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venerdì 18 febbraio 2011

La prostituzione mentale


pubblicato da Nuccio Cantelmi
In queste settimane quotidiani, radio, televisioni e Internet strabordano di notizie, commenti e inchieste che riguardano il tema della prostituzione in generale, in seguito all’ennesima inchiesta che i giudici milanesi hanno avviato nei confronti del Presidente del Consiglio. Dalla lettura delle notizie sembra emergere un’Italia apparentemente dedita al mestiere più antico del mondo ma, a ben guardare, non è la prostituzione del corpo la pratica più diffusa quanto quella della mente.

La prostituzione mentale, infatti, è un atteggiamento molto praticato in Italia e non solo nel campo della politica. Prestare la propria mente, il proprio cervello per far si che le ideologie, le tesi o le versioni imperanti possano diffondersi e proliferare tra le masse è una pratica che ha trovato e continua a trovare sempre più seguaci.

Nei regimi dittatoriali si trattava di uno stupro, di un atto di coercizione, rifiutarsi poteva anche equivalere a morire. Nei regimi post-bellici la paura del nemico e la Guerra Fredda fecero leva sulla psicologia delle masse per condizionare i singoli a ragionare seguendo l’ideologia dominante.

Nei regimi post-moderni, invece, la prostituzione mentale è frutto di una libera scelta, di un mero calcolo di convenienza, di opportunismo, si tratta di un baratto. E’ sufficiente lobotomizzare (recidere o distruggere le connessioni della corteccia prefrontale dell’encefalo) metaforicamente il proprio cervello impedendo sul nascere qualsiasi tentativo di riflessione critica.

D’altronde la mercificazione delle relazioni, di cui ho scritto tempo addietro, in atto da tempo nel nostro Paese trova nella prostituzione mentale un ottimo alleato. Prima di prostituirsi, infatti, è necessario contrattare sul prezzo e una volta accordatisi si è disposti ad ammettere qualsiasi cosa, perfino a giurare in diretta tv di aver visto volare gli elefanti, quando non addirittura a formalizzare le stesse dichiarazioni con un vero e proprio atto parlamentare.

In passato la lobotomia era utilizzata chirurgicamente per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione, la psicosi maniaco-depressiva o i disturbi derivati dall’ansia. Oggi viene praticata spontaneamente per assicurarsi dei privilegi e difendere l’indifendibile.

Massimiliano Capalbo

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