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domenica 10 ottobre 2010

Testamento biologico: Parole chiare per non bluffare


di Alfredo Sgarlato

Testamento biologico: Parole chiare per non bluffare. Questo è il titolo della tavola rotonda tenuta al cinema Ambra venerdì 5 ottobre 2007. Ad una tavola rotonda sulla bioetica ci si aspetterebbe di trovare scienziati, filosofi, giuristi, medici, magari un disabile, come auspica il Dott. Giorgio Genta, Presidente delle associazioni ABC e Dopo Domani. Un medico c’è, il Dott. Salvatore Nicoscìa, anestetista, dell’ospedale San Martino di Genova, ma a far la parte del leone sono i politici, tre di destra, Gardini (FI), Volontè (UDC) e Bornacin (AN) ed uno di centro, Banti (PD), come in un programma di Retequattro. Comincia la signora Gardini, sempre molto graziosa e giovanile, che definisce il testamento biologico un cavallo di troia per ottenere l’eutanasia e poi passa a criticare l’inattendibilità dei media. Parole che, dette dall’ex portavoce del partito del proprietario del 90% circa dei media italiani, risultano persino comiche. Segue l’esponente dell’Ulivo, che risulterà il più deprimente. Afferma che non ha firmato nessun disegno di legge sull’argomento perché “i problemi sono ben altri”. Non ha tutti i torti, la mafia, la corruzione, il disastro ecologico, la perdita del potere di acquisto dei cittadini sono problemi molto più inquietanti, ma troppo spesso il “benaltrismo” è stato l’escamotage per allontanare i quesiti più spinosi, che invece i politici per necessità e vocazione sarebbero chiamati a risolvere. Quindi Luca Volontè, che pubblicizza un suo libro dove si denuncia il “furore giacobino” con cui i laici attaccano la Chiesa (e io, ingenuotto, che credevo fosse il contrario…), insulta il prof. Veronesi, che non essendo presente non può controbattere(cosa molto squallida e volgare, oltrechè sleale), infine insinua che alla base dell’eutanasia ci sia solo una motivazione economica, cioè il non voler fare appositi istituti per i malati, i cosiddetti “hospices”. Penso non sia così, altrimenti il 100% del parlamento sarebbe a favore, soprattutto la sua parte politica, che in cinque anni di governo forte e stabile non li ha realizzati. Infine Bornacin (quello che ha denunciato l’UAAR per pubblicità ingannevole), che vede nell’eutanasia solo una parte di un attacco alla vita, che comprende la liberalizzazione della droga (che in realtà nessuno vuole) e della pedofilia (che fortunatamente disgusta chiunque; a meno che non si riferisse al movimento Azione Giovani, che qualche giorno fa ha conferito il premio Atreju ad un indagato per molestie. Lo so, vale la presunzione di innocenza, e so anche come certi pazienti siano bugiardi patologici. Ma premiare un indagato non è comunque un bel messaggio). Una difesa della vita che, da parte del rappresentante di un partito che ha nel simbolo la fiamma che arde dalla bara del duce, appare francamente grottesca. Chiude il dott. Nicoscìa, il cui intervento, detto onestamente, è piuttosto oscuro, tanto che parte del pubblico lo fraintende, per esempio due signore che prendono lo spunto per mandare affan… i politici, e un altro che ci manda le due signore e tutto il resto del mondo (si scoprirà poi che era uno che voleva tolta una multa) Come ad ogni puntata di Porta a Porta ci vorrebbe la soubrette, e infatti prende la parola una stangona bionda (mi pare sia quella che al concerto di Giorgio Conte ha parlato e telefonato per tutto il tempo, offendendosi anche quando un mio amico l’ha richiamata). Il suo intervento è incomprensibile ma è apprezzato lo stesso. Apprezzata anche la presenza di una povera neonata, che tra il caldo, le luci e il frastuono deve aver passato una serata d’inferno, però ha fatto lo spot vivente per la Vita. Alla fin fine si è parlato di tutto un po’, tranne che di testamento biologico. La tavola rotonda è stata un comizio politico, e di una parte sola. Legittimo, ma poco interessante. Adesso so cosa e come pensa la maggioranza del mondo politico, e ne terrò conto quando saremo chiamati al voto, ma sull’argomento bioetica non ho appreso nulla.



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