di Fabio Lanzi.
Un piccolo viaggio attraverso il fumetto e l’animazione giapponese. Dai, qualcosa di bello c’era!
Devilman! La ritengo una delle serie animate più belle che abbia visto. Sicuramente di temi un po’ ‘forti’, decisamente di un livello diverso da quello dei Puffi.
Prima di essere un cartone, Devilman fu una serie a fumetti, pubblicata nel 1972 e nel 1973 (andiamo indietro, eh?), pubblicata anche in Italia, di sapore un po’ diverso, anzi decisamente diverso dalla serie animata che abbiamo avuto modo di conoscere.
Il fumetto narra di Akira, ragazzo orfano, che grazie al suo migliore amico Ryo, appassionato di archeologia, viene a sapere che la Terra verrà invasa dai demoni, risvegliatosi da poco nelle profondità terrestri.
L’unico modo per combatterli consiste nel ‘fondersi’ con uno di loro, ottenerne il controllo del corpo e delle potenzialità, e così combatterli. Con un particolare rito, Akira ci riesce, Ryo no.
L’amore per Miki impedisce ad Akira di venire sopraffatto dal demone e gli permette di controllarlo.
Successivamente, parte l’invasione dei demoni. Tanti, tantissimi. Ma il modo in cui si evolve quest’invasione è strano. I demoni attaccano sì gli umani, ma non solo. Si fondono in grande numero con umani scelti a caso. Nello stesso tempo, fanno circolare la voce per cui i demoni sarebbero esseri umani che mutano da soli.
Questo fa partire una specie di nuova caccia alle streghe su scala globale. Le fusioni riuscite a metà convincono le persone che i demoni siano le persone stesse.
Uomini si uccidono tra uomini, sempre di più, fino a sterminarsi.
Akira non credeva alla vittoria dei demoni. Gli umani si distruggono da soli.
Decide di andare a portare via Miki e la sua famiglia, ma scopre che sono stati assaliti ed uccisi da una folla urlante. Akira fa una strage, preso da cieca furia.
Dopo di che, inizia la guerra finale tra demoni ed umani fusi con demoni (nel frattempo hanno formato un esercito).
Si scopre che Ryo era in realtà il capo dei demoni, che si era infiltrato in mezzo agli umani per capirne la mentalità per meglio elaborare il suo piano. L’unico che voleva salvare era il suo amico Akira, ecco spiegato perché fare fondere lui in particolare.
Nella battaglia finale, gli umani fusi con demoni vinsero. Ma al prezzo della morte di Akira.
Questo è il fumetto. Dal sapore tragico, dai temi forti, ispirato dalla Divina Commedia e dalle sue immagini dell’Inferno.
Non è disegnato particolarmente bene, ma il suo tratto comunque perfetto, di una durezza molto azzeccata. Come fumetto, un capolavoro. Ho apprezzato l’analisi della società e di una possibile caccia alle streghe moderna, dimostrando che gli umani sono uguali, in ogni secolo, è possibile quindi manovrarli alo stesso modo. Una grande opera di Go Nagai.
Passiamo al cartone. Bè, non potevano presentare ad un pubblico infantile un prodotto del genere, e lo addolcirono parecchio. Nel fumetto Devilman è rappresentato con sembianze demoniache e gambe quasi di capro, nel cartone è una figura decisamente più stondata ed umanoide.
Anche la trama è diversa. Amon è il più forte della tribù dei demoni, risvegliatosi e decisa a riconquistare la Terra. Viene inviato lui, che si fonde col primo essere umano che incontra: Akira Fudo (rimasto orfano del padre, in occasione dell’incontro).
Viene accolto in casa della famiglia di Miki. Col tempo, qualche dubbio scatta in lui.
Demone assassino, violento e distruttore, non sa come ma inizia a provare qualcosa di strano per Miki. Si accorge di esserne innamorato.
Questo fa nascere in lui la voglia di difendere la terra in cui vive Miki contro l’invasione dei demoni. Verranno così mandati demoni di ogni tipo nel tentativo di ucciderlo, ma nessuno ci riuscirà, e Akira riuscirà a difendere la sua Miki e la famiglia.
Il cartone è decisamente più leggero, ma restando fra cartoni, non nasconde certo un che di tenebroso. Ma il soggetto è molto bello: un demone, incarnazione del male, che tradisce la sua società per amore di una ragazza, e che per questa si espone a pericoli e sofferenze di ogni genere, pur di proteggerla.
Tecnicamente il cartone non è realizzato molto bene, ma tant’è. Di bello ha l’atmosfera.
Su Youtube si trova qualche episodio in italiano.
E non parliamo della sigla del cartone italiano… cantata dai mitici Cavalieri del Re, capeggiati da Riccardo Zara. Veri artisti nel panorama delle sigle. Erano davvero bravi a comporre, sia musica che parole. E pure piacevo da ascoltare nel cantare.
Questa era una breve descrizione di Devilman. Personalmente l’ho sempre trovato favoloso.
Continueremo con altri.
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