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lunedì 13 settembre 2010

Il vento tra le canne


di Alfredo Sgarlato

1.
Quando ero un ragazzino andavo spesso, con gli amici, a giocare a pallone in un campetto di periferia. Un giorno un amico disse: "seguitemi, conosco una scorciatoia". Attraversammo un vecchio quartiere diroccato e mezzo abbandonato, poi un ponticello di ferro che incrociava un ruscello e infine ci addentrammo in un canneto. In quella zona il vento che soffia sempre dalle mie parti si sentiva particolarmente forte. Provavo una strana inquietudine. Mi sembrava che ci fosse qualcosa di vivo tra le piante. A quel tempo leggevo molti libri di horror, come quelli di Lovecraft, con le sue mostruose divinità pagane, tra cui “Itahqua, colui che cammina nel vento”. Pensai che le mie letture mi avevano suggestionato. Ma altre volte prendemmo la scorciatoia e ogni volta provavo la stessa inquietudine. Mi sembrava persino di vedere qualcosa. Ho sempre avuto molta fantasia. Da bambino immaginavo che nel corridoio di casa mia vivessero dei mostri e che, stando in piedi sul letto, potevo dominarli. Arrivai addirittura a dubitare della mia sanità mentale, ma a scuola andavo bene e avevo tanti amici che mi cercavano. Erano solo le mie fantasie di bambino che non mi avevano ancora abbandonato.


2.
Molti anni dopo tante cose erano cambiate, e in peggio. Per me, devo essere sincero, andavano bene, mi ero affermato nel mio lavoro e un editore, che aveva ascoltato una mia conferenza sulla letteratura gotica, mi aveva proposto di scrivere per lui. Il paese però si era impoverito, molte attività erano in crisi, e in giro si incontravano sempre più spesso strani tipi, lugubri e vestiti tutti uguali, che si comportavano con prepotenza. Chi esprimeva liberamente le proprie opinioni era sempre più malvisto e i tipi vestiti uguali cominciarono a guardarmi male e ad indirizzarmi risate di scherno. Quando trovai delle scritte minacciose sul portone cominciai ad avere paura. Per un istante pensai, con tenerezza, ad un episodio che avevo da tempo rimosso, quando da ragazzino provavo paura nell’attraversare un canneto scosso dal vento. Ora conoscevo il vero Male da vicino.

Un giorno sentii bussare con prepotenza alla mia porta: "Dottore! Apra immediatamente!" Seppi subito cosa dovevo fare. Uscii dalla porta di servizio e mi misi a correre. Avevo un buon vantaggio su di loro. Mi diressi verso quel vecchio quartiere, ora del tutto abbandonato. Quando li avevo quasi alle calcagna mi infilai nel canneto. Il vento fischiava fortissimo. Sentii delle urla strazianti. Lui li aveva presi.


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