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martedì 9 marzo 2010

Intervista a Massimo Rossi, candidato al consiglio Regionale della Campania per "La Destra"

Prima pagina


di Germano Milite.

CASERTA - Massimo Rossi è candidato al consiglio regionale della Campania per “La Destra” di Storace e, da due anni, è responsabile del movimento “Destra Futura”. Lo abbiamo intervistato chiedendogli un parere sulla situazione politica che abbraccia oggi la Campania e, ovviamente, ci siamo focalizzati sul caldissimo tema delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo.

Siamo in pienissima ed accesissima campagna elettorale; lei come vede la situazione generale in Campania?
“La vedo sicuramente incandescente, con De Luca che gode senza ombra di dubbio di un fortissimo appeal nei confronti dell’elettorato campano. Caldoro è un giovane brillante e dalla importante carriera politica. Un uomo privo di scheletri dell’armadio e sicuramente capace. Il sindaco di Salerno, però, è innegabilmente forte in termine di voti. Devo infatti essere obiettivo ed ammettere che, le persone che ho avuto modo di incontrare, vedono in De Luca l’uomo nuovo e forte di cui ha bisogno questa regione. Certo è che il Pdl si trova ancora in netto vantaggio; nonostante abbia perso un po’ di terreno a causa dei fatti oramai stranoti accaduti in Campania ed anche a livello nazionale”

Un consiglio che si sente di dare al prossimo presidente della Regione
“Prima di tutto di stare vicino alla gente, di fare e non dire. Soprattutto di essere decisionista. Basta con le trattative ad oltranza e le chiacchiere da comizianti. Questa regione ha bisogno di una sanità efficiente e di interventi per aiutare le forze di Polizia. Suggerirei poi anche azioni decise per regolamentare il rapporto tra enti, banche e cittadini. Non dimentichiamoci inoltre della battaglia da fare per l’acqua pubblica. In ultimo ma non per ultimo urgono anche interventi per l’università e la ricerca.”

Quindi, in poche parole, il futuro governatore dovrà essere pronto a sacrificarsi; molto più di quelli che lo hanno preceduto?
“Esattamente. Diciamo che deve essere pronto a fare il suo dovere fino in fondo. A mettere la sua responsabilità prima di ogni altra cosa; prima di se stesso”

Un consiglio che si sente di dare al prossimo presidente della Provincia di Caserta
“Beh c’è tantissimo da fare…in primis lavorare e convincere la gente sui programmi! Gli elettori sono sempre più sfiduciati ed io, che in questo periodo ho girato moltissimo, ho incrociato tantissime persone letteralmente disperate e del tutto insofferenti alla classe politica attuale. Tanti cittadini non volevano votare proprio sono rimaste troppe volte deluse dalle persone nelle quali avevano riposto grande fiducia. Domenico Zinzi è di sicuro la persona giusta per risollevare una provincia disastrata e noi saremo al suo fianco. Gode di grande consenso, ha esperienza e può fare bene. Il punto adesso è programmare fin da ora gli interventi da fare. Interventi che sono ovviamente e prettamente di ordine economico e finanziario. La scusa della pessima eredità lasciata dalle precedenti amministrazioni non regge più ed è oramai intollerabile. Chi fa campagna elettorale ambendo ad incarichi così importanti deve avere già in mente come risolvere i problemi più gravi dell’ente che vorrebbe dirigere. In questo senso penso che Zinzi si sia già preparato”.

Lei è il responsabile di Destra Futura. Cos’è la destra presente e quale spera sarà quella di domani?
"Dunque: il nostro movimento nasce due anni fa con Enrico Trapassi ed Antonello Rossi. Si tratta di un movimento politico che voleva e vuole essere un’occasione di maggior prossimità tra elettori ed eletti. La spesso abissale distanza tra politica nazionale dei grandi partiti e la gente è infatti innegabile e noi volevamo fare in modo esistesse una sorta di collante; di anello di congiunzione. Abbiamo pensato di emulare sotto certi aspetti ciò che succede in Germania, con i piccoli partiti a livello locale che si ricollegano ai partiti nazionali più grandi. Il tutto, ovviamente, tenendo sempre a mente i valori della destra".

