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venerdì 9 ottobre 2009

Tra ideologia e delirio

Seconda pagina - Focus


di Alfredo Sgarlato.

Cerco su internet notizie su un nuovo libro di uno scrittore che amo (Thomas Pynchon) e mi imbatto in una buffa conversazione. Si tratta di un intervento ad un programma radio del filosofo tradizionalista Maurizio Blondet , uno che ebbe un momento di celebrità quando, in risposta a “Formidabili quegli anni” di Mario Capanna, pubblicò “Formidabili quei danni”, firmandosi però Mario Chalet (il tomo è anche pavido). Blondet attacca i libri Adelphi, figli di una congiura laicissima, scaturita da ambienti vicini a Cuccia (morto e che quindi non può ribattere, ma tanto non ha mai parlato neanche da vivo), e destinati ad imporre una cultura edonista e gnostica (ma allora sono laicissimi o gnostici? Si decida prof. Blondet). Così Adelphi avrebbe imposto una cultura senza dio (ma allora sono atei, non laici né tanto meno gnostici) che parte da Nietzsche, che Blondet definisce il primo radical-chic - e qui l’intervistatore, tale Morelli con un lampo di genio commenta: beh, tanto chic con quei baffoni non me lo sembra… - il cui scopo è, tramite l’edonismo, distruggere l’umanità. Perché ? chiede l’intervistatore. Perché è un disegno satanico e Lucifero è il primo assassino (ma allora sono laici, gnostici, o satanisti? Sono tre cose ben diverse e se Blondet le confonde chi gli ha dato la cattedra?). Verrebbe da chiedere a Blondet come dei libri che sono letti da poche migliaia di persone possano cambiare una società e se invece il messaggio edonista non passi in continuazione da 5 canali televisivi (il cui cattolicissimo padrone è anche l’ editore di alcuni giornali su cui credo Blondet scriva, oltre che molte altre cose…). Anche chi come si è occupato professionalmente di psicopatologia rimane sempre attonito di fronte ad interventi come questo o come quelli di Antonio Socci, che saranno sì mossi dalla fede, ma sfidano ogni logica e buon senso. Ma si sa, la mente umana non è mai totalmente razionale (ed è meglio così, altrimenti non esiterebbero l’innamoramento, l’arte e molto altro) e le teorie del complotto sono affascinanti, specie per chi, come disse Pasolini, ha la sfortuna di non aver letto né Marx né Freud e, in fondo, rassicuranti. Si, perché se poche persone possono decidere la storia possiamo tutti pilatescamente lavarcene le mani.

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