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giovedì 12 febbraio 2009

Alan Turing Uomo



Chi di voi non conosce il nome di Alan Turing, matematico e logico inglese, fondatore dell'informatica, la branca con più veloce sviluppo in assoluto. Oramai è impossibile immaginare le nostre vite senza i computer. Li troviamo ovunque. Ci accompagnano nella quotidianità, sul lavoro, in viaggio, e nello svago. La rete internet, come una gigantesca ragnatela, copre il mondo intero. Viviamo tra i modem w-fi, reti lan, palmari, smartphone, router. Insomma, l'intelligenza artificiale avanza prepotentemente in tutti i settori. Questo sviluppo dell'hardware è seguito poi (e spesso anche sorpassato) dallo sviluppo software sempre più in grado di corrispondere alle nostre esigenze. Oggi, grazie ai pc e internet, è possibile tenere i contatti con i nostri amici, cari, e anche persone del tutto sconosciute, indipendentemente da dove si trovino nel globo terrestre. Possiamo ordinare libri, musica, possiamo comunicare, fare viaggi virtuali, e perché no, informarsi sulle novità in tanti altri campi senza mai uscire di casa. Anch’io tante volte uso questa comodità per fare varie cose, da comprare piccoli oggetti, cercare libri, cd, comunicare con skype o msn per tenermi in contatto con familiari e amici sparsi un po’ ovunque, e tutto questo grazie al sig. Turing che ebbe l'accortezza geniale di buttarsi in questa invenzione che ben presto ha sostituito tutti gli altri sistemi di comunicazione conosciuti fino ad allora. Devo dire che personalmente mi rimane un po’ di nostalgia per i vecchi sistemi, quando la gente ancora aveva tempo e voglia di scrivere le lettere, di sentire il silenzioso scivolare della biro sulla carta frusciante, seguita dal postarla e aspettare in trepidazione la risposta sempre in formato inchiostro e carta; oppure quel dolce parlarsi al telefono, sentire una voce viva e calda dall’altra parte del filo. Oppure quel uscire tra amici per parlarsi guardandosi negli occhi. Tutto questo oggi si sta perdendo, se non si è già perso tra le fredde e precise comunicazioni tra vari messenger, blog, informazione elettronica, palmari di ultima generazione e ultima moda, cellulari usati e abusati a dismisura in una società che ha sempre meno tempo per un confronto uno ad uno. Ci siamo tutti quanti trincerati dietro schermi lcd, racchiusi in un mondo virtuale-reale e sempre più soli nonostante bombardati da un’infinità di informazione. Non so se un mondo così freddo in realtà mi piace, ma devo ammettere che non si può nemmeno tornare indietro e fare un reset totale di bei vecchi tempi, che scorreva forse più lentamente ma in una maniera decisamente molto più a misura d’uomo. Conosco anch’io questa sensazione di solitudine e alienamento ed è proprio la voglia di comunicare che mi ha portato di iscriversi in una chat per avere quello che mi mancava nella vita di tutti i giorni, ovvero comunicazione, la possibilità di confrontarsi su scala più ampia di questo mondo troppo piccolo, e chiuso che mi circonda. Infatti ho scoperto che nonostante i miei dubbi e scetticismi iniziali sono riuscita a mettermi in contatto con tante persone vere, le persone che hanno reso la mia vita emotiva meno arida di prima e le persone che hanno saputo regalarmi le emozioni di sincera amicizia e stima nei miei confronti.
Vi chiederete dove vuole mirare una introduzione del genere. Ebbene partendo da un aspetto puramente tecnologico vorrei raccontarvi in breve l’aspetto più umano di Turing, la storia di Turing uomo, che rivoluzionò il mondo ma visse nel privato un vero e proprio calvario. Non vi racconterò cosa ha inventato Turing, ma come visse.
Alan Turing nacque a Londra il 26 giugno del 1912 e morì a Manchester il 7 giugno del 1954. Come tanti altri geni era poco interessato ad alcune materie durante la sua vita scolastica, ma questo certamente non ebbe una influenza negativa su quello che sarebbe diventato da li in poi. Da bambino era molto interessato a tutto quello che riguardava la teoria della relatività, astronomia e scacchi.
Nel 1931 venne ammesso all’Università di Cambridge dove studiò meccanica quantistica, logica e teoria delle probabilità. Ha dimostrato separatamente il teorema del limite centrale, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg. Una piccola spiegazione su cosa sia questo teorema:

Il teorema del limite centrale fa parte dei teoremi di convergenza debole nell’ambito della teoria della probabilità. Un punto comune tra tutti questi teoremi è l’affermazione che la somma normalizzata di un grande numero di variabili casuali è distribuita in maniera approssimativa come una variabile casuale normale standard che diventano fondamentali per la statistica e teoria delle probabilità. La variabile casuale normale non è altro che la più comunemente nota curva di Gauss, o curva a campana usata in molti calcoli statistici e/o probabilistici. Francis Galton era forse il primo ad intuire che la curva di Gauss poteva essere applicata per descrivere una moltitudine dei svariati fenomeni e non soltanto agli errori.

