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venerdì 15 gennaio 2010

MASS MEDIA E PUBBLICITA’

Seconda pagina - Focus


di Salvatore Cammarata.

Negli ultimi anni, in Italia, con l’ingresso ed il grande successo di Silvio Berlusconi in politica, oltre che, già prima, nell’imprenditoria edilizia, televisiva e calcistica, il dibattito sull’influenza dei modi di pensare e dei comportamenti delle persone da parte dei mezzi di informazione di massa (televisione, radio, giornali, etc.) e di chi, in modi più o meno occulti od espliciti, li possiede o li gestisce, ha coinvolto anche i non esperti.

Nel 1941, Orson Welles aveva proposto al grande pubblico il film “Quarto potere” che non lasciava dubbi al riguardo.

Oggi molti politici, pubblicisti e gestori di mass media si affannano ancora a cercare di negare il potere di influenzamento delle persone che hanno tali mezzi, invocando l'intelligenza e la libertà di scelta e di giudizio degli usufruitori. Ma si smentiscono di fatto quando lottano per influenzarli, possederli od "occuparli" in qualche modo.
Se non ne conoscessero il reale potere d’informazione e d'influenzamento perché mai dovrebbero farlo?!

Anche molti industriali e commercianti investono molte risorse, in termini di tempo, capitali e tecnologie in messaggi pubblicitari che lanciano tramite i mass media più utilizzati dal grande pubblico o negli orari di maggiore ascolto o durante i programmi più seguiti, per tentare di aumentare le vendite dei loro prodotti, proprio perché anche loro sanno di potere influenzare le scelte ed i comportamenti d’acquisto di lettori di giornali e riviste, di spettatori televisivi e ascoltatori radiofonici destinatari dei loro messaggi.
Se così non fosse, perché mai dovrebbero buttare i loro soldi?!

Da parte loro i gestori dei mass media, specialmente di quelli più commerciali, spesso, organizzano e scelgono le letture, i programmi ed i protagonisti di essi, proprio nella funzione di attirare l’attenzione di più lettori o ascoltatori possibile; di conseguenza, avere maggiori richieste di pubblicità da industriali e commercianti e potere, così, realizzare maggiori profitti.
Per attirare l'attenzione di più lettori, ascoltatori o spettatori, assecondano gli interessi delle masse che, come è noto, sono di bassi livelli culturali e, di conseguenza, anche la maggior parte dei programmi radiofonici o televisivi e delle letture pubblicate sono diventati sempre più di basso livello culturale. Oppure, per raggiungere gli stessi scopi, scelgono o predispongono e pubblicano programmi o letture che eccitano gli istinti. Innanzitutto, quelli primari (fame e sete, sesso e socialità, ricerca della giusta temperatura, attività fisica e riposo, veglia e sonno, attacco di prede o fuga da pericoli, gioco e movimento, possesso di oggetti e dominio esercitato su altri individui, manipolazione di oggetti ed esplorazione di ambienti , etc.) ed i correlati bisogni da "soddisfare virtualmente". Poi, gli affetti umani ed i correlati bisogni di amare ed essere amati, proteggere ed essere protetti, rassicurare ed essere rassicurati, etc. Infine, l'attività mentale ed il correlato piacere di sapere, conoscere, pensare, fantasticare, ricordare, creare, immaginare, operare con simboli e segni, ordinare, etc. Qualche gestore giustifica ciò dicendo, eufemisticamente, che "alla gente piace sognare".
Non è un caso che molti dei personaggi televisivi, pur essendo di scarsa cultura o di bassa moralità personale, sono selezionati per realizzare programmi televisivi, solo perché esercitano un forte "sex appeal", e che due delle industrie che meno hanno risentito della recente crisi economico-finanziaria sono state proprio quelle del porno e dell'estetica!


Li sfruttano, fondamentalmente, producendo programmi o pubblicando letture con scene o storie nelle quali i destinatari dei messaggi (“target”) vengono coinvolti ed ideando personaggi coi quali loro si possono identificare. Il tentativo è quasi sempre quello di attirare la loro attenzione e suggerire loro, contestualmente, in modi più o meno occulti e più o meno indiretti, scelte e comportamenti; soprattutto, di acquisto di oggetti spesso di nessuna utilità pratica o progettati per durare il tempo della loro garanzia, onde indurre i consumatori a ricomprarne altri.

