fossero passati, con “l’aggravante” di aver globalizzato il problema.

Durante l’Olocausto, perirono dai 2 ai 3 milioni dii prigionieri di guerra sovietici, figli di quel regime “Comunista” che fu il muro invalicabile all’espansione ad est del Nazismo.

C’è chi recentemente alla Knesset (Parlamento Israeliano) ha ricordato come la guerra di Liberazione (intendo con questo termine la II° Guerra Mondiale) , sia stato un passaggio indispensabile per arrivare allo stato di Israele e alla riconquista della democrazia in Europa.
Ancora una volta, il venditore di padelle, l’imbonitore televisivo, utilizzava strumentalmente solo quella parte della Storia che risultava più congeniale al suo discorso e alla sua levatura politica, omettendo tutte quelle componenti e categorie “scomode”, come se non appartenessero a quel percorso.

Qualcuno ha detto che senza memoria non c’è futuro.
Vero, ma anche “la memoria alternata” fatta di mezze verità e di omissioni, ci sta portando verso un regime che, manipolando e strumentalizzando cultura e storia, rende servi tutti coloro a cui, ormai, è stato sottratto ogni strumento culturale.


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