Dopo soli tre anni (e siamo nel 1934) Turing completa i studi a Cambridge con massimi voti, e anno successivo ottenne il titolo di Ph.D e nel 1936 vinse il premio Smith. Lo stesso anno si trasferisce all’Università di Princeton e pubblica l’articolo che descrive per la prima volta quello che sarebbe successivamente noto come macchina di Turing. Questi sono anche gli anni nei quale esplose anche il suo orientamento omosessuale.
Nel anno attorno 1933 Turing si interessa ai lavori di Russell e Whitehead raccolti nella “Principia Matematica” sulla logica matematica. Bertrand Russell, altro famoso matematico (conosciuto per aver introdotto il paradosso di Russell [1]) considerava la logica come base solida per la verità matematica e si dibatteva a lungo su come la verità potesse essere espressa formalmente. Già Godel nel 1931 affermò che la matematica era una scienza incompleta vista l’esistenza di verità che non potevano essere provate applicando formalmente un set di regole derivate dalla deduzione logica. Di tale questione si interessò anche Turing, soprattutto al principio di definizione di un metodo o processo che potrebbe portare all'approvazione di una teoria matematica. Per arrivare a ciò Turing ha avuto bisogno di definire un metodo. Questo gettò le basi per la sua macchina che potremmo chiamare il bisnonno dei computer moderni.
Durante la seconda guerra mondiale la genialità matematica di Turing venne impiegata insieme ad alcuni suoi compagni nella decifrazione dei messaggi in codice delle linee nemiche che usavano il celeberrimo sistema “enigma”.
Da questo punto entriamo più da vicino nel dramma personale del Turing uomo.
Parto col dire che l'omosessualità nel Regno Unito era illegale all’epoca ed era considerata una malattia mentale, e come tale trattata. Non solo: era anche soggetta alla punizione dal punto di vista legale. Nel 1952, un recente amante del Turing, il 19-enne Arnold Murray insieme ad un complice fa irruzione in casa del Turing che denuncia il fatto alla polizia locale. Durante il corso delle indagini ammette di avere una relazione omosessuale con Murray e entrambi vengono processati secondo il paragrafo 11 della Criminal Law Amendment Act del 1885. Lo stesso crimine di quale fu accusato il grandissimo scrittore Oscar Wilde circa 50 anni prima, solo che lui fu imprigionato e morì quattro anni dopo la uscita da prigione, probabilmente a causa delle cattive condizioni di salute in stretta relazione con le sofferenze causate dalla reclusione .
A Turing venne data la possibilità di essere rinchiuso in prigione o di sottoporsi alla castrazione chimica (ovvero trattamento ormonale con dosi massicce di estrogeni per diminuire la libido). Per evitare la prigione lui accettò di sottoporsi al trattamento che durò un anno che lo rese deforme e impotente, e venne anche licenziato dal posto di lavoro e non potè più continuare il suo lavoro sulla crittografia. Distrutto moralmente e fisicamente si tolse la vita due anni dopo nel 1954, il 7 di giugno, mangiando una mela avvelenata con il cianuro. E stato cremato 12 giugno 1954.
Che dire? Che una società che si professa democratica possa uccidere i propri esponenti più brillanti solo perché siano “diversi” per quanto mi riguarda si dovrebbe solo vergognare.

Nemmeno il paese della mia provenienza non è immune ai pregiudizi sessuali e razziali. Sono venuta a conoscenza di un evento culturale organizzato dalla comunità gay a Sarajevo qualche mese fa. La città era sommersa dai concerti, mostre ed altri eventi culturali. Il fato vuole che alcuni esaltati (e questo vale soprattutto per alcuni estremisti di fede islamica) sono arrivati a picchiare le persone che andavano a vedere questo eventi e che tra l’altro non erano nemmeno gay. Questo deve servire come lezione: l'odio razziale/religioso è molto duro da estirpare e non possiamo dimenticare che in nome di ciò sono state combattute tantissime guerre, non solo nei tempi remoti.


[1] Nota dell’autore: Paradosso del Russell dalla fonte:


Il concetto può essere espresso non formalmente così: "In un villaggio c'è un unico barbiere. Il barbiere rade tutti (e soli) gli uomini che non si radono da soli. Il barbiere rade sé stesso?". Anche in questo caso si possono fare due ipotesi:
• se il barbiere rade sé stesso, allora per definizione il barbiere non rade sé stesso;
• se il barbiere non rade sé stesso allora, dato che il barbiere rade tutti quelli che non si radono da soli, il barbiere rade sé stesso.
In entrambi i casi siamo arrivati ad una contraddizione.

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