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venerdì 11 giugno 2010

Voi fascisti porterete l'Italia alla rovina e a noi comunisti spetterà salvarla.(A. Gramsci)

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In una delle giornate più brutte della storia politica Repubblicana non posso fare a meno di ricordare la frase di Gramsci rivolta ai Giudici del tribunale speciale fascista.

La deriva antidemocratica e antiliberale nella quale il governo a guida della tessera 1816 della P2 e di altri fra massoni della stessa loggia non sta trovando argine.

La volontà di stravolgere il patto costitutivo della democrazia italiana da parte di questa destra becera e faccendiera è un obiettivo sfacciatamente dichiarato.

Purtroppo dobbiamo registrare le responsabilità di un ceto dirigente, non solo dell’ala centrista moderata, ma della stessa sinistra, incapace in questi anni di proporre un progetto di società che potesse raccogliere i consensi . Come lo stesso Prodi dichiarava circa un anno fa , l’errore compiuto fu di essere i prosecutori della politica liberista Regan/tacheriana e di non riuscire ad essere alternativi a quella politica scellerata che già tanti danni aveva profuso.

Se oggi risulta difficile individuare, figure politiche di rigore morale e politico, come i comunisti a cui fa riferimento Gramsci, credo però che quella cultura continui ad appartenere a molti che in questi anni hanno continuato, un po’ da disadattati , a sentirsi parte integrante di un “sogno” di equità sociale e di giustizia. Una visione di società, e non di spartizione del potere.

Sulla base di quella eredità Gramsciana e di Enrico Berlinguer, di cui domani 11 giugno ricorre il ventiseiesimo anniversario della morte, oggi più che mai necessita un patto su quei valori che in altri tristi momenti della storia italiana vide coalizzarsi tutte le componenti sane della democrazia italiana.

Una esortazione, non ai dirigenti, ma agli uomini e donne del PD, di Rifondazione, di Sinistra e Libertà, e di tutte le altre componenti che in questi anni hanno subito la “scomposizione dell’atomo” in balia delle proprie dirigenze.

Loris

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