
Il Futurismo ha compiuto 100 anni: fu vera gloria? Un’amica anni fa mi disse: il Futurismo è stata l’unica avanguardia che abbiamo avuto in Italia, teniamocelo stretto. Patriottismo a parte, la pittura futurista, soprattutto Boccioni, Balla e Depero, fu di valore altissimo, ed ebbe una grandissima influenza sulle correnti artistiche del resto d’Europa. Per non parlare della grafica futurista, originale e veramente moderna e tutt’ora copiatissima, per esempio dai più grandi autori di copertine di dischi, Peter Saville su tutti.
Al contrario, la letteratura futurista, riletta oggi, non sembra diversa da quelle sciocchezze scritte da liceali nell’intervallo per divertire i compagni. Si può obiettare che i futuristi queste le hanno inventate, in un epoca in cui ad uscire dall’accademia si rischiava veramente il linguaggio. Ma è il problema di tutte le avanguardie, che se restano tali invecchiano male. Caso intermedio la musica futurista, di cui forse l’unico esempio è l’ “intonarumori” di Russolo. In questo caso non c’è stato grande seguito nella musica di consumo, ma un grande influsso sulle musiche d’avanguardia, da Varèse e Cage, fino al rock cosiddetto “industriale”. La parte più controversa rimane il rapporto con l’ideologia. Ma identificare il Futurismo col fascismo è semplicistico. Balla e Boccioni, per esempio, erano anarchici. In realtà fu Mussolini ad adottare molti slogan futuristi, tra cui quel "guerra sola igiene del mondo" che oggi ci sembra idiozia pura ma all’epoca era un comune sentire. E Marinetti, di cui il suo camerata Leo Longanesi (l’unica vera intelligenza nella storia del fascismo) disse : "era un cretino che a volte aveva dei lampi di imbecillità", fu in realtà una figura ben più complessa. Libertario, aderì al fascismo considerandolo il male minore (gravissimo errore, ma che molti fecero, soprattutto Churchill e Roosvelt e i Papi…), approfittò della sua posizione per difendere molti artisti liberali e comunisti, impedendo che anche in Italia prendesse piede il concetto nazista di arte “degenerata”, fu poi emarginato quando rifiutò di aderire alle infami leggi razziali, prendendo inoltre posizioni pacifiste e terzomondiste. Cantava il disprezzo della donna, ma pare che nella vita sia stato sempre succube di moglie e figlia. Insomma, una figura con luci e ombre come chiunque. Perciò il Futurismo possiamo tenercelo stretto, e non solo perché è stato l’unica avanguardia italiana (e poi la mia amica si sbagliava: c’è stato anche il Neorealismo del cinema).
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