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lunedì 31 maggio 2010

Progetto Vittime-Il convegno-25 settembre 2010-

Focus
Il progetto vittime si propone di dare spazio a chi non ha mai avuto la possibilità di esprimersi. Dare una voce emotiva al dolore del parente o della vittima stessa di un atto criminale violento.

Una qualsiasi situazione ha sempre più di un punto di vista. Una qualsiasi situazione può essere valutata attraverso molteplici risvolti.
A seguito di un crimine violento di solito si cerca il colpevole. Di solito ci si concentra sul bisogno di fare giustizia del torto. Per crimine violenti si intendono atti omicidiari, abusi sessuali, atti di pedofilia. Più il crimine è efferato, più è importante fare giustizia. In questa ricerca spasmodica del reo si perde però l’umanità di un sistema che sembra disinteressarsi di chi ha subito il torto. Tutto ciò che non risolve il caso è sullo sfondo, trascurabile. Il punto centrale è assicurare il reo alla giustizia.
In tal senso la voce della vittima o del parente o dell’amico diventa solo un elemento di ricostruzione di una dinamica che ha come vertice l’assassino, l’abusatore, il colpevole. Il resto non serve. Una volta arrivati ad un processo viene richiesto ai parenti e amici ed alle vittime di ripetere quello che è successo, pubblicamente. Riaprire le ferite con l’unico scopo di essere parte di un impianto accusatorio più o meno coerente. Non c’è spazio per la soggettività, per il dolore personale, per la cura della ferita. È un sistema meccanico che si autogenera ed esclude l’individualità del profondo disagio. Non vengono previste strutture adatte per accogliere chi ha subito il torto, non è previsto un percorso di cura ed accettazione del lutto. Ognuno per se utile solo ad un fine giustizialista. Al massimo un risarcimento finanziario che è come un cerotto su un ginocchio rotto.
Il centro del progetto vittime, attraverso l’organizzazione di una serie di eventi, intende mettere al centro l’esperienza di chi ha avuto una esperienza diretta, profonda e dolorosa al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica a quella parte delle vicende di cronaca nera che non fa notizia, che viene tralasciata, che viene messa in secondo piano rispetto alla caccia al colpevole.

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