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lunedì 6 giugno 2011

Il Cimitero di Praga

Storie di storia e finzione




Il Cimitero di Praga chiude un cerchio – con la speranza che ne riapra uno nuovo – lungo trent’anni, seguendo un’evoluzione narrativa cominciata da Il Nome della Rosa. Il Capitan Simone Simonini è il nuovo protagonista cialtrone dei romanzi di Umberto Eco. Sì, proprio la cialtroneria è il filo conduttore di tutti i suoi romanzi, eccezion fatta per La Misteriosa Fiamma della Regina Loana, che è una parentesi 'psichedelica' all’interno del suo universo narrativo, fatto di sette e organizzazioni segrete immaginarie, che poi – a furia di parlarne – trascendono la realtà, diventando decisive a livello storico e sociale, più degli eventi reali.
"Sara vero?", è questa la domanda chiave che caratterizza tutte le sue storie. È questo anche il titolo di un saggio scritto da Errico Buonanno, edito dalla Einaudi, che potrebbe essere utilizzato come guida alla lettura dei romanzi di Eco.
Simonini, personaggio di fine ottocento, incontra personaggi realmente esistiti. Impara il mestiere di falsario dal notaio Rebaudengo (unico personaggio, assieme al protagonista, di fantasia) e scopre una regola fondamentale dello spionaggio: non importa se una notizia è vera, l’importante è che possa essere utile per ricattare e influenzare le scelte politiche ed economiche. Il luogo comune e i pregiudizi si fanno scienza, in un mondo dove gesuiti, sionisti e massoni si scambiano i ruoli di carnefici e vittime, attribuendosi l’un l’altro complotti e intrighi. Alla base di tutto sta l’odio verso le culture altre, viste come impure ed inferiori rispetto alla propria.
In questo crogiolo ottocentesco nasceranno le premesse dell’antisemitismo moderno; non a caso Eco fa redigere proprio a Simonini i Protocolli dei Savi di Sion. Uno dei più micidiali falsi storici mai prodotti. Il protagonista si potrebbe definire uno psicotico con difese nevrotiche: la sua personalità si sdoppia, sublima la pulsione sessuale attraverso il cibo e perde completamente la misura tra la realtà e i falsi che produce.
Si ripetono nel romanzo diversi temi cari all’autore: le società segrete vere, false o presunte tali, come i Rosacroce o gli Illuminati di Baviera, compaiono anche ne Il Pendolo di Foucault. In questo come in Baudolino, abbiamo la passione per i libri e la mania di fabbricare falsi storici a scopi politici, come i Diari del Prete Gianni o le finte teste di Giovanni Battista. Ne L’Isola del Giorno Prima abbiamo una esposizione di varie filosofie e credenze d’epoca, e una sorta di alter ego immaginario – il fratello del protagonista – che ricorda molto l’idiosincrasia vissuta dallo stesso Simonini. La monomania del cibo e le numerose ricette d’epoca dell’ultimo romanzo di Eco, sono uno dei tanti aspetti che costituiscono la firma dell’autore, che ricorre in tutti i suoi romanzi a digressioni costituite per lo più da elenchi di concetti alla rinfusa, che certamente suonano bene, ma portano spesso il lettore a saltare, passando al capoverso successivo.
Abbondano anche in La Misteriosa Fiamma della Regina Loana, che è anche un esempio di cosa Eco dovrebbe evitare di fare. Per esempio il fatto che, arrivati all’ottavo capitolo la storia ancora non vuol saperne di iniziare, le digressioni in molti suoi romanzi hanno lo stesso effetto degli elenchi spasmodici – stancano e ti portano a saltare le pagine – dando al lettore un messaggio antipatico: "Guardate quanto sono colto"; a parte questo i romanzi di Eco – di cui Il Cimitero di Praga costituisce una summa – sono un pugno nello stomaco al pregiudizio e all’egocentrismo di chi sente di avere la verità in tasca (cfr. Il Nome della Rosa) al punto da sentirsi legittimato a millantare credito e produrre falsi, in difesa della verità; il ché è contraddittorio, ma la storia reale è piena di personaggi simili.
Non a caso Eco ammonisce: "I Simonini sono realmente esistiti, e vivono ancora in mezzo a noi".

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