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sabato 1 maggio 2010

L'inizio della fine - un Primo Maggio di speranze

l'Editoriale
In memoria di Stefano Cucchi e delle morenti istituzioni repubblicane.


Scrissi neanche una settimana fa di un Gianfranco Fini isolato e abbandonato da una corrente -quella finiana- che in fondo non sarebbe mai esistita, morta nel momento stesso della fondazione del Pdl. Poi sentiamo tutti delle dimissioni di Bocchino. Tutto potevamo immaginarci fuorché un Cesare Bocchino epurato dalla sua carica di partito per sue posizioni scomode. Cosi emerge tutta una classe di dirigenti silenziosi che a quanto pare credono davvero in quello che dicono. Non si tratta di arrampicatori sociali come Gasparri o La Russa; ma di dirigenti che sentono fortemente il peso di una leadership troppo accentrata attorno ad un personaggio come Berlusconi, il quale rispetto a Fini non ha oltre i brillanti slogan, molto da offrire in materia di valori e argomenti.

A sentire un fascista dichiarato come Donato Lamorte, (Pdl, corrente finiana) deduciamo facilmente l'errore insito nel miraggio rappresentato dalla speranza in un nuovo duce: Silvio Berlusconi. Abbaglio che in questi due anni di Governo si è presto dissolto lasciando intravedere tutta una macchina fatta di scalatori sociali e farabutti intenti a salvarsi la pelle tra un lodo, una prescrizione ed una depenalizzazione di turno. Ormai abbiamo perso il conto dei lodi votati a colpi di fiducia e poi puntualmente respinti dalla Corte Costituzionale, che se non fosse per la grafomania del Presidente Napolitano, lavorerebbe meno. Gianfranco Fini conferma quanto sia ingiustificata la defenestrazione di Bocchino, confermando in questo modo le dichiarazioni rilasciate precedentemente dall'onorevole dimissionario; “mi ha fatto fuori, perchè non poteva colpire Fini”. Al Senato, dove si gioca l'ultima partita per i Ddl vergogna, sul lavoro e sulle intercettazioni la corrente finiana comincia a far paura, tant'è vero che partono già direttive per tenere compatta la corrente berlusconiana, (che non esiste, essa è un crogiolo di interessi individuali, che stanno in piedi solo in virtù di un capo che distribuisce doni) in un Governo dove si va avanti a colpi di fiducia per eludere le discussioni parlamentari. Napolitano in questo non aiuta; la Costituzione gli da la possibilità respingendo le leggi di rimandarle alle Camere per essere finalmente esaminate con tutto il normale iter di mozioni dei vari deputati. Le discussioni in Parlamento non sono l'inutile salotto di cui il premier da anni ci racconta, ma un universale strumento democratico attraverso il quale l'opposizione può intervenire per proporre le sue modifiche al resto dell'assemblea. Va da se che in un teatro simile, leggi orientate a salvare il capo dai processi, verrebbero immediatamente sommerse di mozioni tanto da farle irrimediabilmente insabbiare... ecco a cosa servono le discussioni in Parlamento, a controllare i governanti. Altrimenti tanto vale riesumare il Gran Consiglio fascista.

Sarebbe troppo ottimista parlare di un “inizio della fine” per questo Governo, anche se i segni ci sono; a farlo crollare non sarà solo la fronda finiana, ma anche singoli martiri come Stefano Cucchi, che ha incarnato, suo malgrado, con la sua pelle le conseguenze pratiche di una alleanza con partiti fascistoidi come la Lega, o l'emissione di leggi che rendono la delinquenza un affare che conviene; specialmente si è coperti da una istituzione. Chi si ricorda il servizio del Tg5 che raccontava un Cucchi già pieno di percosse prima dell'arresto? Volto a far credere che le benemerite forze dell'ordine non c'entravano? Il rilassamento dei costumi prosegue oggi con i gesti di solidarietà a Scajola, indagato. Recenti sondaggi ci mostrano come gli italiani non nutrano più alcuna fiducia in Tg e giornalisti come il Tg uno, o lo stesso Minzolini. Se questo non bastasse, c'è tutto uno stile berlusconiano che ormai ha reso la Repubblica un “fantasma senza corpo”, come direbbe un'altro dittatore del passato.

Mi piace vedere Pier Luigi Bersani commuoversi in Tv, e mi piace sentire un Fini urlare contro il premier (finalmente). Uno spiraglio, anche se piccolo si sta aprendo.
La fine indipendentemente da quando arriverà, possiamo già immaginarcela; un bel giorno alla Camera il voto di fiducia non finisce come ci si sarebbe aspettati, a Napolitano distrutto dal dilemma cosmico “rinvio alle urne o secondo Governo Berlusconi?” esploderà il cervello... e tutti vivranno felici e contenti.

Continuiamo pure a sognare... ma il modo migliore per realizzare un sogno è alzarsi dal letto, possibilmente per ripopolare le piazze. Buon Primo Maggio.

1 commento:

  1. La divisione di Fini mi ha lasciato sorpreso, ma soprattutto con una domanda: non poteva pensarci prima? Berlusconi ormai lo conosceva da anni, perché allora ha fuso il suo partito con forza italia?

    Curioso che la rottura sia avvenuta dopo le elezioni regionali, dove si è avuta l'ennesima riprova dell'importanza (fondamentale) della lega per il pdl.

    Mi sa che più che una (ri)presa di coscienza di Fini si tratta di una scenata di gelosia. Magari pensava di essere, politicamente parlando, la Lario del premier e invece il berlusca preferisce l'amante-lega.

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