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sabato 7 agosto 2010

Informazione e comunicazione sociale

Editoriale
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DI MASSA

Il tema che si sta dibattendo in questi mesi in Italia sulle intercettazioni telefoniche e sulla pubblicazione di notizie è importantissimo, per il futuro sviluppo civile del nostro Paese.

Da sempre le dittature tradizionali hanno cercato di "imbavagliare" i mezzi di comunicazione di massa e di accentrare nelle mani dei dittatori o del loro gruppo d’appartenenza il controllo di essi. Nelle società moderne il controllo o la manipolazione delle persone avviene in modi più sofisticati (si può vedere, al riguardo, "Mass media e pubblicità", in questo stesso sito). E’ anche capitato che i dittatori tradizionali sono stati in buona fede, quando sono stati convinti di essere gli unici possessori delle "verità" e, quindi, gli unici in grado di far progredire i loro paesi. Ma, il più delle volte, sono stati in cattiva fede, ed hanno nascosto la realtà agli oppositori ed alle popolazioni in modi consapevoli e premeditati, a fini di potere personale o del proprio gruppo sociale od economico o militare d'appartenenza che li ha sostenuti.

I secondi, dunque, hanno agito ed agiscono in maniera palesemente criminale; i primi, in modi illusori. Infatti, questi ultimi hanno sbagliato e continuano a sbagliare nel non rinforzare le strutture democratiche dei loro paesi sia quando sono stati o sono veramente dotati di capacità intellettuali superiori a quelle degli altri (perché, una volta invecchiati o morti, hanno dovuto o debbono passare ad altri che non hanno necessariamente le loro stesse capacità un potere non adeguatamente controllato da altre strutture dello stato e che diviene, perciò, pericoloso) sia, a maggior ragione, quando, in realtà, non sono dotati di tali superiori capacità che si sono arbitrariamente e narcisisticamente auto-attribuite o che hanno attribuito loro i gruppi di interesse che li hanno voluti al potere. Molti dei personaggi che sono passati alla storia con connotazioni negative fanno parte di questi ultimi.

"Per una democrazia sana occorre la plurivocità dell’informazione. Ed il ruolo del servizio pubblico è cruciale", ha detto Carlo Azeglio Ciampi, l’08-02-2002.

La distinzione può essere fatta tra "…il diritto (-dovere: n. d. a.) di informare, che ha a che fare con la legittimità [e] la gestione di esso, che ha a che fare con l’opportunità", ha detto Eugenio Scalfari, il 30-03-2001.

Un’altra distinzione può essere fatta tra gli strumenti dell’informazione, che hanno a che fare con la scienza, ed i fini dell’informazione, che hanno a che fare con la coscienza.

La libertà, la democrazia e lo sviluppo di un paese non possono essere garantiti dalla coscienza di questa o quella categoria sociale (per esempio, i giornalisti o i magistrati) né di un gruppo o fazione (per esempio, l’uno o l’altro partito politico) né, peggio, da un solo uomo (per i motivi esposti nel terzo capoverso di questo scritto), ma solo dalla possibilità e dalla pluralità dell’informazione.

Per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche, l’attuale Governo vanta, giustamente, i grandi successi conseguiti contro la criminalità organizzata. Per essi, va dato merito, innanzitutto, alle Forze dell’ordine e, poi, al Ministro Roberto Maroni. Ma va anche ricordato che tali successi sono stati conseguiti grazie al vecchio sistema di intercettazioni. Se fosse ridotta la possibilità ai magistrati di intercettare gli stessi successi non potrebbero più essere conseguiti in futuro, perché non sempre i criminali organizzati sono tanto sprovveduti da farsi intercettare. Spesso, si arriva a loro tramite l’intercettazione di individui con cui sono collusi, che sono incensurati (specialmente, nel Sud Italia: politici, professionisti, amministratori pubblici e privati, semplici cittadini ed, a volte, persino giudici e membri delle forze dell’ordine!) e che la nuova legge potrebbe escludere dalla possibilità di essere intercettati.

In nome di una maggiore garanzia di privacy di alcuni si diminuirebbe la sicurezza di tutti!

A parere dello scrivente, che per 17 anni è stato esperto dell’ex-Ministero di Grazia e Giustizia per le Corti d’Appello di Palermo e Caltanissetta, più che diminuire le possibilità di intercettare si dovrebbe tutelare maggiormente la privacy, per esempio, prevedendo che il P.M., tra le intercettazioni fatte, depositi solo quelle rilevanti, ai fini del procedimento in atto, ed archivi o faccia distruggere tutte quelle irrilevanti e prevedendo anche severe sanzioni per lui o per gli impiegati di tribunale o per gli avvocati responsabili della rivelazione o diffusione o pubblicazione di esse!

Diversamente, osserveremo un ulteriore ampliamento del dilagare oggi in atto dei fenomeni di corruzione morale e di malaffare economico nel nostro Paese da parte di coloro che non fanno parte strutturale di organizzazioni come la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta, ma che ugualmente tiranneggiano e danneggiano la collettività!

2 commenti:

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