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martedì 23 novembre 2010

Speciale Von Trier #2 - Epidemic



di Roberto Rotunno

1987, Lars Von Trier.

C'è del Genio in Danimarca, che fa anche l'attore e ci racconta
dell'Europa la piaga della peste che nei secoli scorsi tanto ha
determinato non solo nel progresso dei popoli ma anche nella sua
cultura, influenza della religione, superstizioni.

Film ultraminimalista, per amanti del genere e soprattutto amanti del
regista, interamente girato in 35mm e 16mm. Come in Le cinque variazioni, Lars gioca a fare il
regista insieme a Niels Vørsel, suo amico e collaboratore. Devono
fornire una sceneggiatura ad un produttore, ma al momento di stamparla
scoprono che il disco magnetico s'è danneggiato ed il lavoro è andato
perso. La devono riscrivere, hanno 5 giorni di tempo e non la
ricordano bene, allora di fatto se ne inventano un'altra.

EPIDEMIC, che da questo momento compare fisso sulla pellicola come
logo, è il titolo della nuova sceneggiatura. Narra di un'immaginaria
epidemia D.I.N., una specie di peste bubbonica ambientata in tempi
moderni...

La storia narrata vede i 2 autori nelle loro indagini storiche, e nel
loro percorso realizzativo, intervallarsi alle scene del film in
creazione così come da loro immaginate. Il film immaginato vede ancora
Von Trier protagonista, stavolta nei panni di un medico epidemiologo
idealista, che rifiuta l'idea di chiudere la città e l'ospedale agli
ammalati ed esce dalle mura, ottenendo però che egli stesso diventa il
principale veicolo di contagio.

Il finale "spiritista" sarà il momento più grande,
cinematograficamente parlando. Per il resto il film è interessante per
2 aspetti in particolare.
Certamente la ricostruzione storica di alcuni eventi legati alla
peste, in Italia soprattutto ma anche in Danimarca ed in Inghilterra,
con un curioso parallelo con storie dei bombardamenti al fosforo
effettuati in Germania nelle ultime fasi della seconda guerra
mondiale.
Altro aspetto una scena emblematica del modo di lavorare di Von Trier,
che può piacere o meno ma ha un'intelligenza creativa che ogni volta
mi stupisce. Ad un certo momento lui e Niels, con un pennello su un
muro, abbozzano l'intero canovaccio di Epidemic con matematica
precisione pur divertendosi. Una specie di "ricetta per il buon film":
iniziare così, finire cosà, a questo punto inserire il dramma, qua far
comparire la malattia, qui serve il prete, ecc... . Mi ha stupito la
semplicità nella professionalità dell'ancora giovane Lars, il metodo e
soprattutto il modo in cui quello del regista appare come un Lavoro, e
basta, che richiede progetto, che ha regole come uno spartito
musicale.

Fantastico! Ma solo per fan di Von Trier come me probabilmente.


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