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giovedì 20 maggio 2010

Il "caso Santoro" e ciò che in molti non si chiedono

Cronaca


Di Germano Milite
Arrivata la notizia di un "divorzio consensuale" di Michele Santoro dalla Rai, un po' tutti ci siamo interrogati su domande si importanti ma sicuramente in secondo piano rispetto alla riflessione primaria che avrebbe dovuto balenare nella mente di tutti: perchè, la televisione di Stato, che è un'azienda e come tale dovrebbe quindi premiare i prodotti che garantiscono un buon profitto e che ne mantengono alta l'immagine in realtà agisce in maniera così autolesionista?. Perchè succede che Annozzero, programma di punta, viene attaccato in ogni modo dagli stessi dirigenti fino a spingere il suo conduttore-responsabile a gettare la spugna (dietro generosissimo compenso). Roba da folli direte voi; suicidio economico che nemmeno l'ultimo dei cialtroni adopererebbe per la propria impresa. Sarebbe un po' come se la Fiat, che pure finanziamo con i soldi pubblici, decidesse di togliere dal mercato il modello d'auto che vende di più e che meglio rappresenta il marchio in Italia ed in Europa.
Ma qui siamo in Italia, il paese che per antimeritocrazia è secondo solo all'Iran; il paese dove tutto gira al contrario e le teorie di gestione aziendale sono totalmente stravolte e ricostruite non per soddisfare i fruitori dei vari prodotti-contenuti ma per non infastidire il padrone-dittatore di turno. E certo si potranno sentire le solite considerazioni:"Ma a me Santoro non piace perchè è fazioso e Annozero lo detesto". Tuttavia, a questi "geni", bisognerebbe far notare che il canone lo paghiamo tutti e che, ovviamente, non tutta la programmazione Rai può andarci bene. Pensate ad esempio a programmi come "L'Isola dei Famosi" o "L'Ultima parola" di Gianluigi Paragone: il primo lo si produce perchè fa ascolti; per il secondo, invece, si tratta solo di un favore che si fa alla Lega mettendo in piedi con i soldi pubblici un format razzistoide e xenofobo che tra l'altro non supera mai il 5-6% di share (ed Annozero arriva ad una media del 20%). Senza considerare, poi, che mentre non esistono persone che guardano la Rai solo per vedere "L'Isola dei Famosi" o L'Ultima minch...ehm parola, ci sono un numero considerevole di telespettatori che il canone lo pagano solo per vedere Santoro. Allora, prima di indignarci per la cifra percepita dal conduttore del programma come buonuscita e come contratto di collaborazione o di difenderlo a spada tratta, perchè non ci chiediamo come mai, in questo paese, accade ciò che nemmeno nel sudamerica si verifica più? Possiamo ancora finanziare CON I NOSTRI SOLDI un servizio che è un pietoso miscuglio di interessi, influenze, propaganda e cialtroneria anti-giornalistica? In Thailandia la gente è scesa in piazza fino a farsi ammazzare per chidere un cambio di governo (giusto o non giusto poco importa in questo caso). E noi? Non siamo capaci di far rigare dritto un'azienda che VIVE SOPRATTUTTO GRAZIE AL CANONE CHE PAGHIAMO E CHE, PUNTUALMENTE, si lascia guidare da criteri impensabili in qualunque paese civile? Non siamo nemmeno capaci di non pagare più il canone stando comodamente con le chiappe sulla poltrona? Eh beh, allora, ci meritiamo tutti i Paragone e i "famosi" di questo mondo

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