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martedì 7 settembre 2010

Potere alle gatte

Musica
Nell’articolo precedente vi abbiamo segnalato alcuni intepreti talentosi della musica underground. Cantautori eleganti, melodici e raffinati. Ovviamente il mondo della musica alternativa è ricco anche di talenti femminili molto interessanti. E ben diversi da quelli maschili. Non che la ragazze musiciste di oggi non abbiamo modelli altissimi tra le cantautrici degli anni ‘70, Joni Mitchell su tutte, ma i modelli più in voga sono altri. Per prima Patti Smith, poetessa e profetessa, ma soprattutto rockettara di prima fila; la regina della notte Siouxsie, inventrice del filone gothic/dark(e si dovrebbe riscoprire la sua sorellina americana Lydia Lunch, cantante, scrittrice performer e pornostar underground) e la grande sperimentatrice di linguaggi Diamanda Galàs, concertista poi diventata performer vocale in grado di emettere ogni voce, dalla bambina spaventata al mostro che la spaventa. A questi modelli si aggiunge negli anni’90 Bjork, islandese, ex cantante di Kukl e Sugarcubes, autrice del primo disco solista a 11 anni (il chitarrista ha poi commentato:non avevo mai lavorato con una persona così preparata e sicura di sé) e quindi di una serie di dischi molto originali, a cavallo tra vari generi e con un uso innovativo dell’elettronica: infatti non c’è cantante del filone elettronico che non si ispiri a lei. Il tutto accompagnato da alcuni tra i videoclip più belli mai fatti. L’altro nome fondamentale degli anni ’90 è PJ (Polly Jean) Harvey. Dopo un paio di dischi acerbi, soffocati dall’invadente ingegnere del suono Steve Albini (quello dei Nirvana), nel ’95 con To bring you my love Polly realizza uno dei dischi più belli del decennio, molto vario stilisticamente e molto forte emotivamente. I dischi successivi sono molto alterni nello stile e nei risultati, ma almeno White Chalks , che pure sembra opera di un’altra artista, mi è piaciuto molto. Polly interpreta Maria Maddalena in un film del bizzarro regista Hal Hartley. Nel ’98 Moon Pix afferma il talento di Chan Marshall, in arte Cat Power, che diventa ben presto artista di culto. È un disco di ballate bizzarre e arcane, al servizio della sua splendida voce. In seguito Chan alterna dischi di cover (the Covers Album e Jukebox) e dischi di rock classico e intriso di blues (You are free e The Greatest ). Chan è un personaggio molto particolare, ha problemi con alcol e psicofarmaci, dal vivo suona di spalle e lascia gran parte dei pezzi a metà, eppure i fans, soggiogati dal suo fascino (è anche una ragazza incredibilmente bella) abbandonano i concerti soddisfatti. Chan interpreta un piccolo ruolo nel bellissimo film di Wong Kar Wai My Blueberry Nights, che peraltro vede protagonista la cantante country Norah Jones (brava e bella ma se la chiamate cantante jazz vi faccio mangiare il giradischi). Sulla falsariga di Cat Power si muove Nina Nastasia, dalla voce molto particolare, ma le sue ballate sono ancora più misteriose, con sapori medievali e gotici. Però dopo gli ottimi Run to ruin e You follow me (2007), inciso col batterista Jim White la fascinosa Nina non ha ancora dato notizie. Più vicina invece a PJ è Shannon Wright, cantante, polistrumentista e autrice di ballate nervose ed elettriche. Ottimo l’album Let in the light (2007) ma anche il recente Honeybee Girls, un po’ troppo influenzato dal modello Polly, contiene belle canzoni. Hanno goduto di ottime recensioni Soap & Skin (Anja Stanghl) e Bat for Lashes (Natasha Kahn), ma la prima mi sembra un noioso clone di Cat Power, la seconda troppo acerba e indecisa se essere la nuova Siouxsie, la nuova Cat Power (ancora!) o la nuova Kate Bush. Al contrario mi ha colpito molto St Vincent (Annie Clark), collaboratrice di Sufjan Stevens, il cui album Actor , molto ben scritto e arrangiato mi è sembrato uno dei più belli dello scorso anno. Dal vivo poi l’ho vista al festival Traffic come supporter di Nick Cave ed ha incantato il pubblico sporcando le sue canzoni con suoni distorti e ritmi tribali. Molti nomi interessanti anche in Italia: Meg (Maria di Donna), ex 99 Posse, che però su disco non rende quanto dal vivo, e lo stesso vale per Patrizia Laquidara, voce particolare e musica brasilianeggiante. Su versante più underground Petrina (Debora), cantante, ottima pianista e performer, bello il suo primo disco In Doma tra rock, jazz e avanguardia; Beatrice Antolini, cantante e polistrumentista, autrice di due dischi molto particolari (Saloon e A due ), Mulu (Maria Luisa Balzi e Luisa Pangrazio), tra elettronica e strumenti giocattolo. E poi ci sarebbero le francesi (Keren Ann su tutte), le scandinave (Hanne Hukkelberg, Susanna, El perro del mar, Wildbirds and Peacedrums…) ma vi ho sin troppo riempito la testa di nomi. Allora aprite You Tube e buon divertimento!

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