A proposito di valori della destra: moltissimi collegano il simbolo del suo partito al neofascismo, come mai?
"A certe considerazioni così banalmente strumentali preferisco evitare proprio di rispondere. Chi vuole ricollegarci a certe definizioni e stereotipi dimostra solo di non avere nessun argomento politico valido con il quale attaccarci. I nostri valori sono quelli della comunità, di uno stato sociale vero e della sanità pubblica. Non confondiamo La Destra con il fascismo poiché non ha senso. Noi siamo portatori di tutt’altra storia e di altre esperienze. Di sicuro il nostro partito guarda avanti, senza nessun rigurgito nostalgico. Tra i personaggi dai quali traiamo maggiore ispirazione, ad esempio, c'è Giorgio Almirante. Lo stesso Giorgio Almirante che, da grande precursore dei temi sociali e politici odierni, parlava già a suo tempo di donne in parlamento, nelle forze dell’ordine e nell’esercito. Pensava poi al presidenzialismo (cosa che in pratica oggi si è realizzata). Ribadisco che il nostro sguardo è rivolto a ciò che sarà e non a ciò che era ed è per questo, ad esempio, che immaginiamo un futuro senza il nucleare e che lottiamo per l’utilizzo sempre più diffuso delle energie rinnovabili”.

Fini o Berlusconi?
"Francesco Storace"

Se la sente di commentare quello che è successo in Lazio ed in Lombardia? Giusto concedere al Pdl una sorta di seconda opportunità?
"Premetto che la questione è molto complessa e che dare un giudizio assoluto per me è impossibile. Ovvio che, dal punto di vista strettamente formale, è giusto che delle liste irregolari o presentate fuori tempo vengano escluse. Però, al contempo, è anche vero che il Pdl ha più del 40% dei consensi e che escludere un partito così grande può rappresentare una privazione troppo grave per troppi elettori. A tal proposito le porgo io una domanda: e se fosse successo alla Destra? Ci sarebbe stata qualche alzata di scudi? Qualcuno avrebbe urlato allo scandalo? Ovviamente no. E’ qui che sta il paradosso: se sei grande e grosso e rappresenti molti milioni di italiani puoi stare al di sopra delle regole che questi stessi italiani devono rispettare? Ripeto: una risposta univoca non so darla… In ogni caso, non ho timore di precisarlo, le liste del Pdl nel Lazio non sono state escluse per delle incompetenze specifiche chi doveva compilarle e consegnarle ma, molto più realisticamente, per le violente guerre interne che si sono verificate ed ancora si verificano all’interno del partito”.

Cosa hanno i politici attuali di più rispetto a quelli della Prima Repubblica?
"Boh…le devo rispondere così (sorride). Scherzi a parte sul serio non saprei dirle…diciamo che l’attuale legge elettorale ha distrutto un sistema politico già claudicante".

Cosa hanno i politici attuali di meno rispetto a quelli della Prima Repubblica?
"Senza lo strumento di partecipazione vera, come quello offerto dalle vecchie scuole politiche, un po’ tutta la classe dirigente campana soffre della cosiddetta sindrome del baronato e, a livello nazionale, della sindrome del Re Sole. Esiste una sorta di monarca attorno al quale si radunano ministri-sudditi e parlamentari dal dubbio spessore politico e, soprattutto, non eletti dai cittadini ma nominati. Del resto Berlusconi non ha mai fatto mistero riguardo la sua voglia accentratrice ed i risultati li stiamo vedendo".

Come vede il futuro della Campania?
"Senza un equilibrio del federalismo lo vedo pessimo, disastroso. Sono, con i miei colleghi di partito, assolutamente contrario allo scellerato federalismo di tipo leghista. Se togli la seggiola ad un paraplegico non so come quest’ultimo possa non fermarsi del tutto. Noi siamo per un federalismo solidale che, però, attualmente non attuabile. In questo senso posso dire di essere molto vicino alla posizione dell’Udc".

Come vede il futuro della destra e della sinistra in Campania?
"Ci sarebbe spazio per una forte destra e una forte sinistra se si creasse uno schieramento tipo Ulivo (con i giusti contrappesi e bilanciamenti) ed una coalizione di centrodestra meno litigiosa e più concentrata sui programmi."

Ultima considerazione la facciamo sui manifesti elettorali. Non ce ne sono troppi non è un controsenso che chi si dice per la legalità poi faccia affiggere i propri cartelloni abusivamente?
"Beh in questo caso il problema è di difficile risoluzione. Ci sono moltissimi ragazzi che attaccano i manifesti gratuitamente e presi da enorme entusiasmo. Non c'è neanche il tempo di indirizzarli al meglio e di spiegare loro dove attaccare e dove no. Però ci vorrebbe sicuramente maggior senso civico da parte di tutti perchè è vergognoso quello che succede ad ogni campagna elettorale; soprattutto è anti-ecologico. Inoltre mi consentirà una riflessione sui faccioni sorridenti che vedo sui vari 6x3. Non capisco cosa ci sia da ridere, perchè ci si prepari come se si dovesse affrontare una sfilata di moda. Voglio dire: soprattutto qui in Campania c'è molto poco da stare allegri e molto poco da imbellettarsi. C'è bisogno di sostanza e non di fatua a vanitosa forma che si risolve, sempre e comunque, in tantissimo fumo e nessunissimo arrosto".




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