
di Carlo Incardona.
Il mio pensiero ha raggiunto il limite del mare
nell’accesa quiete d’un pietoso tramonto
...riascolto le tue parole
come gli alberi restano muti al canto degli uccelli
riconosco il contatto dei tuoi capelli
ondulati sotto le trepidanti mie mani
...quello sfiorar leggero del tuo corpo
un tenue aroma di gracili fiori
...quelle tue guance rosse
nel loro silenzioso divampare
con tutto ancor quello che è in me
non potrei dimenticare quelle notti
con la tua pelle...un fiore che i miei demoni
hanno avuto in dono dal tuo battito
...e stringo al mio cuore il vuoto
un palpito di ricordi lontani
tu ritorni nel mio cuore come rugiada sfiora i prati
unendoti al mormorare dei fili d’erba
...al respiro della brezza che non sa più del tuo alito
Sulle tue labbra l’emozione dei miei respiri
si dimentica del tempo...
il senso del nulla si tramuta in possesso
ed il freddo esplode in bramosa fiamma
con le mie mani perdute tra i capelli
nell’istante della danza intrecciata
...e così dei tuoi ellenici occhi
s’illumina la mia notte
di quel chiarore che m’induce a pensare eterno amore
Sono proprio i tuoi occhi dei laghi blu
dopo gli impulsi della pelle
a farmi guardare quel cielo d’amore per ricominciare
...sono proprio le tue mani
come un intreccio di alghe su di me
a donarmi un’onda nuova
che mi trascinerà per sempre
perché ogni goccia è bacio che mi pervade
splendida creatura
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