Gli effetti possono essere di sola informazione o anche di imitazione degli “eroi” delle storie e delle scene presentate o raccontate, anche se sono “eroi negativi”; oppure, possono essere di catarsi, una sorta di "soddisfazione virtuale" od "in fantasia" dei bisogni od, ancora, possono consistere in una percezione del mondo correlata, in modi direttamente proporzionali, ai tipi di messaggi inviati, quando essi sono simili e ripetuti nello spazio e nel tempo, od, infine, possono essere di alienazione più o meno grave e più o meno permanente dal mondo stesso (si pensi a certi programmi e letture che enfatizzano i "misteri", l'irreale, il fantastico).

Alcuni pubblicitari e politici, ai suddetti fini, hanno utilizzato persino messaggi “sub liminari”; cioè, occulti alla percezione visiva dei destinatari, per potere influenzare le loro scelte, le loro opinioni ed i loro comportamenti senza che se ne accorgessero. Ma, senza ricorrere necessariamente ad inganni di tale tipo, i messaggi lanciati dai mass media (scene, notizie), anche quando sono solo di cronaca e non intendono essere intenzionalmente diseducativi, inducono una percezione del mondo che è correlata, come già scritto prima, alle notizie che danno. Ciò accade, soprattutto, agli individui più “deboli”: quelli più ignoranti od arretrati, quelli più giovani o coi maggiori deficit cognitivi, quelli più emotivi e più suggestionabili psicologicamente.

Per esempio, il “bombardamento” continuo con notizie di corruzione morale e legale, soprattutto da parte di chi dovrebbe essere di esempio per gli altri (giudici, genitori, governanti, amministratori, personaggi pubblici, insegnanti, etc.) induce la percezione di un mondo così caratterizzato e può indurre anche la scelta di adeguarsi ad esso, per non essere da meno o non esserne vittima, creando un circolo vizioso di difficile interruzione.

Siccome le scene e le storie raccontate, fantastiche o di cronaca, sono sempre più di violenza, di edonismo, di volgarità sessuali o lessicali e di acquisto di oggetti, si osserva tra le conseguenze di ciò:

1) l’impoverimento culturale dei programmi e delle letture;

2) un più alto uso da parte del grande pubblico di quei mass media che producono i programmi di livello più basso;

3) il maggiore arricchimento e dominio nel campo della comunicazione e dello spettacolo di questi ultimi che occupano sempre più gli spazi disponibili, per le più ingenti disponibilità finanziarie a loro disposizione e le maggiori possibilità di investimento che derivano ad essi dalla maggiore pubblicità che fanno gli industriali ed i commercianti interessati a vendere i loro prodotti, rispetto ai mass media meno seguiti dal grande pubblico, perché più impegnati culturalmente;

4) la maggiore attenzione dei pubblicitari a stimolare i comportamenti e le scelte di consumo di beni materiali od edonistici che interessano maggiormente gli industriali e i commercianti che li finanziano e, da parte dei gestori dei mass media, la minore attenzione ai programmi destinati all’educazione ed alla formazione disinteressate dei destinatari dei messaggi, soprattutto dei più giovani;

5) la sempre minore possibilità, per il pubblico più esigente, di trovare programmi culturalmente più impegnati, specialmente in prima serata, e,

6) per le masse, la sempre minore capacità di analizzare, di valutare e di scegliere, in modi liberi e consapevoli totalmente, le letture ed i programmi radiofonici e televisivi, nonostante la varietà di essi.
Il comportamento umano non si regola solo con l'azione naturale degli istinti, da un lato, e con la contro-reazione convenzionale dei codici penale e civile, dall'altro. Si regola anche con la cultura: le usanze e le tradizioni, l'educazione ricevuta a scuola ed in famiglia, gli esempi dati da amici e colleghi ed, in modo particolare, dai personaggi pubblici (politici, amministratori, attori, cantanti, sportivi, giudici, poliziotti, medici, insegnanti, etc.), i contenuti ed i metodi dei messaggi pubblicitari, etc. Per questi motivi, sulla base della consapevolezza delle influenze che possono esercitare sugli altri, i personaggi pubblici e pure i gestori dei mass media dovrebbero sentire il dovere di evitare di dare esempi negativi di comportamenti personali loro e/o di personaggi inventati; in special modo, dovrebbero fare ciò i politici, perché hanno mandati popolari da rispettare e sono pagati lautamente dallo Stato; cioè, coi soldi dei cittadini!
Ciò ha fatto dire al Grande Papa Karol Vojtyla che quanto sopra esposto comporta un “neoedonismo materialista”.
Anche Papa Benedetto XVI, alla Giornata delle comunicazioni Sociali dell’01-01-08, ha scritto: “I mezzi della comunicazione sociale, per le potenzialità educative di cui dispongono, […] hanno contribuito […] all’alfabetizzazione e socializzazione, come pure allo sviluppo della democrazia e del dialogo tra popoli. [Ma] è presente il rischio che si trasformino in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate da interessi dominanti del momento. E’ il caso della comunicazione usata [non a fini di servizio, ma: n.d.a.] a fini ideologici o di collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Col pretesto di rappresentare la realtà, di fatto, essi tendono a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte, essi non esitano a ricorrere a trasgressioni, volgarità e violenza”.
Ciò lascia spazio ad un vuoto di valori morali, che sono il collante delle società sane, e ad una anomia che, secondo Emile Durkheim, porta allo sfascio dei rapporti umani e ad una massa sempre maggiore di individui con pochi valori ideali che non promette nulla di buono per il futuro!

www.cammaratasalvatore.it


Bibliografia dell’autore.


Cammarata Salvatore – Parlare coi figli non basta. Bisogna dire le cose giuste –
Secolo d’Italia, 03-03-2001.
Cammarata Salvatore – Criminali per futili motivi – Secolo d’Italia, 29-06-2001.
Cammarata Salvatore – I figli? Non solo piezz’e core – Secolo d’Italia, 11-04-2002.
Cammarata Salvatore – Per Natale regaliamo una favola – Secolo d’Italia, 18 dicembre 2001.
Cammarata Salvatore – Giovani in fuga…nel regno dell’occulto – Secolo d’Italia, 30 marzo 2001.
Cammarata Salvatore – La noia ospite della casa del “Grande Fratello” – Secolo d’Italia, 09 ottobre 2001.
Cammarata Salvatore – Quel “male oscuro” che dilaga tra i giovani – Secolo d’Italia, 11 aprile 2001
Cammarata Salvatore – Perché quei giovani cercano la morte? – Secolo d’Italia, 29- 08-2000.
Cammarata Salvatore – Giovani per più lungo tempo – La Sicilia, 11-04-2001.
Cammarata Salvatore – Noto, troppi atti vandalici contro i monumenti – Giornale di Sicilia, 22-08-1999.
Cammarata Salvatore – Mazara, grande folla ai funerali del giovane Salvatore
Calandrino – La Sicilia, 24-08-1999.
Cammarata Salvatore – Anziani. In estate trascurati come mai – Giornale di Sicilia, 12-06-1985.
Cammarata Salvatore – L’indifferenza, l’altra faccia della società – Secolo d’Italia, 26-10-2000.
Cammarata Salvatore – Perché il no ai soccorsi – La Sicilia, 04-09-1999.
Cammarata Salvatore – Stupro, non sol origini genetiche – La Sicilia 09-02-2000.
Cammarata Salvatore – Soli come cani, soli come anziani – Secolo d’Italia, 08-08- 2001.
Cammarata Salvatore – Mass media e comportamento violento – Atti dell’XI
Congresso Nazionale su L’aggressività in medicina psicosomatica, Messina, 28-31 maggio 1987.
Cammarata salvatore – Giovani mammoni? Si fa presto a dirlo – Secolo d’Italia, 26- 10-2000.
Cammarata Salvatore – Scuola e psiche, all’Usl di Noto un programma di prevenzione – Giornale di Sicilia, 05-10-1995.
Cammarata Salvatore – Noto, dalla terapia “rapida” una nuova speranza ai drogati – Giornale di Sicilia, 13-09-1995.
Cammarata Salvatore – Stupri? Forse c’è troppa libertà nei rapporti sessuali – La Sicilia,05-09-1995
Cammarata Salvatore – Approfondimento: la questione giovanile – The International
Association of LIONS Clubs, Sicily, Augusta Host, Anno Sociale 2007-2008.
Cammarata Salvatore – Devianze precoci e rischio – La Sicilia, 15-04-2001.

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